La misteriosa e incredibile vicenda dell’opera La Ragazza Triste di Banksy protagonista di un documentario, che ripercorre la storia della creazione dell’artista e writer britannico: Edoardo Anselmi è regista di Banksy e la ragazza del Bataclan, prodotto da GA&A Productions e Tinkerland, co-prodotto da Luce Cinecittà, con ARTE G.E.I.E., RAI Cultura, in collaborazione con RAI Teche e in associazione con RTS e RTBF.
Banksy e la ragazza del Bataclan – scritto dal regista con Claudio Centioni – viene trasmesso mercoledì 8 novembre su Rai 5.
Nascosti dall’oscurità, tre uomini incappucciati tagliano con una smerigliatrice i cardini della porta di uscita di emergenza del Bataclan, la sala concerti parigina in cui il 13 novembre 2015 si è compiuta una delle stragi terroristiche europee rivendicate dall’Isis. In seguito al drammatico evento, su quella stessa porta, Banksy aveva realizzato La Ragazza Triste, in omaggio alle vittime dell’attentato.
La creazione dell’artista e writer britannico sembra sparire nel nulla, provocando rabbia e indignazione in milioni di europei. Poi di colpo, nel giugno del 2020, in un anonimo casolare nella provincia di Teramo, abitato da due ignari inquilini cinesi, fanno irruzione i Carabinieri del TPC insieme alla polizia francese: la porta del Bataclan è lì, nascosta nella soffitta dell’abitazione, e avvolta alla meglio in un lenzuolo. Insieme alla porta vengono identificati anche i sospetti – in tutto 8 tra responsabili del furto e collaboratori – che il 23 giugno vengono processati e condannati a pene che arrivano fino a due anni di carcere.
Il documentario ripercorre l’intera vicenda – dal furto dell’opera allo svolgimento delle indagini, fino all’ultima controversia legale – raccontandola attraverso il punto di vista delle diverse parti in causa.
Le testimonianze raccolte e presenti nel documentario sono del Comandante della Polizia Giudiziaria francese presente la notte degli attacchi al Bataclan, ma anche uno dei ladri de La Ragazza Triste, con il principale sospettato di essere il committente del furto. Tra gli italiani, parlano Carmelo Grasso, comandante del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Ancona fino al 2021; Emiliano Ferrante, brigadiere dei Carabinieri che ha ritrovato l’opera di Bansky; ma anche un esperto di street art e dell’artista stesso; una sociologa della street art e storica dell’architettura urbana; un avvocato esperto di copyright; e il battitore d’asta di opere di street art dell’Artcurial di Parigi.
Ci sono tanti misteri e contraddizioni intorno a Banksy, considerato uno dei maggiori esponenti della street art, la cui vera identità – tra sospetti e illazioni – non è ancora stata rivelata. L’artista britannico non si è mai esposto, né quando la porta è stata rubata, né quando è stata ritrovata. Un artista che rivela poco di sé e lascia molto spazio all’immaginazione altrui per dare vita al proprio personaggio.
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