‘Christian’, super eroe italiano con riferimenti a Monicelli, Risi, Scola

La nuova serie Sky Original, supernatural crime, protagonista Edoardo Pesce, diretta da Lodovichi e Cinardi. Con Santamaria e Sastri, dal 28/1 su Sky e NOW


“Diffido un po’ dai messia: ci sono tante persone che fanno piccoli miracoli quotidiani, senza voler essere retorico. A Christian, mi ci sono affezionato: è la prima volta che interpretavo un protagonista di serie e la prima cosa che ho avvertito era il poter inserire caratteristiche che fossero già un po’ mie; l’ironia, il cazzeggio, sono un po’ parte di me. È un ragazzo molto semplice, non avido, che non anela al potere: gli capita un dono, che accetta senza grandi aspirazioni, con una semplicità positiva. La scrittura del progetto, poi, era molto bella, è stato un po’ come stare sul velluto”, commenta Edoardo Pesce, il protagonista. 

Sky Original punta su una serie supernatural crime, prodotta con Lucky Red, disponibile su Sky Atlantic e NOW dal 28 gennaio: 6 episodi da un’idea di Roberto “Saku” Cinardi, anche regista con Stefano Lodovichi, inoltre produttore creativo. La serie è liberamente ispirata a Stigmate, graphic novel di Claudio Piersanti e Lorenzo Mattotti.

“È molto complesso trovare un aggettivo per definire Christian: qualcosa di unico, che fa stupire, fa intrattenimento, che normalmente non trovi facilmente nel mercato; portiamo un genere poco trattato nel panorama europeo e Christian è sfidante: ci siamo resi conto di avere tra le mani qualcosa che rivoluzionava un po’ tutti gli archetipi di genere, che come ha sorpreso noi speriamo faccia con lo spettatore, perché Christian non è ciò che sembra essere fino alla fine”, per Sonia Rovai, director scripted production Sky Italia.  

“La genesi del progetto è stata abbastanza lunga: Christian ha un dono imponderabile che può dare speranza in un ambiente cupo, lo fa anche con molta ironia, con un’azione non violenta, da fumetto. Qual è la vera natura di Christian? Ci spiazza”, prosegue Andrea Occhipinti – Lucky Red. 

Christian è Edoardo Pesce, appunto: Christian è un energumeno quarantenne, che vive facendo “il picchiatore” per conto del “fratello” Lino (Giordano De Plano), boss della “Città-Palazzo”, profonda periferia stratificata, contesto criminale dall’atmosfera un po’ sospesa, in cui vivono, insieme a Italia, l’attrice Lina Sastri, madre adottiva, da tempo malata di Alzheimer; e poi ci sono Davide (Antonio Bannò), figlio di Lino e Anna (Milena Mancini), grande amico del protagonista; Rachele (Silvia D’Amico), vicina di casa con problemi di tossicodipendenza; Tomei (Francesco Colella), medico clandestino del quartiere, veterinario; Penna (Gabriel Montesi), Sergio e Stefanuccio, “colleghi” di Christian. Ivan Franek Giulio Beranek sono Padre Klaus e Biondo.  

Per Stefano Lodovichi, Christian è stata: “Un’esperienza incredibile perché ho potuto confrontarmi con colleghi e un contesto fenomenali, nel tentativo di creare un mondo originale. La memoria va alle Vele, archetipiche di Gomorra: abbiamo cercato un’identità forte, unica, colorata, divertente, creando il micro mondo di Città-Palazzo, con una fauna meravigliosa, prendendo qua e là pezzetti di Roma (in particolare Corviale, ndr). Ci sono riferimenti alla Commedia italiana, ai suoi grandi protagonisti, al cinema di Monicelli, Risi, Scola, che ha raccontato pasticcioni inadeguati alla realtà che vivono. Sono tutti personaggi con un trauma, alla ricerca di una soluzione, la cui ricerca porta a far sempre peggio; Dan Brown è un mondo molto bello, ma non il nostro: portiamo verso la scoperta di qualcosa di misterioso ma altrettanto concreto; Christian – come tutti i personaggi – ha bisogno di trovare risposte per la sua vita, ci confrontiamo con i piccoli grandi misteri della vita umana”. 

