“E’ come se si spogliasse rimanendo nuda”, con queste parole, che sembrerebbero parlare di una donna, Elena Ferrante parla invece di un’opera, quella letteraria da lei creata, L’amica geniale, usando questa visione per spiegare il passaggio di uno scritto letterario in forma audiovisiva, processo a cui il suo romanzo è stato sottoposto per la creazione della serie tv diretta da Saverio Costanzo.
Le colonne de “Il Venerdì” di “Repubblica” ospitano oggi la prima intervista di Elena Ferrante che accetta di parlare del progetto audiovisivo. Nell’attesa della messa in onda in 8 puntate su Raiuno a fine novembre, dopo l’uscita-evento al cinema i primi giorni di ottobre, Elena Ferrante, che ha venduto il romanzo in 40 Paesi, 10 milioni di copie, esprime per la serie de L’amica geniale il timore che fu per L’amore molesto, quando divenne un film diretto da Mario Martone, ovvero la paura che “guardare” il proprio racconto possa crearle disgusto, facendole scoprire debolezze e mancanze. “Oggi è una condizione a cui mi espongo consapevolmente, con ansia ma anche con curiosità”.
Come lei stessa racconta, il progetto seriale è nato e cresciuto con un fitto scambio diretto con Saverio Costanzo: “Non si è trattato di un lavoro vero e proprio di sceneggiatura, non ne avrei avuto la competenza. Ho discusso piuttosto i testi scritti da Costanzo e dai suoi collaboratori intervenendo con proposte mie lì dove mi sembrava necessario. Ho lavorato insomma collocandomi tra l’idea del libro che mi pare di avere scritto e l’idea del film che gli sceneggiatori stavano mettendo a punto. Mi interessava quella postazione con tutte le difficoltà e le mediazioni che ne sarebbero derivate”.
Quello di Elena Ferrante non è stato solo un ruolo “narrativo”, ma ha anche preso parte al casting. “Le rare volte che volte che mi è stato chiesto di mettere bocca ho complicato le cose. Di fatto, se avessi dovuto scegliere io le due attrici, non ne sarei mai venuta fuori. La piccola Lilia di Costanzo, per esempio, mi sembra perfetta, e la piccola Elena ha momenti che fondano con efficacia la donna che diverrà”.
Un’esperienza questa che potrebbe aprire un filone per la Ferrante, che invece ha detto: “escludo categoricamente di lavorare in futuro per il cinema o la televisione”.
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