DAVID GRIECO


Lo chiamavano il Mostro di Rostov. Violentò, fece a pezzi e divorò più di cinquanta persone, soprattutto bambini. Non li rapiva, lo seguivano volontariamente, sembrava ipnotizzarli. Il suo processo coincise con la perestrojka: condannato a morte nell’ottobre del ’92, venne giustiziato, almeno secondo le fonti ufficiali, il 14 febbraio del ’94.
Il Mostro di Rostov, Andrej Romanovic Cikatilo, non è un semplice serial killer. E’ – o è diventato per David Grieco – l’emblema del lato oscuro del comunismo, “l’unica ideologia politica che abbia una visione spirituale dell’uomo, ma che ha finito per diventare cancellazione dell’uomo”. Per Grieco, giornalista e sceneggiatore, Cikatilo è l’ossessione di una vita. Dalle immagini del processo viste di notte in tv alla decisione, immediata, di partire per l’Ucraina e seguire il caso. Il materiale, faticosamente raccolto in un paese dove l’omertà sovietica era ancora dilagante, è confluito in un libro, Il comunista che mangiava i bambini, premiato al Noir. Ma sono trascorsi ancora dieci anni prima che quel libro potesse diventare un film, Evilenko, proposto in anteprima, sempre al Noir, attraverso un documentario di Luigi Gabbioneta prodotto da Sky (in onda venerdì 2 gennaio alle ore 23,10 su SKYCinema Max).

Perché hai impiegato dieci anni per arrivare al film?
Tutti i produttori a cui l’ho proposto, compreso Harvey Weinstein, si sono spaventati all’idea di un serial killer pedofilo. Weinstein, ad esempio, mi disse: ‘non possiamo mettere delle prostitute al posto dei bambini?’ Ma Cikatilo mi interessava proprio per la sua eccezionalità, era un uomo straordinario, e non volevo fare un film di bassa macelleria, non volevo perdere la prospettiva storica. Alla fine ho avuto l’idea di coinvolgere Mario Cotone, che da sempre faceva l’organizzatore ma era un esordiente come produttore, esattamente come io ero alla prima esperienza da regista.

E’ stato determinante il fondo di garanzia.
Sì, e non avrei mai immaginato di poterlo ottenere. Ero stato a lungo nella commissione per il credito e conoscendo i criteri… invece è andata diversamente.

Cikatilo era comunista, iscritto al partito.
E al processo cantava l’Internazionale… Ha una storia veramente particolare: era figlio di un nemico del popolo ucciso nelle purghe staliniane, era cresciuto in un orfanotrofio sovietico, allevato nell’odio di suo padre. Ebbe il privilegio di pronunciare l’orazione funebre per Stalin. Tutto questo puntellò la sua schizofrenia. Divenne un insegnante di letteratura russa, un pedagogo e un intellettuale. Oggi in Ucraina è una specie di mito punk, come Che Guevara.

Al processo non fu mai riconosciuta la sua follia.
Il giudice aveva fretta di concludere, Cikatilo voleva raccontare i dettagli dei suoi crimini, ma veniva interrotto. L’Urss aveva cancellato la malattia mentale e usato i manicomi per rinchiudere i dissidenti, cioè paradossalmente i più sani di mente…

Ipotizzi che Cikatilo non sia mai stato giustiziato.
E’ stato ‘Der Spiegel’ a pubblicare la notizia secondo cui scienziati tedeschi e americani avevano offerto una grossa somma per “comprare” Cikatilo e studiarlo. Del resto la notizia della sua morte è stata data con un dispaccio d’agenzia lapidario, contraddetto il giorno seguente da un’altra breve notizia… c’è qualcosa di misterioso.

E’ vero che il figlio di Cikatilo è diventato a sua volta un serial killer?
Sì, fu trovato che divorava un camionista, dichiarò di voler continuare l’opera intrapresa dal padre. Solo che lui si accaniva su persone adulte, di mezza età, e non più su bambini.

Protagonista del tuo film è Malcolm Mc Dowell.
La sua somiglianza con Cikatilo è impressionante, ma al di là di questo è straordinario. Credo che questo ruolo rilancerà la terza parte di una carriera iniziata con Arancia meccanica. Quasi contemporaneamente ha girato anche The Company di Bob Altman e so che la Sony sta investendo molti soldi per fargli avere una nomination all’Oscar.

L’altro protagonista è Marton Csokas.
E’ l’investigatore, colui che tenta di comprendere e sviscerare la follia di Evilenko senza avere alcuna nozione di psichiatria. E’ neozelandese ma proviene da una famiglia di ebrei ungheresi e questo gli consente di calarsi profondamente nel contesto sovietico. Presto lo vedrete anche in Follia dal romanzo di Patrick McGrath e nel kolossal di Ridley Scott sulle Crociate.

Il film è nel listino Mikado.
Uscirà in primavera, ma c’è una fondata speranza di andare a Cannes.

autore
07 Dicembre 2003

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