‘Cyrano’ magnifico nano (in musical)

‘Cyrano’ magnifico nano, senza bisogno del suo naso


Cyrano, senza il suo iconico naso, poeta del dramma amoroso “in Sicilia”: la Francia di fine ‘600 è stata magnificamente adattata nell’area orientale dell’Isola, tra Scicli e Noto, con Peter Dinklage (Tyrion Lannister de Il trono di spade) magnetico interprete del film diretto da Joe Wright in anteprima europea e Selezione Ufficiale alla Festa del Cinema di Roma, adattamento dal musical di Erica Schmidt, opera teatrale in cui lo stesso attore americano è stato il de Bergerac di Edmond Rostand, così come Haley Bennett era – ed è tornata ad essere anche sul grande schermo – l’amata Roxanne. 

“Penso che l’esperienza di vita di Peter abbia molto a che fare con l’affinità al personaggio, ha dato un pathos profondo. E Haley ci dà una versione di Roxanne molto più profonda che in passato; è lei che mi ha invitato a vedere una produzione teatrale in cui era coinvolta, scritta e diretta da Erica Schmidt: non avevo previsto l’effetto che quella versione illuminante della storia classica potesse avere su di me, quando mi sono reso conto, subito ho deciso di adattarlo per il cinema. Ho sempre sentito affinità con il personaggio di Cyrano”, spiega Wright. “Ho una storia d’amore con il cinema italiano che dura da tantissimo, è il cinema più bello: mio padre mi ha fatto crescere con Ladri di biciclette, tra i contemporanei adoro Sorrentino. Ho sempre cercato l’opportunità di lavorare in Italia: al punto della decisione delle location, nel pieno del lockdown, abbiamo pensato dove potessimo tenere sotto controllo i numeri e un’isola ci sembrava ideale, inoltre volevo ricreare uno spazio di sogno e Noto per me lo è, è uno dei luoghi più romantici che riuscissi a immaginare; sull’Etna abbiamo girato la battaglia: una follia, si scivolava sulla neve non prevista, e l’ultimo giorno ha cominciato anche a eruttare”, continua il regista, palesemente entusiasta del nostro Paese.  

Le parole sono coreografie e sfide verbali, giochi d’abilità poetica tanto quanto la spada: Cyrano è maestro del verbo e della lama, ma la consapevolezza della propria immagine di nano, il suo dolore per questa diversità – e, in particolare, l’idea di sentirsi inadeguato allo sguardo della fanciulla amata – non gli conferiscono l’ardire di confessare il proprio travolgente sentimento, reso muto per l’intera esistenza, o quasi: “il mio destino è amarla da lontano” perché lei è la perfezione, confessa all’amico e compagno d’armi Le Bret (Brian Tyree Henry). Così Cyrano, étole della scrittura, veicola il proprio amore per Roxanne nelle lettere che scrive alla stessa per conto del cadetto Christian Neuvillette (Kelvin Harrison Jr.), arso d’istinto amoroso ma affatto pervaso dall’abilità della parola. “La questione è come noi vediamo noi stessi: il body shaming parte dall’interno di noi; nessuno si sente a proprio agio fino in fondo nella propria pelle. Siamo molto consci, soprattutto oggi, del nostro aspetto, rispetto al passato: penso che Cyrano sia universale per identificare chi è diverso fisicamente ma anche chi è insicuro sulla possibilità di essere amato”, riflette l’attore protagonista. 

Dunque, il Cyrano di Wright – e della Schmidt prima, qui poi sceneggiatrice del film – “perde il naso”, il segno più popolare e iconico del poeta spadaccino, senza però perdere il fascino e la tempra del personaggio classico. La scelta  di un interprete portatore di un proprio particolare profilo (la patologia per cui l’altezza naturale di Peter Dinklage è di 135cm è la acondroplasia) che potesse di per sé essere specchio del concetto essenziale della difficoltà di Cyrano dell’immaginarsi accettabile per bellezza alla sua Roxanne, è una dimostrazione di come un’opera classica – laddove non strapazzata nella sua essenza – possa essere adattata e resa eclettica senza disorientare lo spettatore, anzi, se possibile, offrendo una chiave altrettanto efficace, affascinante, commovente e ambasciatrice dello spirito di rispetto da nutrire verso qualunque diversità, a dimostrazione che la stessa non dev’essere un limite né generare un senso d’inferiorità, infatti Cyrano, finalmente tra le braccia della fanciulla che gli dichiara il proprio sentimento, contraccambia ma specifica: “…e io ho amato il mio orgoglio”.

 “Questa è una grande opera letteraria che però ancora parla al nostro tempo. Sono un attore, quindi mi nascondo dietro molte maschere, e questo c’è nel mio personaggio: qual è il vero io dietro le maschere? Nelle lettere di Cyrano c’è una somiglianza con l’attuale retro della comunicazione contemporanea, cioè la versione di noi stessi che vogliamo presentare al mondo: è così che Cyrano sta usando l’identità di qualcun altro, concetto attualissimo nell’esperienza presente della tecnologia. Il trucco era cogliere il cuore del testo di Rostand e trasformarlo in due ore per un pubblico contemporaneo: trasformare le lunghissime lettere in canzoni era cosa molto efficace, la musica arriva direttamente al cuore, perché il ritmo è il battito”, dice Dinklage. 

Il tripudio estetico del film – dalle scenografie ai costumi, di Massimo Cantini Parrini – rapisce lo sguardo dello spettatore, ma la messa in scena non si limita a questa bellezza oggettiva, radicandosi invece su un solidissimo profilo protagonista e la garanzia di un equilibrio mai stucchevole tra parola, canto e danza: le musiche sono state curate dai The National. “Siamo in pieno ‘700. Poter lavorare con Joe è stato un sogno: sono stato chiamato un mese prima delle riprese, e lui ha avuto molta pazienza, anche per la chiusura delle frontiere causa pandemia, per cui non arrivavano le stoffe. La sua grande cultura visiva ha incontrato il mio gusto di arrivare all’anima delle cose: è un film meraviglioso anche per la condivisione delle idee, e la mia ispirazione è arrivata entrando nei musei e nella visione delle trasparenze degli acquerelli. Il ‘700 così è completamente alleggerito, la leggerezza degli abiti è un po’ rara da vedere nel cinema. È una delle esperienze più belle che abbia vissuto: ho visto il film e credo Joe sia stato un magnifico burattinaio”, dichiara il costumista. 

Il film esce – distribuito da Eagle Pictures – nella sale italiane da febbraio 2022.

 

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