Emmanuel Mouret, un Woody Allen in salsa francese


Sarà aperta stasera da Solo un bacio per favore la rassegna Primavera del cinema francese che fino al 20 aprile proporrà una serie di pellicole recenti dell’Oltralpe, al cinema Farnese di Roma. Il film, commedia sull’amore scritta, diretta e interpretata da Emmanuel Mouret vede accanto a Mouret, Virginie Ledoyen e il nostro Stefano Accorsi. Dopo il drammatico Venus et fleur e il divertente Cambio d’indirizzo entrambi selezionati dalla Quinzaine des Realisateurs del Festival di Cannes, Mouret, marsigliese classe 1970, racconta la storia di un triangolo amoroso nato dall’insolito favore che Nicolas chiede all’amica di sempre Judith: aiutarlo a guarire dall’astinenza da sesso di cui è vittima dalla fine della sua storia d’amore. Pur felicemente sposata, Judith accetta di dare un bacio e quel che segue all’amico convinta che nulla potrà frapporsi tra lei e il marito Claudio. Ma a volte voler baciare qualcuno diverso dal proprio partner si porta dietro conseguenze a cui non si era pensato. Selezionato dalle Giornate degli autori di Venezia 64, Solo un bacio per favore uscirà nelle sale italiane in 35 copie il 9 maggio con Officine Ubu.

 

Nel film due amici di vecchia data s’innamorano. Per lei la ricetta dell’idillio è dunque amicizia e complicità?
L’amore è difficile da definire. Sono partito da due dati: amicizia e attrazione fisica ma ci ho aggiunto la mia passione per le storie di persone che si conoscono da tanto e diventano amanti solo dopo molti anni. E’ un mio pallino quello di mostrare e cercare di capire l’aspetto capriccioso del desiderio che spesso ci colpisce a caso.

L’idea del film ha basi biografiche?
No. Ho scritto la sceneggiatura circa due anni fa in maniera molto veloce. Grazie al successo ottenuto da Cambio d’indirizzo io e il produttore abbiamo potuto fare un altro film in tempi brevi. Di Solo un bacio per favore mi affascinava che i personaggi parlassero dei loro sentimenti in modo così razionale e che fossero disposti anche a tradire il proprio partner pur di aiutarsi. Ma forse (scherza) volevo anche trovare il mezzo per promuovere un tipo di favori così tra amici.

Che implicazioni morali crede ci siano nella storia visto che si parla di far naufragare o meno un matrimonio?
Non c’è questione morale nel film, sono i personaggi semmai che si pongono delle domande. Ho riversato nell’intreccio un interrogativo che mi pongo spesso anche io ovvero è possibile realizzare i propri sogni all’interno di una comunità senza far soffrire le altre persone.

Come è finito nel progetto Accorsi?
L’ho incontrato sul set di un altro film e gli ho parlato di questo progetto, si è mostrato interessato e alla fine mi è sembrato quello che si era calato meglio nel personaggio. La nostra visione del film era molto simile. Ci siamo trovati così bene che ora faremo insieme anche il mio prossimo lavoro un melodramma sull’amore dal titolo Gli amanti della roccia, in cui Stefano avrà la parte di un don giovanni che tradisce di continuo la sua fidanzata. Così potrà prendersi una rivincita su Virginie Ledoyen, perché sarà lei a interpretare la donna ferita.

E’ stato paragonato a Woody Allen. Le piace il suo cinema e si rivede nel giudizio?
Amo molto i film di Allen, anzi forse faccio questo tipo di cinema proprio perché fin da adolescente sono rimasto colpito dai suoi lavori e da quelli di Eric Rohmer. I loro sono film non globalizzati, dove la scrittura è molto importante perché si tenta di raccontare un universo in modo da poterlo condividere con gli altri. Come Allen poi io recito nei miei film e ci tengo a realizzare un’opera elegante. Prima di girare Solo un bacio per favore ho studiato Manhattan e il lavoro fatto da Allen con il suo direttore della fotografia, Gordon Willis. Insieme hanno girato commedie buffe, sincere e divertenti con in più una certa eleganza, ingrediente che manca nelle commedie di oggi basate sulla battuta ad effetto. A me invece interessano anche bellezza e profondità.

autore
15 Aprile 2008

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