Sofia Scandurra è morta venerdì a Roma all’età di 77 anni. Pittrice, scrittrice e poetessa, ma anche drammaturga, regista e sceneggiatrice, sia per il cinema sia per la televisione. Donna di forte personalità, eclettica e anticonformista, ha lavorato sul set come aiuto di autori prestigiosi come Luigi Zampa, Mario Camerini e Dario Argento.Tra i film da lei firmati in prima persona il più noto è senz’altro Io sono mia del 1977 con Stefania Sandrelli e Michele Placido, tratto dal romanzo “Donne in guerra” di Dacia Maraini e considerato uno dei manifesti cinematografici del femminismo. Il cast, quasi interamente al femminile, comprende anche Maria Schneider, Anna Henkel, Gricha Huber, Gisella Burinato, Miriam Mahler. “Donne in guerra” è il libro che ha imposto la Maraini all’attenzione internazionale, una summa delle istanze femministe, sociali e politiche, degli anni ’70, ambientato in un’isola del golfo di Napoli dove la protagonista, una maestra, si trova in vacanza. Scandurra ha firmato anche molte regie in teatro e per la tv. Con Alessandro Blasetti, Cesare Zavattini e Antonio Leonviola (che è stato suo marito) ha fondato a Roma nel 1983 la “Libera università del cinema”, che ha diretto fino alla fine, insegnando in questi anni a migliaia di giovani l’uso della macchina da presa. Aveva quattro figli.
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