Francesca Comencini, nel ritirare il Premio Pasinetti per la regia de Lo spazio bianco, assegnato dal Sindacato Giornalisti Cinematografici Italiani, ha sottolineato che “questo piccolo film mi ha permesso di parlare di qualcosa di grande, della difficoltà e dell’intimità di qualsiasi storia di maternità, e di quello che conosco meglio e cioè la condizione di madre che rappresenta il centro della mia vita. I miei tre figli rappresentano tutto quello che so, e mi permettono di fare tutto quello di buono che faccio. Sono convinta che chi cresce da sola un figlio è una famiglia, così come lo è anche una famiglia allargata e mi permetto di dissentire da quanto affermato recentemente dal Papa: i miei figli non sono ne orfanì né abbandonati a loro stessi, né rovinati”.
Alla fine dell’incontro con la stampa la regista ha ricevuto dal presidente del Movimento per la vita, Carlo Casini, il Premio Gianni Astrei istituito dal Fiuggi Family Festival per premiare il film che si sia contraddistinto per i contenuti più “pro life” tra quelli in concorso a Venezia. Subito dopo, però, la Comencini ha voluto leggere una dichiarazione in cui ha messo in evidenza come il suo film, raccontando una storia personale, non ambisca ad essere un messaggio né una bandiera. “Sono per la vita anch’io, ma attraverso un percorso radicalmente opposto a quello del Movimento che mi onora di questo premio. Essendo una madre single di tre figli, la mia famiglia non è quella che viene difesa nelle piazze dal Family Day ma non accetterò mai che venga considerata di serie B”, ha affermato. “Vorrei che mia figlia o tutte le sue coetanee, potessero avere accesso alla pillola anticoncezionale o alla pillola del giorno dopo, o nel caso di una gravidanza non desiderata potessero interromperla”, ha aggiunto, difendendo la legge 194. “Il movimento per la vita, é un esercito che combatte, seppur pacificamente, una battaglia che non è la mia: non è contro le donne che si milita per la vita, anche se siamo entrambi dalla parte della vita”, ha concluso.
Carlo Casini, si è detto rispettoso delle opinioni della regista pur essendo in disaccordo con lei, l’ha invitata a discutere in futuro dell’argomento con maggiore profondità ed ha aggiunto, dicendosi entusiasta de Lo spazio bianco: “Sapevamo che le posizioni della Comencini profondamente distanti dalle nostre, ma non abbiamo esitato ad assegnarle il Premio proprio perché abbiamo colto nel suo film una sensibilità nell’affrontare i temi della vita e della maternità che va oltre e prescinde dalle posizioni ideologiche. Penso che molte madri nei prossimi anni potranno dire ai loro figli: “Tu sei nato perché ho visto Lo spazio bianco: questo film salverà molte vite umane”.
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