Sono da poco passate le dieci del mattino ma la sala del cinema Adriano è già gremita. Centinaia di studenti delle scuole superiori romane accompagnati dai loro professori aspettano impazienti l’arrivo delle due star che interverranno all’evento: Marco Bellocchio e Fabrizio Gifuni. Dopo le due giornate dedicate ai protagonisti di C’è ancora domani e Nostalgia, infatti, oggi è il turno di Esterno Notte, la pluripremiata serie in sei episodi declinata anche in un film per il grande schermo, che nel 2023 ha incassato ben 4 Premi e 18 candidature al David di Donatello, oltre all’European Film Award.
Come per i film e gli incontri precedenti, la proiezione di Esterno Notte fa parte del programma di Cinema, Storia & Società nell’ambito dei Progetti Scuola ABC, che accompagna gli studenti e le studentesse delle Scuole Superiori di Roma e Lazio alla scoperta della settima arte.
I cinquanta minuti dell’ultimo e drammatico episodio della miniserie che racconta la tragedia umana e politica del caso Moro lasciano ammutolita la platea dei ragazzi, che si scatena in un forte applauso non appena inizia a scorrere il primo titolo di coda. Accanto al regista ci sono Miguel Gotor – nei due ruoli di consulente storico per la sceneggiatura e assessore alla Cultura di Roma Capitale – e il protagonista, che ormai da anni, in teatro e al cinema, interpreta in maniera formidabile il personaggio che sembra essere tagliato per lui, perfettamente incollato addosso, a un livello impressionante: Aldo Moro.
“Per me è stato un grandissimo onore essere chiamato a collaborare da un maestro del cinema mondiale come Bellocchio”, racconta Gotor, il primo a intervenire dopo un rapido saluto della coordinatrice dei Progetti, Giovanna Pugliese. “Da sempre c’è una tensione tra l’epica e la storia, e noi come occidente l’abbiamo sviluppata da millenni. Abbiamo un esempio di storico classico che è Erodoto e un esempio di scrittore epico che è Omero. Il tema può essere la guerra di Troia, come il caso Moro, un evento che è accaduto si poggiano e si poggeranno i millenni del tempo che verrà dopo”.
“Come e cosa mi ha fatto decidere di fare questa serie?” È Marco Bellocchio a rispondere alla prima di un fiume di domande da parte dei ragazzi. “Direi il quarantennale della tragedia che ha avuto protagonista Aldo Moro, con le tante celebrazioni e ricostruzioni di vario tipo: la mia idea è stata quella di creare un controcampo che in Buongiorno notte (2003) avevo ignorato per ragioni artistiche: lì infatti “l’esterno” alla prigione era la televisione, che i terroristi vedevano tutto il giorno. Quindi la mia attrazione era quella di cercare di rappresentare una serie di protagonisti di questo dramma, quelli che stavano fuori dalla prigione: Cossiga, il Papa, lo stesso Moro in famiglia prima del sequestro, la famiglia, e anche la coppia di terroristi che parteciperanno al sequestro”. Su questa tragedia italiana che ha un’importanza storica straordinaria ognuno dice la sua, e io ho fatto una scelta: nella preparazione ho incontrato anche l’ex br Mario Moretti, mi sono attenuto in generale alla sua versione, e a quella prevalente tra gli ex terroristi. Omero e Erodoto, per l’appunto, sono due giganti che in questo tipo di operazione sono strategici, nel senso che qui c’è la storia e la libertà, la fedeltà e la infedeltà”.
“Io ho avuto l’occasione di fare qualcosa che capita rarissimamente nella vita di un attore, cioè di incontrare lo stesso personaggio più volte”, racconta Gifuni. “Mi è successo dieci anni fa la prima volta, con Romanzo di una strage di Marco Tullio Giordana, in un film su un altro capitolo decisivo della storia d’Italia, la strage di piazza fontana, dove il regista mi aveva chiamato a interpretare un Moro più giovane, all’epoca ministro degli Esteri. Poi nel 2018 ho iniziato a lavorare per un progetto del salone del libro di Torino, dove il direttore mi chiese di preparare un lavoro di drammaturgia, sempre su Moro: io ho scelto di lavorare sulle ‘carte’, ovvero su quel che Moro ha scritto in quei 55 giorni di prigionia, che avrebbe meritato in un Paese normale di diventare il testo centrale di storia contemporanea per le scuole. Ma a causa del problema dell’Italia con la sua memoria, le carte di Moro sono sprofondate in una specie di pozzo nero, e quindi io ho deciso di occuparmene e portarle in teatro (Con il vostro irridente silenzio, 2018-2024). E poi è arrivato l’incontro con Marco (Bellocchio, ndr), che proprio in occasione del quarantennale ha iniziato a lavorare sul suo progetto. Quindi aver avuto l’occasione di essere Aldo Moro per la terza volta mi ha dato sicuramente la possibilità di esplorare da tanti punti di vista il suo personaggio, e spero di essermela cavata bene. Devo dire che quando rivedo le mie interpretazioni al cinema, le prime e anche le seconde visioni per me sono sempre una sofferenza mostruosa, vedo solo quel che non avrei dovuto fare, quel che ho sbagliato o avrei voluto fare e non ho fatto… qui devo dire che ho fatto pace più velocemente”.
La miniserie in sei episodi Esterno Notte è diretta da Marco Bellocchio e vede protagonista Fabrizio Gifuni che interpreta Moro, Fausto Russo Alesi il ministro dell’Interno Francesco Cossiga, Toni Servillo è Paolo VI, Margherita Buy è la moglie di Moro. Con loro Paolo Pierobon, Gabriel Montesi, Daniela Marra, Pier Giorgio Bellocchio e Gigio Alberti.
Cinema, Storia&Società è promosso dall’Assessorato Lavoro, Università, Scuola, Formazione, Ricerca e Merito della Regione Lazio nell’ambito del PR FSE+ Lazio 2021-2027 con l’Assessorato alla Scuola, Formazione e Lavoro di Roma Capitale attraverso Zètema Progetto Cultura, in partenariato con Giornate degli Autori, Cinecittà e la Direzione Generale Cinema e audiovisivo del Ministero della Cultura.
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