Dj Mazzoli dallo “Zoo” al cinema: “I tg sono più volgari di noi”

On air, diretto da Davide Simon Mazzoli è in uscita il 31 marzo in 200 copie con Medusa


Si intitola On air, ma un paio di settimane fa il film sulla “storia di un successo” – quello del Dj di Radio105 Marco Mazzoli – non era “andata in onda” come previsto al Baff – BustoArsizio Film Festival. La proiezione fu annullata tra le polemiche quando il direttore della manifestazione chiese – senza ottenerlo – di spostarla in una sala più grande per contenere anche il pubblico del festival oltre che gli invitati della produzione. Intanto su facebook alcune maestranze del film lamentavano di non essere state pagate. “E’ stata la produzione esecutiva ad avere delle mancanze in questo senso – ha spiegato oggi in conferenza stampa il produttore Daniele Gramiccia – ora noi stiamo sistemando la situazione, pur non essendo nostra responsabilità, e stiamo saldando i pagamenti”.

On air arriverà dunque in circa 200 sale con Medusa il 31 marzo, mettendo in scena la parabola di uno speaker – molto seguito e altrettanto controverso – che a soli 43 anni è protagonista di un libro (Radiografia di un Dj che non piace edito da Bur Rizzoli) e ora di un film autobiografico. È lo stesso Mazzoli a “metterci la faccia” sin dalla prima inquadratura in cui, guardando in macchina, dichiara: “Se esiste un mio angelo custode, di sicuro si droga”. Rievocata dal regista Davide Simon Mazzoli (cugino del dj) con un largo uso di grafiche, animazioni ed effetti visivi vòlti soprattutto ad assecondare il continuo passaggio dalla ricostruzione con attori al “dietro le quinte” con lo stesso Dj che si racconta, la storia di Mazzoli “è geniale, anche se non è quella di un genio, tipo Zuckerberg, ma di un ragazzo che ha seguito il suo sogno e ha avuto tanta fortuna, ma ha anche preso molti pugni in faccia”.

Nata nel 1999, la trasmissione Lo zoo di 105 – che ha portato al successo Mazzoli dopo una gavetta in diverse radio locali e un incontro fatale con Claudio Cecchetto – è un vero caso radiofonico, per i numeri degli ascolti ma anche per l’irriverenza e la sfrontatezza nel superare spesso i limiti a suon di parolacce. “Lo zoo ha aperto una strada a un linguaggio – rivendica Marco Mazzoli – da cui poi tutti hanno preso spunto. Quando abbiamo iniziato sembravano tutti bigotti, ora fanno come noi, ma il nostro è semplicemente un linguaggio di strada, da bar, cioè il luogo in cui ti svaghi per due ore dopo una giornata pesante. Ci accusano di volgarità ma Cruciani, ad esempio, ha ammesso di aver sviluppato lo Zoo in senso politico nella sua Zanzara. E poi credo che sia più volgare far vedere la gente massacrata nei tg”.

On air si focalizza comunque più sulla biografia di Marco Mazzoli che non sui contenuti dello Zoo di 105, seguendo le vicende del ghostwriter (il convincente Dario Eros Tacconelli) incaricato di trasformarla in romanzo. La sua ricerca porterà alla luce la parabola del Dj dall’adolescenza al presente tra scherzi, ragazzate, tradimenti. Quando non è lui stesso a raccontarsi sullo schermo, il Dj è intepretato dall’attore Giulio Greco. Diverse poi le partecipazioni illustri, da Ricky Tognazzi a Giancarlo Giannini, fino al cameo dello stesso Claudio Cecchetto, che affiancano il cast composto da Chiara Francini (nei panni della madre di Mazzoli), Katy Saunders (la moglie), Marco Marzocca (Mauro Dani). C’è anche qualcuno che manca, però, come Maccio Capatonda, anche lui tra i protagonisti dello Zoo, ma non del film, al contrario di Herbert Ballerina e Ivo Avido, che invece vi compaiono: “Maccio non ha potuto esserci perché è sotto contratto con un altro produttore – ha spiegato Marco Mazzoli – ma abbiamo usato un pupazzo con la sua voce. Comunque abbiamo ricevuto molti no, realizzare On Air è stato molto difficile proprio perché in mezzo c’erano il mio nome e lo Zoo”.

autore
29 Marzo 2016

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