Enrico Oldoini prepara un film a episodi per i produttori Pio Angeletti e Adriano De Micheli che intende riproporre la collaudata formula di commedia di costume a sketch inaugurata nel 1963 da una pietra miliare come I mostri di Dino Risi con Vittorio Gassman e Ugo Tognazzi. Nel 1977 a Risi si aggiunsero Monicelli e Scola per dar vita a I nuovi mostri, un film collettivo arrivato alla cinquina finale degli Oscar che accanto a Gassman e Tognazzi schierava nel cast altri fuoriclasse del calibro di Alberto Sordi e Ornella Muti, proponendo ulteriori e aggiornati capitoli grotteschi su amoralità, cinismi, cattiverie, furbizie e tanti altri vizi nazionali. Oldoini darà vita a un terzo capitolo che verrà interpretato da tre o quattro star di prima grandezza, a partire molto probabilmente da Diego Abatantuono, che si è già detto pronto ad aderire all’iniziativa. Ne abbiamo parlato con il regista, da sempre ammiratore della grande commedia italiana del passato e autore prolifico da circa venti anni di tanti film campioni d’incasso con i maggiori comici e di varie fiction tv.
Come è nata l’idea di questi nuovissimi mostri?
Angeletti e De Micheli, produttori de I nuovi mostri con la loro Dean Film (ma coinvolti anche nel prototipo di Risi, in quanto all’epoca collaboratori del produttore Mario Cecchi Gori) insistono da tempo con generosa perseveranza perché sia io a dirigere questo progetto a largo respiro che potrebbe intitolarsi I mostri ritornano e in cui hanno deciso di investire fondi ed energie. Me ne avevano parlato cinque anni fa e io, pur essendo preso da altri impegni, iniziai a scrivere alcuni episodi insieme ai figli d’arte Silvia Scola e Giacomo Scarpelli (oltre che a Marco Tiberi), ma poi ero occupato nella preparazione del mio 13 a tavola e non se ne fece più nulla. Un anno fa, però, quando Pio Angeletti mi richiamò per chiedermi di riprendere in considerazione quell’idea sentii che poteva essere arrivato il momento giusto perché avevo voglia di tornare a fare del cinema dopo tanta fiction tv (ad esempio le due serie de Il giudice Mastrangelo con Abatantuono). Sentii subito sulle spalle un’enorme responsabilità e ne parlai con Dino Risi e, soprattutto, con Ettore Scola e Furio Scarpelli, che dei due film precedenti furono gli sceneggiatori e che ora seguono con grande affetto, simpatia e partecipazione i lavori del nostro nuovo copione in cui sono coinvolti i rispettivi figli (ai quali si è aggiunto ultimamente Franco Ferrini), spronandoci a rimanere nel solco della tradizione della satira sociale, perché tutto venga costruito, insomma, con criteri adeguati, nel modo più serio e nobile e senza risate facili e fini a se stesse.
Quali saranno le novità e quali le analogie con gli altri due “Mostri”?
Abbiamo scritto almeno una trentina di episodi che, come nell’inarrivabile prototipo, varieranno di lunghezza (spaziando magari da uno di un quarto d’ora ad un altro di soli 30 secondi, attraverso storie collettive, con coppie di attori o con un singolo interprete) saranno mirati contro i mostri di oggi, contro la cattiveria, la depravazione e l’imbecillità umana che ci fa compiere atti e misfatti gravi. Essendo però noi autori di commedia cercheremo di cogliere il lato divertente, ironico e spiritoso di difetti, debolezze e cinismi vari, occupandoci della mostruosità dei piccolo borghesi, dei “cattivi” che stanno intorno a noi, sull’autobus o dietro l’angolo, anche quelli più impensabili. La grande difficoltà viene dal cercare di pensare ad argomenti diversi da quelli proposti dalla tv, evitando le caricature, le imitazioni, gli sketch sull’attualità dei programmi con i comici in voga al momento e il lavoro più difficile è quello di “scrematura”: l’intento non è quello di fare ridere per forza ma di far fare qualche sorriso “impensierito”, come dice Furio Scarpelli che ci ha anche ammonito a riflettere su come la mostruosità più grande sia l’ignoranza: è da lì che nasce tutto.
Chi sono e dove sono i mostri odierni?
Sono gli stessi di sempre ma sono ormai arrivati sul pianerottolo di casa, ne siamo circondati.. Non punteremo direttamente sulla politica come fece ad esempio ne I mostri Risi nello sketch con Tognazzi “La giornata dell’onorevole”, ma piuttosto sulla cronaca, che contiene già tutto. Punteremo sulla vita sociale, ridendo in modo tragicomico sulla distrazione verso l’ecologia, sui rapporti di coppia e di famiglia in genere (come in un episodio folgorante sui bambini cresciuti e iper-informati che diventano i maestri dei genitori) o sulla smania di apparire, con una storia che prevede un notevole personaggio femminile e così via.
Che cosa può anticipare dei tempi di lavorazione e del cast?
Vorrremmo iniziare a preparare all’inizio del 2008 per girare in primavera. Diego Abatantuono è il primo grande comico molto interessato al nostro progetto con cui stiamo già iniziando a pensare nuove idee. Abbiamo lavorato a lungo insieme in passato e ci siano trovati sempre molto bene perché è un attore intelligente e creativo che passa volentieri la palla all’altro comico, diventando volentieri una semplice spalla in scena quando si accorge che qualcun altro funziona e fa ridere: l’ho sempre vissuto come una sorta di co-regista. Partendo da lui stiamo cercando di selezionare e mettere insieme diversi comici, sia di fama che emergenti, per costruire un film corale con tre-quattro star in primo piano e altri “a latere”, perché come nel calcio ci sono le punte, ma tutt’intorno concorrono gli altri: la cosa positiva dei film a episodi è che anche gli attori famosi non devono prendersi da soli tutta la responsabilità del progetto ma la condividono…
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