Quando l’attore Julian Sands è scomparso all’età di 65 anni dopo essere stato dato per disperso durante una spedizione alpinistica il 13 gennaio, nella zona di Mt. Baldy, nella contea di San Bernardino, in California, ha lasciato a noi tutti un patrimonio di interpretazioni meravigliose. È stato un attore di talento e incredibilmente versatile che ha recitato in alcuni dei più grandi drammi della sua epoca (specialmente tra gli anni ‘80 e i primi ’90). Basterebbe citarne tre ad inizio carriera.
Nel 1984 fa parte dello struggente Urla del silenzio di Roland Joffe dove indossa i panni di Jon Swain, un giornalista britannico che cerca di aiutare il protagonista Pran a fuggire dai Khmer Rossi con un passaporto falso, ma senza successo. Sebbene il tempo a disposizione di Sands sullo schermo sia breve, la sua interpretazione in questo film vincitore di tre premi oscar è memorabile.
L’anno successivo arriva il ruolo che lo consacrò definitivamente a livello internazionale.
È quello di George Emerson in Camera con vista di James Ivory. Una commedia romantica in costume splendidamente girata, accolta calorosamente dalla critica e dal pubblico. Sands offre una performance molto intensa nel ruolo dell’enigmatico George, che passa dall’immobilismo cupo alle dichiarazioni spontanee di passione, come quando bacia impulsivamente Lucy (Helena Bonham Carter ) in un campo di papaveri, sempre con una sincerità credibile e accattivante. Anche Camera con Vista ottenne per coincidenza tre oscar.
Nel 1990 arriva un altro ruolo che rafforzò la sua popolarità. È quello dell’entomologo James Atherton che scopre una nuova (orribile) specie di ragno durante un lavoro sul campo in Venezuela. Lo spaventoso aracnide uccide subito un fotografo ed emigra negli Stati Uniti attraverso la bara di quest’ultimo. Atherton e il ragno (e i suoi molteplici parenti) si riuniscono in una piccola città californiana, dove la famiglia del mostro si è data da fare brutalmente. La trama di Aracnofobia evoca sicuramente un certo cinema horror di serie B, ma pur non spaventando davvero si impone come un tributo affettuoso e molto ben costruito ai classici film di creature hollywoodiani.
Tra l’altro Julian Sands non aveva paura di interpretare mostri e personaggi spiacevoli, tra cui il chirurgo ossessivo Nick Cavanaugh nel body horror Boxing Helena, il protagonista del kitsch Il fantasma dell’opera di Dario Argento e un contadino pedofilo nel bellissimo The Painted Bird scritto e diretto da Václav Marhoul.
Ha persino avuto un proprio franchise horror, Warlock, dove ha interpretato il malvagio stregone che dà il titolo alla saga per due film prima che Bruce Payne prendesse il suo posto nel terzo.
Sands era un solido professionista dal grande carisma che sapeva analizzare i suoi ruoli con grande attenzione: «Per me è stata come un’esperienza shakespeariana», disse a proposito di Warlock. «Lo stregone stesso era un classico e stravagante cattivo da palcoscenico in un modo ricco di sfumature. Il suo uso del linguaggio, il suo sorriso, il suo movimento, la sua malvagità casuale… È stato un grande piacere interpretarlo».
Il 18 gennaio nelle nostre sale esce il suo film postumo più atteso: The Piper, una rivisitazione in chiave horror de Il pifferaio di Hamelin. La storia ha come protagonista una giovane compositrice (Charlotte Hope) che cerca di completare l’ultima opera del suo mentore. Sfortunatamente, ogni volta che suona il pezzo si verificano cose terribili. Deve quindi capire perché la musica è così maligna e come la melodia si ricolleghi al pifferaio magico stesso.
Nell’attesa di vedere The Piper si può recuperare il suo film precedente, anche se non ha avuto distribuzione in Italia, Seneca – On the Creation of Earthquakes.
Il film è interessante anche perché ha riunito Sands con John Malkovich, il suo migliore amico da decenni. Il racconto surrealista è basato su Seneca (Malkovich), il filosofo romano realmente esistito che fu per tutta la vita consigliere dell’imperatore Nerone (Tom Xander). Seneca ha il dispiacere di vedere il ragazzo che ha istruito diventare un tiranno. Conflitti, sventure e un finale tragico colpiscono Seneca, che alla fine viene condannato a morte da Nerone, che lo accusa di aver preso parte a una cospirazione per farlo assassinare.
Sands interpreta Rufus nel film. Durante la promozione del film, Malkovich si è trovato in una posizione particolarmente triste: parlare di una figura storica che ha filosofeggiato eloquentemente sulla morte mentre il suo stesso caro amico era scomparso.
“Non ho mai parlato di quello che è successo con Jules. Ma, in un certo senso, è una scelta, perché era un alpinista/escursionista incallito. Era sempre in viaggio verso il Kilimangiaro, o l’Antartide, o le Ande, o le Alpi – uno scalatore molto esperto che aveva vissuto esperienze molto difficili”, ha dichiarato Malkovich al Guardian a febbraio, in occasione della prima di Seneca al Festival di Berlino. Descrive inoltre il film come un tributo molto appropriato al suo migliore amico, che adorava stare in mezzo alla natura.
Anche se Julian Sands ha lasciato le sue spoglie mortali, i suoi ruoli cinematografici lo renderanno per sempre immortale.
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