“Siamo felici di avere letto che il settore dell’audiovisivo oggi abbia ribadito le istanze che abbiamo già condiviso nei mesi passati e che stiamo mettendo in pratica, a partire dal riparto che è già stato deliberato dal Consiglio Superiore del Cinema e dell’Audiovisivo. Tale riparto è il passo che precede i decreti attuativi, che nascono dalla condivisione dei temi negli innumerevoli incontri avuti con le associazioni al ministero, sia in tavoli condivisi che in incontri singoli”. Lo dichiara il sottosegretario alla Cultura, Lucia Borgonzoni che assicura: “Anche domani mattina, io e il ministro Gennaro Sangiuliano saremo al lavoro, insieme al Direttore generale Cinema del MiC, Nicola Borrelli, per poter arrivare a firmare questi decreti già la prossima settimana”.
“Voglio cogliere ancora una volta l’occasione – prosegue il sottosegretario – per ricordare che, proprio per non bloccare il settore, lo scorso mese di gennaio abbiamo aperto una finestra per poter presentare le nuove domande di finanziamento con le vecchie regole. Cosa che ha permesso di far arrivare oltre 1.100 domande di finanziamento, che il ministero ha accolto proprio per spirito di collaborazione con il settore. Ciò considerato, forse i rallentamenti delle produzioni di cui si parla sono dovuti a dinamiche più legate al mercato, che altro”, aggiunge Borgonzoni.
“La cosa che mi preoccupa è la strumentalizzazione che una parte della politica vuole fare di questo, lanciando allarmi anche a livello internazionale. Voglio ricordare che, nel mio ultimo viaggio a Los Angeles a febbraio, ho provveduto a rassicurare tutte le Major e gli investitori che da parte del governo italiano non c’è nessuna volontà di effettuare tagli nel sostegno al comparto dell’audiovisivo e del cinema e che anche quest’anno saranno 700 i milioni di euro di contributo pubblico. All’audiovisivo, infatti, non abbiamo tagliato proprio nulla nell’ultimo riparto, rispetto alla somma stanziata dalla manovra finanziaria di dicembre. Basta menzogne, non bisogna spaventare il mondo del cinema per prendere qualche voto in più, perché così si rischia di mettere in grave difficoltà le imprese e i lavoratori dell’intero comparto”, conclude Borgonzoni.
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