Bruno Bozzetto: “L’Homo sapiens ha inventato la crudeltà”

L'intervista al grande maestro dell'animazione italiana in occasione dell'uscita del suo ultimo film 'Sapiens?', una critica di stampo ambientalista e pacifista ai comportamenti più atroci dell'essere umano


L’essere umano si merita davvero l’appellativo di “sapiente”? È quello che si chiede il grande animatore Bruno Bozzetto nel suo nuovo film, Sapiens?, cortometraggio in tre episodi che denuncia il comportamento scellerato degli uomini nei confronti di loro stessi, degli animali e della natura. Guerra, ambientalismo ed ecologia sono i temi principali di un film che sfrutta le musiche di Verdi, Chopin e Beethoven e tre stili d’animazione molto diversi. Prodotto dallo Studio Bozzetto in collaborazione con Rai Kids, il film sarà proposto in prima visione assoluta venerdì 19 aprile alle 16.15 su Rai 3 e disponibile su RaiPlay già a partire dalla mezzanotte.

Bruno Bozzetto, in Sapiens? lei sottolinea il fatto che tra tutti gli animali, l’essere umano è l’unico a utilizzare la violenza fine a se stessa.

Beh, diciamo che l’uomo ha inventato la crudeltà, se un animale ammazza un altro animale è per sopravvivere, per cibarsi o per i propri figli. L’uomo è l’unico che, non avendo bisogno di certe cose, le fa comunque. Non è che io lo stimi l’uomo sotto questo punto di vista.

Il diluvio universale è davvero l’unica soluzione?

No no, questa è una soluzione da cartoni animati, che mi piace perché è molto divertente. La soluzione arriverà purtroppo da sola: siamo ormai 8 miliardi e mezzo. In qualsiasi libro di etologia si vede che quando si ammassano troppi animali in una gabbia, i rapporti tra di loro si deteriorano, mentre se sono pochi, si comportano normalmente. Questa è una legge che determina il comportamento animale e noi siamo animali. Noi non siamo il re del creato, non siamo diversi e quando arriveremo a essere troppi sarà un bel problema. Da trent’anni, forse di più, ho provato a vedere l’uomo da lontano. Se io parlo con tre persone, le stimo, ho un certo rapporto. Se io mi allontano, non vedo più 3 persone, ma 300, poi 30mila, poi 3 milioni: più mi allontano più diventano dei micro-organismi, come dei batteri. Ecco vedendo, cosa fanno alla terra io li paragonerei a un tumore. L’uomo sta conquistando e distruggendo tutto. Se sono vicino, sono portato a dire che è il re del creato, per tutte le cose meravigliose che ha fatto, le scoperte, le invenzioni. Ma quanti sono gli uomini che hanno fatto queste persone illuminate? Non possiamo giudicare in base a soli alcuni: pochi sono meravigliosi, ma la massa non lo è. Basta poco per vedere come l’uomo cambia quando diventa un numero e non più una persona.

Questa cosa si vede nel terzo episodio, quando gli esseri umani sono rappresentati in silhouette.

Esatto, diventano simboli della distruzione. Parlando del rapporto tra l’uomo e la natura. Così come simbolo della vita ho scelto l’ape, perché si dice che se si estinguesse noi scompariremmo presto con lei.

Il suo, come tanti altri film che ha diretto, è un progetto divulgativo su più livelli: ambientalista, animalista, musicale, artistico. Al giorno d’oggi si parla molto dell’importanza della divulgazione. Cosa ha imparato sull’argomento nei suoi 40 anni di amicizia e collaborazione con Piero Angela?

Ho imparato tantissimo, perché lui affrontava argomenti abbastanza ostici per la maggior parte della gente: meccanica quantistica, relatività, entropia. Mi ha dimostrato come usare la semplicità delle parole, perché la sintesi è la cosa più difficile da raggiungere. Per riuscirci bisogna conoscere perfettamente l’argomento che si tratta ed estrapolare il minimo possibile che non faccia perdere il contenuto, il succo dell’argomento. Angela in questo era un maestro. Utilizzava anche molti esempi visivi. Leggendo i suoi libri io vedevo dei disegni animati, per questo l’ho contattato. Poi è nato “Quark” e abbiamo fatto quasi 100 film insieme. Era una persona meravigliosa, non abbiamo mai avuto una discussione, ci si intendeva al volo.

Uno degli aspetti più belli del corto è che si vede lei alla sua scrivania, che lavora al pc e che disegna sulla tavoletta grafica. Qual è il suo rapporto con l’evoluzione tecnologica?

Ho sempre apprezzato e amato tutte le invenzioni, tutte le novità. Una cosa che ho ereditato da mio padre che era uno dei primi radioamatori. Queste tecnologie mi danno tanto e mi fanno risparmiare tanto tempo, mi fanno vedere subito il risultato e mi permettono di fare delle sperimentazioni. Perché vedendo subito il risultato, mi costa poco provare. Prima era tutto nella mente e per vedere il risultato passavano anche delle settimane. Le ho sempre amate. Anche quando ho realizzato il mio primo film al computer, Europa vs Italia, realizzato con dei rettangolini e dei cerchi, mi hanno criticato. Non capivano che con due soli disegni, un cerchio e un quadrato, io da solo potevo fare un film di 6-7 minuti: una cosa incredibile all’epoca. Prima ci volevano dei mesi, questo l’ho fatto in pochissimo tempo ed è stato uno dei miei film più visti. Ha milioni di visualizzazioni, me lo hanno pure copiato.

E riguardo all’intelligenza artificiale?

Sull’intelligenza artificiale non posso dire molto, perché ancora non la conosco bene. Come tutte le invenzioni potrebbe essere meravigliosa, dipende da come la usiamo. Se diventasse un modo solo per risparmiare soldi, licenziare persone, sarebbe la maniera peggiore, ma se venisse usata per perfezionare delle idee, direi che sarebbe fantastica. Però è troppo presto e ho la sensazione che noi sappiamo si e no il 40% di quello che già è stato fatto.

Notizia di ieri è la Palma d’oro allo Studio Ghibli. Qual è lo stato di salute dell’animazione?

È molto bello, non lo sapevo. Sono felice per loro. A livello mondiale, soprattutto per l’animazione giapponese, è un momento magico, con Miyazaki hanno scoperto il Fellini dell’animazione. Diciamo che in Italia la situazione non è molto migliorata, perché non ci sono ancora dei produttori che credono nell’animazione. Ormai ci vogliono 6 nazioni che co-producono per potere coprire le spese. È molto difficile anche da gestire. In Italia siamo fermi solo alla televisione e ai film per bambini o per i giovani, mentre invece un po’ in tutto il mondo si sta aprendo un orizzonte più bello per l’animazione, perché finalmente si capisce che può rivolgersi a tutti. Si può toccare qualsiasi argomento: drammatico, horror, erotico, qualsiasi cosa. Invece, purtroppo, la scia lunga di Walt Disney fa fatica ad essere abbandonata. Prima o poi si arriverà a capire il vero valore dell’animazione.

Carlo D'Acquisto
18 Aprile 2024

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