Dario Viganò


La diretta di cinematografo.it, garantita da una redazione di sette persone che ha il suo quartier generale all’Hotel Excelsior, è tra le più seguite dal popolo di internet. Ma la presenza dell’Ente dello spettacolo alla Mostra non si ferma qui. Voce cattolica ma “disinibita”, il mensile del gruppo, La “Rivista del Cinematografo”, ha dedicato la copertina di settembre al divo di Ultimo tango a Parigi, Marlon Brando, e nello speciale Venezia 2004 ospita anche un’intervista a Regina Nemni, che ha offerto a Michelangelo Antonioni un’interpretazione ad alto tasso di Eros. Al nuovo presidente dell’Ente dello Spettacolo, Dario Viganò, un sacerdote che preferisce non essere chiamato don Dario e che viene al festival da quando collaborava con il cardinal Martini, abbiamo chiesto di raccontarci la sua prima Venezia da direttore della rivista e del sito.

L. BacalovNel giorno dell’omaggio a Massimo Troisi, voi ospitate Luis Bacalov, Oscar per le musiche del Postino, per il primo degli eventi organizzati dall’Ente.
Bacalov (nella foto) è il testimonial del Dizionario dei Musicisti per lo schermo di Ermanno Comuzio, due volumi di 600 pagine corredati da un cd rom. Il dizionario è la prima pubblicazione di una nuova serie, in cui inseriremo anche alcune tesi di diploma al CSC e studi di storia e critica del cinema.

Avete anche curato un restauro.
Quello di Inferno. È un ritrovamento della Filmoteca Vaticana di cui siamo particolarmente orgogliosi: abbiamo realizzato questo evento in collaborazione con la Cineteca Nazionale perché in realtà di film con lo stesso titolo ce ne sono due, entrambi del 1911. Un Inferno ufficiale e un altro girato in tutta fretta per sfruttare la pubblicità legata al primo. Un caso di falsificazione di un marchio ante litteram.

Poi c’è il Premio Bresson, che va quest’anno a Wim Wenders, dopo Anghelopoulos, Zanussi e De Oliveira.
Sì, abbiamo scelto Wenders perché è un regista che sa trasmettere emozioni che nascono da un’indagine non ideologica dei drammi umani.

Lo considera un autore spirituale?
Bisogna capirsi su cosa si intende per spirituale, non va inteso come il “non materiale”. In questo senso, lo sguardo di Wenders indaga la verità dello spirito delle persone. Certo, non direi che sia uno sguardo cristianamente determinato. Ma è possibile partire dallo spirito con la s minuscola per arrivare allo spirito con la s maiuscola.

C’è un film che attende con particolare interesse?
Certamente il film di Gianni Amelio, Le chiavi di casa. Avendo letto il libro di Pontiggia e per l’interesse al tema della diversità, che è anche al centro del lavoro di Stefano Rulli. Ma poi credo che si tratti anche di due riflessioni sul rapporto padre e figlio che è cruciale per la contemporaneità in una società, come la nostra, di padri infantili.

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05 Settembre 2004

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