Danny Boyle, il mio thriller vi ipnotizzerà

In uscita il 29 agosto "In trance", il nuovo film del regista britannico che sta lavorando al seguito di "Trainspotting"


La Fox chiede ai giornalisti di non rivelare i colpi di scena del film. Giustissimo, anche perché il gioco di In trance, il nuovo film di Danny Boyle in uscita il 29 agosto (a inizio estate c’è stata un’anteprima al Festival di Taormina) sta tutto lì, nel continuo rovesciamento di fronte e prospettiva, nell’ambiguità dei personaggi, che non si sa mai, fino all’ultimo, se siano buoni o cattivi, con chi siano alleati, di chi siano innamorati o nemici, se stiano dicendo la verità. Insomma nel perdersi nel labirinto. Il film, un thriller che riporta il regista britannico a certe atmosfere allucinogene del suo primo cinema, pur senza averne la forza trasgressiva o l’inquietudine proletaria, si apre su una rapina da milioni di sterline: nella casa d’aste dove lavora il giovane Simon (James McAvoy) viene trafugata una preziosissima tela di Goya, Streghe in aria, un dipinto del 1798. L’uomo è un esperto d’arte (la sua grande cultura influenza persino i suoi gusti sessuali) che fa parte dello staff addestrato per mettere in atto le procedure di salvataggio delle opere. Ma durante un’emergenza, riceve un forte colpo in testa e perde la memoria. Non è un eroe, però. Come scopriamo ben presto, era lui il basista della banda e ha nascosto lui la tela ma non si sa dove: i suoi complici, guidati dal fascinoso e violento Vincent Cassel, dopo averlo torturato invano per farlo parlare, lo spediscono da una bellissima ipnoterapista (Rosario Dawson) che dovrebbe trovare la chiave d’accesso alla sua psiche traumatizzata.
“Volevo provare ad aggiornare il noir senza riproporre citazioni o stilemi del genere – dice il regista, famoso anche per aver diretto il corto inaugurale delle Olimpiadi di Londra nel 2012 – Ho cercato di appropriarmi di quel mondo in un contesto più moderno, dal momento che la mente è un luogo interessante da esplorare in un film, per pormi delle domande sulla coscienza, il subconscio e quello che abbiamo sotto controllo”. Più o meno nulla a giudicare dal plot volutamente spiazzante che mette in scena anche un triangolo amoroso fra i tre protagonisti. “All’interno di questo triangolo – spiega ancora Boyle – si instaurano dinamiche fantastiche perché non è chiaro a chi appartenga la storia. All’inizio del film sembra che sia quella di Simon, poi pare che al centro della vicenda ci sia Franck, infine è Elizabeth ad attrarre tutto”. In particolare il regista, premio Oscar per The Millionaire, era attratto dall’idea di fare un thriller centrato su una donna. “Ho fatto molti film con grandi personaggi femminili, ma i miei protagonisti sono sempre stati uomini, Ewan McGregor o Cillian Murphy, Dev Patel o James Franco o Leonardo DiCaprio, finalmente ho messo una donna al centro dell’azione e l’ho resa capace di tenere testa a tutti”. E questo proprio grazie alla tecnica dell’ipnosi e all’enorme potere che questa può dare all’ipnotista (specie su un 5% della popolazione particolarmente suggestionabile). “Può persino indurre una cecità temporanea, perché il soggetto crede veramente di essere cieco finché non gli viene ridata la vista”. Danny Boyle intanto sta lavorando al sequel di Trainspotting a 17 anni da quel film di culto: tratto dal seguito del romanzo di Irvine Welsh si intitolerà Porno, proprio come il libro, e avrà tra i suoi protagonisti ancora una volta Ewan McGregor insieme agli altri “ragazzi”, gli anni passano ma loro restano sempre i soliti bastardi. 

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05 Agosto 2013

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