Aspettando ‘Napoleon’, le 5 perle di Ridley Scott da ricordare a memoria

Il cinema di Ridley Scott è vasto, vario e pieno di carneficine: ecco i film da recuperare prima di scoprire la sua ultima grande opera


Con Napoleon, in uscita il 23 novembre nei nostri cinema, i film sono ventotto. Ventotto opere da regista in quarantasei anni. E che film, signore e signori! Costellato di corpi di androidi dagli occhi sognanti, di combattenti muscolosi madidi di sudore, di spadaccini scattanti e di mostruosità che covano nello stomaco di viaggiatori spaziali, il cinema di Ridley Scott è vasto, vario e pieno di carneficine.

Gli esseri umani combattono contro alieni, robot e, più spesso, tra di loro alla ricerca di potere, onore e gloria. Senza imbarazzo per gli eccessi visivi, la magniloquenza della messa in scena e i temi importanti, Scott gira tutti questi conflitti, sia che si svolgano in un Colosseo esultante o nell’oscurità degli abissi cosmici, catturando con infinita dedizione e maestria ogni aspetto dell’immagine, riuscendo in un’operazione complicata: far apparire il sanguinoso e il brutale decisamente bello.

Ridley Scott ha aperto l’inquadratura cinematografica a visioni di ineguagliabile grandezza. E il Mondo glielo riconosce: i suoi film hanno incassato più di un miliardo di dollari al botteghino e gli sono valsi tre nomination agli Oscar come miglior regista. Nel 2002 per Black Hawk Down, nel 2001 per Il Gladiatore e la prima nel 1991 con  Thelma & Louise.

Inizi d’artista

Dopo aver studiato al Royal College of Art di Londra, Scott ha iniziato la sua carriera come regista di spot televisivi e pubblicitari in Inghilterra. Insieme al fratello Tony Scott, morto undici anni fa e a sua volta regista di film ad alta tensione come Top Gun e Man on Fire, ha fondato la Ridley Scott Associates, una società di pubblicità e la Scott Free Productions, dedicata alla produzione cinematografica e televisiva. E in tutto questo non ha mai abbandonato l’attenzione per l’artigianato coltivando il dono nello scovare l’immagine più potente possibile nello scorrere impetuoso dell’azione e nel susseguirsi dei colpi di scena.

In quasi mezzo secolo di onorato servizio (alla causa della magnificenza cinematografica) e alla vigilia della sua ultima opera che racconta Napoleone Bonaparte – interpretato dal suo sodale Joaquin Phoenix  dalle origini alla carriera nell’esercito, fino all’ascesa come Imperatore, Scott è diventato uno dei registi preferiti di Hollywood, un autore in grado di scivolare tra i generi e di gestire alla perfezione star di prima grandezza.

In un tale corpus di film, può essere difficile da inquadrare come autore e i suoi film sono qualche volta accusati di mancare del “tocco personale”, ma non si può negare che la sua opera completa è già Storia del cinema.

È difficile stilare una classifica in ordine di grandezza, ma proviamoci.

5. Il Gladiatore (2000)

Non tanto per la sua qualità intrinseca, ma perché rappresenta senza dubbio uno dei più grandi film d’azione di tutti i tempi. Oscar al miglior lungometraggio, Il gladiatore è un ritorno ai giganteschi spettacoli di “spada e arena” alla Ben-Hur e Spartacus, aggiornati per l’era della CGI.  È il carisma brutale di Russell Crowe a farla da padrone, con il suo generale caduto in disgrazia che sopravvive al tradimento e alla schiavitù e si fa strada in vari duelli all’ultimo sangue per vendicarsi del tiranno (Joaquin Phoenix) responsabile dei suoi guai. Sebbene sia stato rivestito di paesaggi digitali che i progressi degli effetti hanno reso meno impressionanti nel tempo, il film è un classico viaggio dell’eroe, radicato in una tragedia familiare e in una vicenda di riscatto e giustizia.

4. Thelma & Louise (1991)

A volte l’enfasi dello stile registico di Scott non si adatta all’intimità delle sceneggiature che traduce sul grande schermo, ma allo script di Callie Khouri su una coppia di donne in fuga, ha saputo dare una potenza tale da elevarlo a rango di opera epocale.

