Le istituzioni
Carlo Azeglio Ciampi, capo dello Stato – Gassman ha interpretato con la stessa bravura personaggi del teatro classico e caratteri della commedia italiana. Ha coniugato rigore e ironia, fisicità e spirito, serenità e angoscia.
Giuliano Amato, presidente del Consiglio – Ripercorrere la sua vita significa ricordare le pagine più belle della nostra cultura teatrale, cinematografica e televisiva.
Nicola Mancino, presidente del Senato – Spinto da altissima passione morale e implacabile sete di conoscenza, Gassman non si è mai riposato sugli allori. Instancabile animatore culturale ha innovato e dettato stili, rotto clichè, innestando la grande tradizione teatrale italiana, di cui resta uno dei figli migliori.
Lionel Jospin, primo ministro francese – Un attore che ha incarnato alla perfezione l’immagine brillante del cinema italiano, con talento immenso e grande eleganza.
Walter Veltroni, segretario Ds – Gassman ha raccontato con delicatezza e intelligenza tanti anni della nostra storia. Alcune delle pagine migliori del cinema e del teatro le ha scritte lui.
Gianni Borgna, assessore alla Cultura di Roma – Roma ricorderà l’attore con molte iniziative. È giusto far conoscere, specie ai giovani, i suoi film, il suo teatro e le sue poesie.
Fausto Bertinotti, segretario Prc – La definizione di mattatore credo gli tocchi, era un mostro sacro dello spettacolo.
Renato Nicolini, presidente Palaexpò – Un teatro popolare ma anche di ricerca a due passi dal Palatino: era uno dei sogni di Vittorio Gassman. Ora lì ci sono gli studi Mediaset.
Colleghi e amici
Monica Vitti – Non si può dimenticare. Lavorare e studiare insieme è stato bellissimo. Ci siamo visti solo pochi giorni fa.
Mario Monicelli – Mi mancherà soprattutto l’amico, non tanto il grande attore, mi mancherà la persona con cui discutere, chiacchierare, passeggiare.
Alberto Sordi – Ogni volta che ci incontravamo, Vittorio ricordava come agli inizi della carriera lui, con maggiore esperienza di teatro, aveva imparato tante cose da me, più esperto di cinema.
Giorgio Albertazzi – È stato un eroe del teatro. Il suo regno era il palcoscenico, anche se ha dato nel cinema, che lui diceva di non amare, un’immagine molto icastica del suo talento. Era un’anima fragile e potente in un corpo da discobolo.
Enrico Montesano – Abbiamo lavorato insieme nel “Conte Tacchia” e non posso scordare che arrivavo alle 8 sul set e lui era già pronto nella roulotte.
Peppino Patroni Griffi – Ultimamente era depresso e non sapeva perché. Qualcosa lo tormentava, forse non gli piaceva l’idea della morte.
Citto Maselli – Nel Sorpasso e in C’eravamo tanto amati ha dato due personificazioni straordinarie dell’arroganza borghese nella nuova società italiana.
Gigi Proietti – Ci ha fatto un brutto scherzo, non ce l’aspettavamo. Mi consola solo essere riuscito a regalargli un’ovazione quando l’ho citato nel mio ultimo spettacolo.
Gabriele Lavia – La vita e l’opera di Gassman formano il suo grande spettacolo.
Paolo Villaggio – Era la persona più divertente che abbia mai conosciuto. Era con Tognazzi e Ferreri il mio amico più intimo.
Nino Manfredi – Era generoso: pretendeva prima da sé e poi dagli altri.
Claudia Cardinale – Non riesco a crederci. Sembrava immortale.
Enrico Lucherini – Tempo fa mi confidò: “Voglio essere impagliato e voglio che nella mia bara ci sia il registratore per continuare a sparare le mie cazzate”.
Carlo Verdone – Se ne va un talento a 360 gradi. Non è da tutti attraversare tonalità dal tragico al drammatico, dal brillante al malinconico, al comico.
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La redazione va in vacanza per qualche giorno. Riprenderemo ad aggiornare a partire dal 2 gennaio. Auguriamo un felice 2018 a tutti i nostri lettori.
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