Si dice che la popstar Christina Aguilera abbia chiesto una volta: “Allora, dove si tiene il festival di Cannes quest’anno?”
È una delle frasi più citate in assoluto riguardo alla notissima kermesse francese.
E una delle più derise.
La verità, però, è che ormai il festival di Cannes è entrato con tale prepotenza nell’immaginario collettivo mondiale che la città della Costa Azzurra che la ospita ha ceduto il suo nome alla manifestazione.
E quasi non esiste Cannes senza che ci sia vicino la coda: Film Festival. La bella cittadina della riviera a pochi chilometri da Nizza ha quasi smesso di essere un luogo reale, per assurgere a nome mitico di una kermesse conosciuta e amata in tutto il mondo.
La mitologia della Croisette è ricca di glamour e di aneddoti straordinari, di scandali e di controversie in abbondanza. Ecco dieci pietre miliari (o semplicemente “ilari”) di questa storia lunga 76 anni.
1) Un festival senza censure
Il Festival di Cannes fu istituito nel 1939, in opposizione alla crescente influenza fascista sulla Mostra del Cinema di Venezia. Quell’anno a trionfare sul Lido fu Olympia di Leni Riefenstahl, dopo che l’anno prima il premio principale – la Coppa Mussolini – fu assegnato a Pilota di Goffredo Alessandrini, anche questo ispirato all’ideologia del regime. A rappresentare la delegazione francese c’era il diplomatico Philippe Erlanger che, indignato, decise di istituire un festival cinematografico internazionale rivale, senza pressioni politiche, censure o restrizioni.
2) L’affare delle cravatte
Nel 1949 si verificarono una serie di incidenti sartoriali che vennero conosciuti come l’Affare delle cravatte. Dato il tempo splendido, molti spettatori andarono a fare il bagno tra una proiezione e l’altra. Di conseguenza, il comitato organizzatore decise che alcune proiezioni avrebbero richiesto l’uso della cravatta e altre no, generando confusione e disparità, così alcuni registi si offesero e protestarono vivamente perchéritenevano che il loro film fosse meno meritevole se proiettato senza l’obbligo della cravatta.
3) Il cappotto di Picasso
Il dress code a Cannes è un elemento chiave per il glamour del festival. E le regole molto molto rigide. Ma nel 1953, Pablo Picasso ottenne una dispensa speciale per infrangerlo. Così entrò nel Palais indossando un cappotto di pelle di pecora per la proiezione di “Vite Vendute” diretto da Henri-Georges Clouzot. In seguito Clouzot realizzò un documentario sull’artista, “Il mistero di Picasso”, che ricevette il Premio Speciale della Giuria nel 1956.
4) Topless pericolosi
Al festival partecipano in media circa 4500 giornalisti – Cannes ha la seconda maggiore copertura mediatica di qualsiasi altro evento dopo le Olimpiadi. Questo lo rende un luogo privilegiato per lo scatto di immagini iconiche. Nel 1954 diversi paparazzi rimasero feriti mentre si affannavano a fotografare l’attrice britannica Simone Silva in topless sulla spiaggia.
5) E poi arrivò il 68!
Nel 1968 un gruppo di registi bloccò il festival in solidarietà con le proteste studentesche in corso in tutta la Francia. Era la Nouvelle Vague, un’onda nuova che avrebbe spazzato via il cinema paludato del tempo. Tra gli altri, Jean-Luc Godard, Louis Malle e François Truffaut si rifiutarono di far alzare il sipario sul film “Peppermint Frappé” di Carlos Saura, e le proiezioni furono successivamente interrotte.
6) Sposarsi conviene
Nel 1971, Gli sposi dell’anno secondo, una commedia romantica di Jean Paul Rappenau con Jean-Paul Belmondo, chiuse il festival. Le coppie che potevano dimostrare di essersi sposate nell’anno due del 1900 furono invitate alla proiezione e un palco speciale fu riservato a chi aveva contratto le nozzeil giorno della proiezione del film.
7) Lo sciopero dei fotografi
Nel 1975, Paul Newman scatenò uno sciopero dei fotografi: stanco per il viaggio, si rifiutò di posare all’arrivo. Quando la sera si esibì nel rituale della scalinata, i fotografi posarono ai loro piedi in segno di protesta. La stessa sorte toccò a Isabelle Adjani nel 1983. La stessa stella francese una quindicina d’anni dopo, nel ruolo di Presidente di giuria, costrinse gli altri membri a seguire la sua stessa dieta alimentare a base di ravanelli, peperoni e proteine sintetiche.
8) Un esodo irreversibile
Molti film suscitano le proteste del pubblico: i fischi, così come gli applausi, a Cannes sono leggendari. Ma nel 2002, Irreversible di Gaspar Noé si rivelò così scioccante da provocare uno dei più grandi esodi dalla Sala Lumiere nella storia del festival. 250 persone abbandonarono la proiezione e i vigili del fuoco somministrarono ossigeno alle 20 persone svenute.
9) Nudi per la città, nudi per pubblicità
Le trovate pubblicitarie sono una caratteristica frequente del Festival: si inscenano combattimenti, si affittano aerei, si scatenano i manichini. Nel 2009, per promuovere la black commedy belga The Misfortunates, il cast decise di ricreare una scena del film pedalando nudo per il centro di Cannes. Il regista, Felix van Groeningen, ha dichiarato che una moto li seguiva con la loro biancheria intima nel caso fossero stati arrestati.
10) Premi da cani
Ogni anno, accanto all’ambitissima Palme d’Or, viene assegnato il premio Palm Dog al miglior cane da caccia presente sullo schermo. Tra i precedenti vincitori figurano Bruno di Appuntamento a Belleville, Mops di Marie Antoinette e Brandy di C’era una volta ad Hollywood. Dal 2018, nell’ambito dei premi Palm Dog è stata introdotta anche la categoria Underdog, che viene conferita a “un cane, un umano o una creatura particolarmente meritevole per aver affrontato le avversità da sfavorito”.
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