“Un riferimento è stato Brutti, sporchi e cattivi di Scola: la deriva Dan Brown non può esistere. Tomei ne ha compreso perfettamente il cinismo: vive in un mondo separato, ha rinunciato alla sua dimensione borghese per punire un dolore di cui si sente colpevole, per cui congela i sentimenti e usa le persone come funzione”, riflette l’attore Francesco Colella

In questo universo poco limpido, o limpidissimo secondo le specifiche del contesto, Christian desidera un mestiere meno sporco e più remunerativo, ma le circostanze sembrerebbero poter solo peggiorare per via di un misterioso e perenne dolore alle mani, fino a quando appaiono due stimmate. È sulle tracce di Christian che fa capolino Matteo – Claudio Santamaria, traduttore vaticano di testi sacri, in cerca di segni e conferme a un evento miracoloso che cambiò la sua vita. 

Christian è una storia che nasce nel 2012 da un mio cortometraggio, anche videoclip di Salmo: da lì l’idea di sviluppare un concept di serie o di film”, spiega il co-regista e ideatore del progetto, Roberto “Saku” Cinardi. “È stato fondamentale il Torino Short Film Market per destare l’interesse di alcune realtà, tra cui Lucky Red: Christian è arrivato dal nulla fino a Sky Atlantic, per me una grande soddisfazione. Gabriele Mainetti aveva interpretato il corto, che nasceva prima di Jeeg Robot: certo, ci sono delle somiglianze, dei sapori affini sulla periferia, ma qui c’è un super potere che è una dannazione”. 

E – anche lui dal film di Mainetti – la voce di Claudio Santamaria: “Sono anni che aspettiamo di aprire le porte al genere, con temi universali che sappiano parlare anche all’estero, e non riflettano l’io dell’ombelico di chi scrive: la bravura di noi italiani è saper far nostri certi soggetti, come i super eroi, che parlano alla contemporaneità attraverso il divertimento, cosa che sapeva fare la nostra Commedia. C’è bisogno di genere e di capire che il cinema, oltre che profondo e raffinato, è anche intrattenimento: viva il coraggio che s’è sbloccato nel nostro Cinema, quello stesso che ha fatto Scuola al mondo”. E del suo Matteo aggiunge: “Un personaggio con riferimenti biblici: è San Tommaso, è Isacco, è l’Arcangelo Gabriele, tutti aspetti che lo rendono conflittuale, vive un conflitto interno che lo dilania, insito nella Fede. Fa il postulatore, deve certificare un miracolo, quando non è truffa. Matteo ha avuto un incontro molto ravvicinato con Dio, o con ‘qualcosa’, nel suo passato. Nella Città-Palazzo s’inserisce come un alieno: ha il volto sfigurato, quindi è una maschera, che lo mostra in un modo, ma potrebbe anche essere in un altro”.

Infatti, tutta l’opera Christian è “Un terreno molto difficile, in cui era facile scivolare: divertirsi e schivare le cose già viste, queste le regole. Ci siamo confrontati con un mondo che apre a domande impossibili, provando anche a divertirci. La cosa principale era stendere il tema e lasciare che venissero a galla grandi domande, senza la pretesa di dare grandi risposte”, spiega lo sceneggiatore Valerio Cilio

Come sostenuto anche da Pesce, “ognuno di noi ha messo ciascuno di sé. Rachele è un po’ la sorella minore di Christian: Edoardo ha deciso il nome, ‘se deve chiamà come mia sorella’ aveva detto, cambiandolo da Alessia. Comunque, sicuramente sono personaggi cristologici”, per Silvia D’Amico, uno dei personaggi femminili, tra cui anche Lina Sastri. La sua “Italia è una presenza reale, umana. In un universo irreale c’è adesione alla realtà, senza compiacimento: lei vive quasi inconsapevolmente la consapevolezza di attraversarla in maniera sincera, è la presenza più semplice della storia. Non era facile, ho dovuto cambiare di me cose fisiche e interiori”. 

Selezionata in Concorso al CanneSeries, Christian è stato premiato con il riconoscimento per le Musiche Originali, di Giorgio Giampà

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25 Gennaio 2022

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