‘Ernest e Celestine’, Rohrwacher e Bisio danno voce alla resistenza musicale

“Mi è piaciuto tanto che un piccolo esserino come Celestine potesse essere amico di un orso gigantesco come Ernest. Il mio personaggio preferito, però, è Mifasol”. È la breve recensione di Tito, 8 anni, piccolo spettatore dell’anteprima stampa di Ernest e Celestine – L’avventura delle 7 note, film d’animazione diretto da Jean-Christophe Roger e Julien Chheng che arriva in sala il 22 dicembre grazie a I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection, con le voci di Alba Rohrwacher (Celestine) e Claudio Bisio (Ernest). A 10 anni di distanza dal primo film dedicato alla topina e all’orso – che all’epoca fu sceneggiato da Daniel Pennac, distribuito dalla Sacher Film di Nanni Moretti e che ottenne una nomination all’Oscar – tornano le immagini all’acquerello nate dalla fantasia di Gabrielle Vincent, creatrice dei personaggi. Immagini che portano sul grande schermo un paesaggio visivo incredibilmente affascinante, nel suo “tradizionalismo” lontano da stupori ipertecnologici, accanto a temi di grande attualità.

Data ormai per assodata la loro grande amicizia, in questo nuovo capitolo Ernest e Celestine intraprendono un viaggio avventuroso verso l’Ostrogallia, luogo in cui è nato e cresciuto l’orso, ma nel quale non vorrebbe proprio tornare. Il suo violino “Stradivorso” è rotto e l’unica persona in grado di ripararlo è Octavius, liutaio dell’Ostrogallia, appunto, terra magica e colorata dove è sempre festa e in cui c’è musica dappertutto. Nonostante le resistenze di Ernest, deciso a non partire, i due amici si ritrovano in viaggio, affrontano insieme la tempesta e poi giungono a destinazione, trovando una città repressa, dove l’estrosità è ingabbiata e congelata da strani divieti. In Ostrogallia infatti la musica è bandita, è ammessa una sola nota, il “do”. Ma in questa incredibile città piena di colori, abbarbicata sulle montagne e sospesa nel cielo, dove per spostarsi da un luogo all’altro si vola in funivia, l’allegria e la creatività non possono essere messe a tacere. Ernest e Celestine si alleeranno con Mifasol, misterioso fuorilegge mascherato a capo della “resistenza musicale”.

Dentro un dipinto a colori pastello, in un panorama emotivo in cui dominano la dolcezza e la fratellanza, Ernest e Celestine fanno i conti con un’idea di legge che non corrisponde a giustizia, ma solo a repressione, e decidono di lottare per la libertà. Il ritorno a casa dell’orso Ernest, che dovrà quindi svelare alla sua amica Celestine la sua “origin story” e sciogliere i nodi irrisolti nella sua famiglia, è il motore narrativo che permette di portare un tema attualissimo a misura di bambino. E di farlo con grazia.

“Questo film mi è piaciuto molto, soprattutto per il finale, pieno di gioia”, ha commentato Olimpia, 8 anni, all’uscita dalla sala, con una mini-recensione che non fa spoiler, ma coglie l’umore della platea dei più piccoli. In contemporanea con l’uscita nelle sale, arriverà in libreria anche l’albo illustrato tratto dal film. Il libro sarà pubblicato da Gallucci, editore in esclusiva delle opere dell’artista Gabrielle Vincent.