BERGAMO FILM MEETING 2001

Arrivederci ragazzi. “A queste condizioni, con la Regione Lombardia che ci taglia di 2/3 i fondi, stiamo pensando di trovare una nuova sede per il festival dell’anno prossimo”. Emanuela Martini, direttore del Bergamo Film Meeting, non ha mezze misure: la diciannovesima edizione (in programma dal 17 al 24 marzo) potrebbe essere l’ultima a svolgersi nella città orobica: “Già qualche anno fa ci era stato proposto un trasferimento. Ma avevamo rifiutato”. Questa volta, invece, la tentazione di andarsene è forte. E non è solo un pensiero.
“L’interesse della Regione Lombardia per il cinema è sempre stato minimo”, interviene il condirettore del festival Angelo Signorelli. “Con l’ultima delibera è stato deciso di tagliare i fondi da 1.200 milioni a 850 milioni. In più, nessuno ci ha detto come saranno ripartiti. E quando abbiamo chiesto un incontro per un chiarimento, non c’è stata risposta”. Come a dire che per il cinema tira aria brutta dalle parti del Pirellone. E non solo per Bergamo Film Meeting. Nella stessa situazione si trovano infatti anche Filmmaker, InVideo e tutte quelle realtà lombarde che ricevono sovvenzioni regionali.
“Questa edizione ha già dovuto fare i conti con un budget ridotto”, precisa Emanuela Martini. “Di conseguenza, non abbiamo potuto avere film americani, perché costavano troppo, e abbiamo dovuto fare un taglio sulle ospitalità: chi arriva a Bergamo lo fa a spese proprie”.
Soltanto su una cosa, le pubblicazioni, il fiore all’occhiello della manifestazione, il Film Meeting non se l’è sentita di fare economia. “Anche quest’anno pubblicheremo tre cataloghi: quello del concorso e le monografie di Graham Greene e Jacques Demy“. Un risultato ottenuto con molti sacrifici. Ma l’orgoglio per la propria storia non hanno prezzo.