Cinema in essere, fatto ancora di poche immagini o già in fase di montaggio. In cerca dell’ultimo supporto tecnico ed economico. A questo, anche, servono alcuni Festival: occasione di incontro tra autori e produttori. Da quest’anno, prerogativa anche del Bellaria Film Festival. Dopo 41anni di impegno verso il cinema indipendente, la manifestazione romagnola apre la sua prima sezione Industry. BFF (In)Emergenza è il nuovo programma di sostegno per giovani autori, realizzato in collaborazione con Cinecittà. Cinque sono stati i progetti selezionati, illustrati oggi al Cinema Smeraldo di Bellaria, “per dare l’ultima spinta e completare i film di giovani autori e autrici”, si riassume in apertura.
Brevi pitch, un trailer e dibattiti animati. Riprova di un bisogno, per i giovani autori, e di una ricerca, per il settore. I produttori in sala hanno interrogato a fondo i progetti presentati, andando nel dettaglio, aprendo interrogativi, mettendo in dubbio – anche aspramente: “siamo qui per questo” mormora qualcuno – o riassumendo in un applauso un supporto speranzoso.
Oltre quaranta i progetti arrivati al Festival durante i dieci giorni di call. “Testimonianza della presenza dei tanti giovani autori e produttori che stanno provando a fare cinema”, ha dichiarato la Direttrice Artistica del Festival Daniela Persico. “Cinecittà ha detto subito sì, e per questo dobbiamo ringraziare la Presidente Chiara Sbarigia“. I tutor del BFF New Wave (In)Emergenza, Dario Zonta, Aline Hervé e Francesco Giai Via, hanno seguito i progetti durante i primi giorni di Festival, in attesa dei pitch di presentazione e della premiazione attesa per la serata di venerdì 12 maggio.
Cinque i progetti selezionati, in corsa per cinque premi differenti. Premio in denaro di 6.000 euro; premio di post produzione video a Cinecittà; premio di post produzione audio a Cinecittà; premio sottotitolatura dell’opera; premio per l’uso esclusivo di 3 settimane delle sale montaggio e correzione colore presso il Cineporto dell’Emilia Romagna.
Storie diverse, per forma e contenuto. Curiosamente, due i progetti dedicati alla Sardegna, seppur con toni e intenti differenti. Maria Giménez Cavallo, proveniente dal New Jersey, ha presentato Anime Galleggianti, rielaborazione in terra sarda – “le cui maschere e tradizioni uniscono umano, animale e divino” – delle Metamorfosi di Ovidio. “Un viaggio mistico in Sardegna guidati dalla voce di Pitagora e strutturato per episodi”. Anche il lavoro corale di Silvia Perra, Ferruccio Goia, Alberto Diana e Gaetano Crivaro sceglie l’isola per la propria storia, ma per raccontare una vicenda storica e i suoi strascichi nel presente. Al centro de Le Stagioni ci saranno i racconti di diverse colonie penali, “retaggio della storia coloniale della sardegna”. Quattro registi per quattro colonie, con quattro diversi racconti, il cui montaggio – che inizierà a breve – deciderà il destino: “vogliamo creare un sistema di echi, riferimenti, che creino una sorta di viaggio in questo territorio”. In sala si chiede proprio questo, e si parla del “coraggio” di intrecciare le quattro storie. La palla passa alla sala montaggio.
Molto più turbolenta la presentazione di Portuali, progetto di Perla Sardella. L’idea di raccontare i portuali genovesi scesi in piazza con i Sindacati per protestare contro il traffico di armi che passa dalle loro mani alle gigantesche imbarcazioni dirette verso i conflitti di guerra è nato durante il covid e incontra ora, a sorpresa, istanze cogenti. Una storia di lotta sindacale, “un fatto drammaturgico che rapisce”, si fa notare nel dibattito che segue il breve trailer. Le notazioni alle poche immagini proiettate mostrano il volto diretto dei pitch di presentazione, dove l’autore si presta a un primo confronto. I botta e risposta scatenati confermano però l’importanza e l’interesse del tema proposto dalla giovane Perla Sardella, votata a questo progetto a tal punto da trasferirsi a Genova per osservare le manifestazioni e ascoltare le parole dei portuali scesi in piazza. “Un progetto anche performativo, che mostra i corpi di questi uomini e permette di ascoltare la gentilezza con cui pesano tra loro le parole”.
Chiudono la prima edizione di pitch del BFF (In)Emergenza Wasantha di Luca Ciriello e Z.O di Loris Nese. Un documentario e un corto d’animazione, l’unico selezionato. Ciriello ha viaggiato fino in Sri Lanka per raccontare l’incredibile quotidianità di Washanta, musicista e contadino che ogni giorno cura e salva i cobra trovati nelle case e nei giardini della popolazione per liberarli nella foresta. Profondamente legata al territorio italiano è invece la vicenda di Loris Nese, rielaborazione della propria biografia. L’acronimo significa Zona Orientale, zona popolare di Salerno, da cui Nese proviene e di cui racconta un pezzo d’infanzia come figlio di uno degli ultimi protagonisti delle guerre tra clan che hanno animato la città. “Una cosa complicata, che mi accompagnerà per sempre e che ho deciso di raccontare in animazione con la tecnica rotoscope”.
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