VENEZIA – Era la Belle de jour di Luis Buñuel ed era il 1967 quando Catherine Deneuve venne per la prima volta alla Mostra del Cinema di Venezia, frequentandola poi più volte nel tempo – l’ultima nel 2019, per La verità di Hirokazu Kore’eda – e stasera, 31 agosto, sul palco della Cerimonia di Apertura della 79ma edizione, sarà insignita del Leone d’oro alla Carriera.
La signora Deneuve, “bandiera” dell’Ucraina sul petto, nell’incontro con la stampa, al Lido, in merito proprio all’evidente simbolo “politico” che indossa discreto ma evidente appuntato sull’abito scuro, dichiara subito: “Non ho deciso niente di speciale, volevo averla addosso e basta. Sono consapevole di quello che succede nel mondo: ho deciso di indossare la bandiera, ma non voglio esprimermi, perché le mie parole non vorrei fossero travisate; spero ogni giorno che le cose si risolvano, ma non ho dichiarazioni da fare”.
Per Deneuve ricorrono ormai 60 anni di carriera e l’attrice ammette che: “È sempre difficile fermarsi e guardare alle cose, laddove soprattutto niente è mai stato deciso (a priori, nrd). C’è la fortuna, le buone decisioni o anche le decisioni sbagliate: trascorsi gli anni, bisogna guardare a un elenco di cose fatte e sperare di aver preso le scelte più giuste. Noi attori siamo solo una parte di un film”.
Lei, da un punto di vista pop considerata anche un sex symbol, della questione non si compiace, tutt’altro: “Non mi sembra di esserlo stato. Se guardate le mie immagini non mi vedete mai in pose sexy, ma comunque è una sfida mantenere questo aspetto, cosa importante ma non fondamentale per me, soprattutto negli ultimi anni” e, sulla scia del tema, quando le viene chiesto cosa significhi essere un’icona, risponde decisa: “Io non sono un’icona! È una parola che si può usare, ma io non lo sono”.
E questa non-icona con un glorioso passato, un Leone d’oro ormai nelle sue mani, guarda al presente e al futuro del suo mestiere, raccontando: “Ho appena finito un film, piuttosto leggero, su Bernadette Chirac (vedova dell’ex presidente della Francia, ndr). Il progetto futuro sarà in inglese, i registi sono giovani americani, è ambientato in una fattoria, in mezzo alle galline: Funny Birds” è il titolo. In generale, specifica: “non ho tempo di guardare indietro, è il flusso della vita. La realtà del presente è questa, e si va avanti. Negli Anni ‘50, dopo i 35 anni, un’attrice era considerata più che matura, ma le cose sono cambiate e – comunque, oggi – è meglio in Europa che in America”.
Di certo è un’interprete d’esperienza, la signora Deneuve, che del suo mestiere d’attrice spiega: “interpretare un ruolo è come camminare per lungo tempo in montagna, ci sono salite dure, momenti di sconforto, ma per fortuna non si sa tutto prima. E dare consigli: mai, mai! – precisa, in riferimento alle giovani attrici che la guardano come un esempio -. È troppo individuale. Le mie regole sono di vita: essere fedeli a se stesse, mantenere i propri gusti e personalità”.
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