Il rap arriva al cinema con Zeta, storia di amicizia, d’amore, di musica con un approccio ‘sociale’ che pone gli accenti sulla difficoltà della vita di periferia. Il regista è il Cosimo Alemà di Un giorno senza fine e La santa. Il film è distribuito in sala dal 28 aprile con Koch Media. Si legge nelle note: ”Contiene: i migliori rapper italiani che fanno il tutto esaurito, il regista di videoclip più famoso in Italia e talent seguiti da oltre 10 milioni di fan sui social network”. Protagonisti Diego Germini (in arte IZI, musicista in crescita e ora attore), Salvatore Esposito (Gomorra – La serie e Lo chiamavano Jeeg Robot), Jacopo Olmo Antinori, Irene Vetere e tanti altri, vede anche la partecipazione straordinaria di alcuni dei più celebri rapper italiani come Fedez, J-Ax, Salmo, Clementino, Ensi, Briga, Baby K, Lowlow, Tormento, Rancore, Shade, Noyz Narcos, Shablo, Metal Carter e Rocco Hunt.
Spiega il regista: ”Dopo centinaia di clip e due film con non lasciavano sazio alla speranza, volevo fare un film sull’amore, sull’amicizia e sulla musica rap un fenomeno che è esploso a tantissimi livelli. Lo considero una sorta di Tempo delle mele del rap o se vogliamo un ‘musicarello 2.0’, nel senso che abbiamo scritto i testi delle canzoni anche in relazione alle sequenze ai quali si accompagnavano. Ma un film che mi ha molto ispirato è stato anche L’odio di Mathieu Kassovitz. Mi piace naturalmente anche 8 mile con Eminem, tutto incentrato su una sfida a colpi di rime. Il nostro film ne riporta una piccola parte ma ha delle dinamiche diverse. Penso piuttosto a film dalla struttura semplice come Cocktail o Ufficiale e gentiluomo. Molto anni ’80 insomma. Ho esperienza nel mondo dei videoclip che oggi sono una forma importantissima di promozione. I giovanissimi ascoltano direttamente la musica su YouTube, quindi gli sfugge il concetto di ‘album’, è tutto concentrato su video e singoli. In Italia è il momento del rap, e noi che siamo a contatto con i giovani non potevamo ignorarlo”.
“Mi ritrovo molto in quel che succede nel film e nella crescita del protagonista ‘Zeta’ – racconta IZI che lo interpreta, con il volto, il corpo e la voce – vengo dalla periferia genovese e come Zeta all’inizio non avevo i soldi nemmeno per registrare le basi. Poi si cresce, ci si innamora. Penso che i miei fan amino che io parli di queste cose, in maniera non superficiale. La chiave del successo del rap sta nel fatto che gli artisti non sono così distanti dal pubblico. Cerco di inondare i miei ascoltatori di emozioni”.
“Ho evitato una connotazione troppo specifica della città – dice ancora Alemà – è Roma, ma quello che si vede è una sintesi di periferie. Alcune immagini le abbiamo rubate alla realtà. La gente ci osservava spesso in religioso silenzio, anche rispettando le leggi del cinema. Non abbiamo avuto problemi logistici. I ragazzi sanno che l’arte può essere un’alternativa alla malavita”.
“Sono anch’io un fan del rap – spiega Esposito – quello napoletano ma anche quello statunitense e in particolare Eminem. Sono entrato praticamente a ridosso dell’inizio delle riprese e purtroppo non sono riuscito a imparare anche vocalmente i pezzi del mio personaggio, però è stata una grande sfida, dopo Gomorra e Lo chiamavano Jeeg Robot, ho voluto confrontarmi con quelli che sono oggi i capisaldi giovanili della musica”.
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