Cerdàn, il nome nuovo del cinema spagnolo


COSENZA – Ha passato la notte a scrivere la sceneggiatura di un cortometraggio Ivàn Cerdàn, il regista madrileno ospite de La primavera del cinema italiano che in questi giorni proietta proprio due film brevi dell’artista spagnolo nella sezione “Una finestra sull’Europa”. Appassionato di Fellini, De Sica e Marco Tullio Giordana di cui, come moltissimi spettatori spagnoli, ha amato La meglio gioventù, Cerdàn ha buttato giù diverse pagine di una storia, Mi manchi, che vuole assolutamente girare nel centro storico di Cosenza. E non perde tempo chiedendo di procurargli un operatore o una telecamera digitale per cominciare subito a riprendere location, scorci, dettagli.

 

“E’ un equivoco sentimentale – ha raccontato in esclusiva a CinecittàNews – che voglio realizzare con attori spagnoli e italiani. Sto pensando anche a non professionisti. Ho guardato il Castello Svevo e mi è venuta subito un’idea”. Nato a Madrid nel 1976, laurea in Letteratura, Cerdàn è un amante della scrittura prima che del cinema: collabora come critico con riviste spagnole e pubblica racconti brevi sulla rivista messicana “Creeser”. Il suo corto più famoso si intitola Anclaje (Incatenato), e ha vinto più di 20 premi internazionali. Al momento il regista sta cercando un produttore per il suo primo lungometraggio, Turbio, pellicola thriller che affronta morte e egoismo umano. Tematiche forti che Cerdàn predilige in tutto il suo cinema: “Mi interessa molto la filosofia e il pensiero di Nietzsche, il pessimismo e le questioni morali: ho capito di voler fare il regista guardando Il settimo sigillo di Bergman, un autore che amo e sul quale sto scrivendo un libro”.

 

Al festival di Cosenza l’autore ha portato due corti che rappresentano bene il suo pensiero e il modo in cui lui guarda all’umanità. Sotto la dicitura Visioni Spagnole infatti la direzione artistica de -La primavera del cinema italiano ha raggruppato Riconocerse e Carnivoras, dando così al pubblico la possibilità di guardare opere di un giovane esponente del cinema spagnolo.

 

Ispirato a personaggi di felliniana memoria, il primo film è nato in un’altra notte insonne del regista, e vede protagonisti una coppia anziana intenta a flirtare come due piccioncini. Ad un certo punto la moglie rivelerà di sentir scalciare il bimbo che porta in grembo. “Sono molto affascinato dal processo d’invecchiamento – ci ha detto il regista – e più di ogni altra cosa volevo lanciare il messaggio che gli anziani sono vivi e hanno spesso una vita soddisfacente al pari degli altri. E poi, visto che i sentimenti forti, veri, sono sempre al centro dei miei lavori, ho provato a analizzare anche quel processo strano, e molto umano, che ci porta fatalmente a fare del male proprio a quelli a cui teniamo di più”.

Legami familiari anche in Carnivoras, dove però al centro di tutto si trovano tre sorelle, non una coppia. Nate dalla stessa madre, ma da due padri diversi, le donne si riuniranno di fronte alle ceneri della mamma morta, evento che farà riemergere tensioni e vecchi rancori in un crescendo dai toni noir. Con tanto di finale a sorpresa.

 

“La famiglia è un luogo malsano per chi come me non crede nei legami e nelle relazioni interpersonali – ha spiegato Cerdan – per mia natura sono portato a pensare che quando le persone sono costrette a stare insieme solo per un legame di sangue le cose sono destinate a non finire bene”.
E le relazioni d’amore? Anche quelle sono predestinate? “Dipende – ha concluso il regista – in genere però sono più affascinanti e imprevedibili. Almeno per me. Lo vedrete anche nel mio nuovo corto, Mi manchi che spero di presentare qui tra un anno. Ora se mi scusate vado a girare”.

15 Giugno 2010

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