Il dito puntato verso l’obiettivo, l’aria divertita e la pelle abbronzata di chi lavora da giorni sotto il sole cocente. E’ la foto scattata da Peter Sellers nel ’65 sul set di Caccia alla volpe. Ritrae Vittorio De Sica. Ora gira per le strade di Roma e Milano, manifesto pubblicitario del ‘Tributo’ a questo grande autore del cinema italiano. Una rassegna di cinque capolavori appena restaurati, Umberto D, La Ciociara, I bambini ci guardano, Ladri di biciclette e Miracolo a Milano, in programma dal 1° al 5 luglio nei cinema Metropolitan di Roma e Odeon di Milano. “Il restauro rientra nel progetto ‘Cinema forever’ di Mediaset e Medusa Film e riguarda il recupero di 20 film italiani – racconta l’attuale presidente Fedele Confalonieri – ‘Cinema forever’ fu fortemente voluto dall’ex presidente di Medusa Film, Carlo Bernasconi, scomparso lo scorso anno, e proprio a lui dedichiamo le due serate inaugurali”.
“Devo grande riconoscenza a Carlo. Quando gli chiesi i soldi per il restauro di Umberto D, me li accordò senza alcuna esitazione” racconta Manuel De Sica, figlio del regista.
Domani a Milano, prima della proiezione di La ciociara, la sala 1 del cinema Odeon sarà dedicata con una targa proprio a Bernasconi.
Ma dietro gli investimenti e la tenace volontà imprenditoriale c’è il lavoro certosino del ‘piccolo Giotto’, il mago della celluloide in bianco e nero Vincenzo Verzini, lo stesso che prima di restaurare, sviluppò e stampò capolavori come Roma città aperta, La dolce vita, La battaglia d’Algeri e La notte.
A presentare la rassegna anche Christian ed Emy De Sica. “Sono felice per papà, sarà contento per questa operazione. Molti film stavano andando in rovina – racconta Christian – I film che amo di più sono Umberto D, un film artisticamente severo che rispecchia la ipersensibilità artistica di mio padre e Miracolo a Milano, molto feroce come tutte le grandi favole”.
Emy, la figlia maggiore, ricorda la prima di Ladri di biciclette: “Papà era in fondo alla sala insieme a Roberto Rossellini. Aveva smesso di fumare da circa un anno, era nervosissimo. Roberto gli mise una sigaretta in bocca… Non ha più smesso”. Manuel De Sica ricorda il percorso professionale del padre e tira qualche somma: “La ciociara diede a mio padre la possibilità di ricominciare a girare, ma ho rivisto nei suoi occhi un balenio di gioia nel 1970, in occasione del Giardino dei Finzi Contini“. Manuel è polemico sull’etichetta “Neorealismo”: “I film di mio padre sono fatti di solidarietà umana e poesia. La parola ‘neorealismo’ non riesco proprio a farla quadrare”.
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