“Ora racconto la morte di mio fratello gemello”, ha confermato Marco Bellocchio, dopo il suo trionfo ai David di Donatello 2020. Un progetto che nasce da una ferita profonda mai rimarginata, legata alla figura del fratello Camillo, morto suicida a soli 29 anni nel 1968. Un lutto mai metabolizzato fino a fondo, una vicenda dolorosa riguardo alla quale il regista ha, in passato, dichiarato di sentirsi in colpa, per non aver capito quel disagio profondo che portò alla tragedia inaspettata. “Di fatto non avevo capito niente di una tragedia che stava per avvenire – aveva dichiarato a Vanity Fair – Allora ti dici, è la mia miseria sentimentale, umana. E sei pieno di sensi di colpa”.
Il film si intitolerà L’urlo, a rappresentare la reazione della madre quando scoprì che il figlio si era impiccato. “In questo periodo di quarantena ho molto pensato a L’Urlo. È una storia familiare che avevo iniziato il 16 dicembre 2016 in cui racconto la morte di mio fratello e inizia dalla nostra nascita. Un film piccolo, ma molto complesso che è già molto avanti e che spero di portare a termine”, ha aggiunto il regista.
Nessuna spiegazione ufficiale è stata fornita per l'assenza del celebre cineasta alla proiezione di gala organizzata dall'American Film Institute
Francis Ford Coppola presenta a Cinecittà il suo ultimo film: uscita in sala dal 16 ottobre. Il regista 85enne dichiara l’intenzione di “fare due film: uno semplice e piccolo e un altro ‘gigantico’. Il piccolo, molto sarà girato in Italia”
Il festival dedicherà un focus al regista francese, vincitore della scorsa edizione con il suo ultimo film, La Bête
Un fiume in piena il regista ospite al Museo del Cinema di Torino dove tiene un incontro e riceve un premio. Dalle sue origini alla passione per l'antichità, passando per il rapporto tra cinema e piattaforme, al tema della violenza, alla politica, e soprattutto il lavoro per la preservazione dei film con il World Cinema Project