BOLOGNA – Con oltre 3500 film girati nei suoi 85 anni di storia, e 19 teatri di posa, Cinecittà Spa oggi rappresenta un hub strategico a supporto dell’intera filiera audiovisiva, italiana e internazionale. Nel piano di sviluppo 22-26, che rientra negli interventi previsti dal Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), gli investimenti pari a 300 milioni di euro nei prossimi cinque anni faranno in modo di aumentare la capacità produttiva del 60% con la creazione di cinque nuovi teatri di posa e la ricostruzione e ampliamento di altrettanti già esistenti. Ma c’è anche un importante lavoro di conservazione e divulgazione dei cinegiornali e del materiale fotografico e audiovisivo oltre alla produzione di documentari ad opera dell’Archivio Luce, patrimonio dell’Unesco dal 2013, che arricchisce l’operato degli Studios di via Tuscolana.
L’occasione per parlare di Cinecittà Spa, e il suo fondamentale ruolo di player audiovisivo, e dell’Archivio Luce, è stato il panel Tales of the Future organizzato nel corso della nona edizione del Bio To B-Industry Days Bologna (l’appuntamento annuale che Biografilm Festival dedica al networking business to business tra professionisti dell’audiovisivo), al quale hanno partecipato il direttore dell’Archivio Luce, Enrico Bufalini, e Federico Abagnato, direttore dell’Emilia-Romagna Film Commission.
“Cinecittà Spa sta crescendo diventando una vera e propria attrazione anche per Stati Uniti e Inghilterra, che stanno scegliendo gli Studios come asset strategico per la realizzazione di prodotti audiovisivi – ha detto Bufalini, illustrando il piano di sviluppo 22-26 attraverso un video – Il Teatro 6 sarà trasformato in un Green virtual studio, il T12 utilizzato per riprese subacquee grazie a pareti esterne, il T18 ha già a disposizione un ledwall di grande innovazione tecnologica. Cinecittà ha anche siglato un accordo quadro di cinque anni con Fremantle per l’utilizzo di sei teatri di posa”.
Bufalini ha naturalmente spiegato anche l’importante operato dell’Archivio Luce: “Possiamo intervenire in tre modi: mettendo a disposizione il materiale storico, fornendo servizi di post produzione o erogando risorse finanziarie. La produzione dei documentari sta crescendo in maniera vertiginosa grazie all’interesse del cinema del reale da parte dei broadcaster, dei festival e delle piattaforme. Molte produzioni utilizzano l’archivio storico, ed è per questo che si è sviluppata un’organizzazione di produzione interna. Negli ultimi anni abbiamo realizzato documentari autoriali, ma anche film con un genere di racconto rivolto a un pubblico più ampio e televisivo. Abbiamo anche strizzato l’occhio alla serialità. Tra i film che abbiamo prodotto ultimamente ci sono, ad esempio, film su Pier Paolo Pasolini o Nino Manfredi, o la docuserie Una squadra di Domenico Procacci”.
Riguardo all’ultimo anno, Bufalini ha raccontato: “Sono stati presentati centocinquanta progetti e realizzati trenta documentari e due serie per un investimento pari a 1,5 milioni”. Tra i titoli attualmente in produzione ci sono un documentario su Virna Lisi di Fabrizio Corallo, uno su Sophia Loren di Marco Spagnoli, un paio di film sulla marcia su Roma, tra cui quello di Ezio Mauro, e un lungometraggio sul politico e sindacalista Pio La Torre a firma di Walter Veltroni.
A due anni dal suo centenario (l’allora Istituto Luce fu fondato nel 1924 come macchina di propaganda da parte di Benito Mussolini), “oggi l’Archivio Luce ha confeziona e collezionato in quasi cento anni di storia 26mila rulli di pellicola, 15mila repertori, 5mila documentari, 4,5 milioni di fotografie, rappresentando uno degli archivi storici più importanti”, ha detto ancora Bufalini, spiegando anche l’attenzione nei riguardi dell’innovazione: “Nel 2012 siamo sbarcati su YouTube e abbiamo avuto modo di diffondere oltre 30mila video. E poi c’è la ricerca al centro del portale www.archivioluce.com con 6mila ore di materiale”.
La memoria storica fa parte della collettività, anche se non tutti sono consapevoli di questo senso di appartenenza. L’ultimo promo di trenta secondi e con la voce di Vinicio Marchioni dell’Archivio Luce, presentato in anteprima alla Festa del cinema di Roma 2021, ha proprio questo obiettivo. “La gente comune deve sapere di essere protagonista di un patrimonio così importante”, ha concluso Bufalini.
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