I road movie americani hanno spesso sfruttato il paesaggio western e la libertà che esso rappresenta, ma c’è una forza unica, diversa nel concept di due donne che si mettono in viaggio, dapprima per esplorarne le possibilità e poi per sfuggire alla legge e al mondo degli uomini. Geena Davis e Susan Sarandon hanno un’intesa eccezionale nei ruoli delle protagoniste, che sono scritte con un’ampia gamma di sfumature e in modo da evidenziarne in modo netto le caratteristiche opposte. Considerando il suo finale audace e imprevisto, è sorprendente quanto Thelma & Louise sia diventato una pietra di paragone femminista sull’amicizia e la scoperta di sé, indipendentemente da come termina il viaggio.

3. I Duellanti (1977)

Per il suo brillante film d’esordio, Scott si affida a due attori molto in auge nella metà degli anni ’70: Keith Carradine e Harvey Keitel interpretano soldati francesi dell’esercito di Napoleone che nutrono un rancore capace di superare le onde del tempo, che non viene sbiadito dal passare degli anni e che occasionalmente li porta a scontrarsi in duelli di spada e pistole. Col tempo, però, la loro rivalità consuma le loro vite a tal punto che il compromesso diventa impossibile e l’escalation inevitabile. È una sottile, splendida allegoria di come i Paesi possano trascinare i rispettivi rancori scivolando verso la guerra.

La padronanza del genere e l’occhio per la bellezza naturale di Scott sono evidenti e aiutano a ricamare un dramma storico introspettivo che ricorda certe atmosfere di Barry Lyndon di Stanley Kubrick.

2. Alien (1979)

È uno di quei film al di là dell’etichetta di classico, così amato e così influente che è facile darlo per scontato. I sequel di Alien sono state battaglie così epiche tra umani e extraterrestri che può essere facile dimenticare l’agghiacciante semplicità del film originale, che aveva bisogno di una sola creatura per decimare l’equipaggio di una nave mineraria dello spazio profondo mal equipaggiata per combatterla. Di sicuro ai primi posti nella lista dei più grandi film sci-fi e d’orrore mai realizzati, Alien è debitore della silenziosa grandezza di 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick, in particolare per la sensazione perturbante di isolamento che si prova quando si è bloccati nell’infinito. L’interpretazione di Sigourney Weaver nei panni di Ellen Ripley, l’ufficiale che tiene testa alla minaccia, scolpisce una immagine di forza e intraprendenza che ormai ha assunto lo status di icona.

Il film è un incubo potente con un incredibile senso dell’atmosfera, innervato da una tensione continua e sfrutta alla perfezione l’orrore di ciò che si nasconde nel buio.

1. Blade Runner (1982)

Sebbene non sia stato adeguatamente apprezzato al momento dell’uscita, la reputazione di Blade Runner è lievitata negli anni successivi al 1982, al punto che oggi è tra i film più acclamati di tutti i tempi, settando un calco da cui derivano buona parte delle successive distopie fantascientifiche, in special modo quelle dal sapore neo-noir o dai paesaggi urbani scintillanti di pioggia e luci al neon.

La produzione del film fu difficile: Harrison Ford e Scott non andavano d’accordo, ci sono state infinite riscritture delle sceneggiature e il budget è stato drasticamente tagliato negli ultimi giorni prima della produzione. Inoltre, dopo la fine della produzione, i distributori Warner Bros insistettero perché Ford registrasse una voce fuori campo per narrare il film, cosa che sia lui che Scott detestavano.

Le inquadrature iniziali dipingono la Los Angeles del 2019 come un luogo irriconoscibile trasformato dalla tecnologia e dalla pubblicità onnipresente, e la scena al suolo anticipa la confusione e il pericolo degli androidi che si infiltrano nella società e si ribellano ai loro padroni. Attraverso gli occhi di Rick Deckard – creato dalla penna di Philip K. Dick – il mondo di Blade Runner diventa un viaggio nella terra dei giocattoli disadattati, un luogo che un tempo gli esseri umani cercavano di controllare ma su cui hanno perso il controllo

Raramente la fantascienza è riuscita a offrire un palco filosofico così raffinato come in questo film capace come pochissimi altri di  far riflettere, emozionare e a intrattenere.  Visivamente in anticipo sui tempi, Blade Runner è un’opera semplicemente fondamentale.

Manlio Castagna
18 Novembre 2023

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