Giovedì 13 gennaio alle ore 18 alla Casa del Cinema di Roma si terrà un incontro moderato da Alberto Anile (Cineteca Nazionale) con Liliana Cavani, Pino Donaggio e Anton Giulio Mancino per la presentazione del volume Come sinfonia di Pino Donaggio e Anton Giulio Mancino.
Considerato lo spropositato numero di biografie e autobiografie che regolarmente vengono pubblicate, era davvero scandaloso che non ce ne fosse una dedicata a Pino Donaggio (Burano, 1941), uno dei più grandi compositori contemporanei. Ci ha pensato Anton Giulio Mancino, docente di Cinema all’Università di Macerata e critico cinematografico che all’unisono con il Maestro ha composto una sinfonia in quattro movimenti. Non un’autobiografia, dunque. E nemmeno una biografia. Quanto piuttosto una sorta di docufiction, di concerto dove il flusso dei ricordi del è una ouverture ideale e Anton Giulio Mancino un ipotetico direttore d’orchestra capace di trascrivere in chiave narrativo-romanzesca l’esistenza dall’andamento musicale di Donaggio.
Perché, come scrive Mancino, “la sua vita intera può essere idealmente letta, suddivisa o ascoltata in quattro movimenti o tempi, come una sinfonia. Una vita che si fa in quattro è davvero così, come sinfonia”.
Antidivo per eccellenza, genio senza sregolatezza, discreto e misurato, musicista completo, violinista, compositore e cantautore allergico ai musicarelli, inguaribile ultimo romantico, Pino Donaggio non assomiglia a nessuno. Violinista enfant prodige al Conservatorio di Venezia e di Milano, debutta come cantautore a 17 anni e a 19 con Come sinfonia partecipa per la prima volta al Festival di Sanremo, dove tornerà nei decenni successivi non solo come cantautore, ma anche in veste di direttore artistico, giurato e presidente della giuria di qualità.
Esordisce nel 1972 come autore di colonne sonore con il film di Nicolas Roeg, A Venezia… un dicembre rosso shocking. Diventa dal 1976 con Carrie il compositore prediletto di Brian De Palma e intensifica la sua attività di pluripremiato compositore cinematografico di fama internazionale. Ha lavorato molto per la televisione, la sua ultima fatica, in tal senso, è la celebre fiction Don Matteo. Ha ottenuto due candidature ai David di Donatello, due ai Nastri d’Argento, sei al Golden Globe. Nel 2019 è stato insignito del Premio Tenco alla carriera.
La Cineteca Nazionale non poteva non presentare questa importante monografia, con una prefazione di Terence Hill, editata da Baldini e Castoldi, accompagnando l’incontro con la proiezione di uno dei capolavori di Liliana Cavani, Interno berlinese (1985), musicato da Donaggio.
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