Arriva su Rai 1 la serie in 4 serate Studio Battaglia, da martedì 15 marzo alle ore 21.25.
E’ un ‘legal drama’ – remake di una serie inglese, The Split – che racconta le storie di uno degli studi legali più famosi di Milano nonché le vicende della famiglia Battaglia, composta da quattro donne: avvocate, madri, figlie, mogli, sorelle, alle prese ogni giorno con il lavoro che spesso si intreccia con la vita privata, rendendole protagoniste di incontri e decisioni difficili…
Nel cast Barbora Bobulova, Lunetta Savino, Miriam Dalmazio, Giorgio Marchesi, Marina Occhionero, Michele di Mauro, Thomas Trabacchi, Carla Signoris, con la partecipazione di Massimo Ghini. La regia è di Simone Spada per una produzione Palomar con Tempesta in collaborazione con Rai Fiction.
“Non so definire esattamente i generi – dice il regista – ma per me è soprattutto una storia di amore e sentimenti in chiave moderna. E’ una serie contemporanea anche per i temi che trattiamo nella narrazione verticale”.
La sceneggiatrice Lisa Nur Sultan dice che “la serie ha necessitato molte consulenze legali, ma è una storia che parla anche di sorellanza, alternando casi orizzontali e verticali. Abbiamo inserito la pandemia, è una cosa che abbiamo vissuto e ha influito tantissimo sul numero di separazioni, non si poteva non parlarne. Dovevamo raccontare anche come le coppie sono uscite dal lockdown. I nostri personaggi non ne parlano spesso, ma lo hanno vissuto e lo portano nel corpo e nel cuore. E’ stato preparato tutto dentro casa, tra l’altro, proprio a causa dell’insorgere dalla pandemia”.
Barbora Bobulova sottolinea “l’importanza delle storie femminili. Qui c’era anche un confronto con una serie originale, sentivo molta responsabilità ma alla fine ho capito che si trattava di tutt’altra cosa, giravamo molte scene al giorno e io dovevo prepararmi sui termini legali, interpretando un avvocato. E’ stata una ‘battaglia’ anche per me, come attrice, sperando di portare questo personaggio alla fine dell’impresa. Poi, io spengo il cellulare alle 21.00, vado a letto presto. Dobbiamo avere dei buchi in cui non lavoriamo, come attori, ci occupiamo della famiglia. Un’avvocato non se lo può permettere. La possono chiamare anche a tarda sera, deve essere una vita dura”.
Lunetta Savino pensa che “la storia era già vincente sulla carta. Per me in più si tratta di un personaggio piacevolmente scorretto. Non vedevo l’ora di fare una madre scorretta che non è il classico modello accogliente. Rivela un rapporto sentimentale con le sue figlie e un ex marito che scombussola equilibri. Ma non è una donna priva di affetto, lo tiene solo molto ben mascherato, e lo stesso fa come professionista. Preferisce farsi chiamare ‘avvocato’ al maschile. Con le parole sa far ridere ma anche ferire. Nella serie si dice ‘la separazione non è un pranzo di Gala’, implica sensi di colpa e scelte, soprattutto nei confronti dei figli. Anche per me conciliare lavoro e famiglia è stato difficilissimo. Mia madre mi ha insegnato a lavorare e ad essere autonoma economicamente, lo stesso fa il mio personaggio”.
Miriam Dalmazio dichiara “all’inizio il personaggio mi sembrava soprattutto in grande solitudine, insicurezza, pur essendo molto pungente con la lingua. Mi sono aggrappata al rapporto col padre, che è un completamento dell’essere donna. Nina, abbandonata dal padre quando era teenager, si è fermata a quell’età, per questo è arcigna e antipatica. Questo mi ha permesso di volerle bene, anche voi datele tempo, non giudicatela subito”.
Marina Occhionero, interprete di Viola dice “lei porta il tema del quesito: è più importante chi sei o cosa fai? La famiglia? L’amore? Il lavoro? Ognuna di noi sceglie cose diverse e ognuna si fa diverse domande”.
Carla Signoris, protagonista del caso orizzontale, chiede nella serie “dammi il divorzio che mi merito”. “Il personaggio – dice Signoris – si chiama Carla come me, chissà se hanno pensato a me dall’inizio. E’ una poveretta, uno si chiede com’è possibile che le succedano tutte quelle cose. Ma la capacità di uscire e rialzarsi da situazioni durissime che capitano a tante donne e tante famiglie è la sua capacità. Carla va dall’avvocato sperando in un gesto di generosità da parte del marito ricchissimo, che le si intesti un appartamento. Ma invece scopre che sono dall’avvocato per impostare il divorzio. Ma si rialza, e tutte le donne possono farcela. Non ci deve essere cattiveria nei confronti del maschio. La serie parte di rapporti, e può capitare che donne e uomini si facciano cattiverie, essendo scritta da una donna c’è molta sensibilità in questo senso. Mi ha colpita la battuta ‘te ne sei andato quando c’era ancora la SIP”.
Thomas Trabacchi dice “chissà cosa succederebbe al mondo se governassero le mogli dei signori del terrore. Forse le cose andrebbero meglio. I principi patriarcali sono fuori tempo massimo, noi maschi dobbiamo inventarci un nuovo modo di stare al mondo. Anche le donne possono essere guastate da certi principi maschili, ma alcuni maschi, come in questa serie, hanno sviluppato elementi femminili. Spesso il regista mi chiedeva di ammorbidirmi”.
Giorgio Marchesi commenta “è bello vedere come si muovono tra di loro le donne, soprattutto quando sono così visceralmente diverse. Credo che un po’ di divertito cinismo permetta alle donne di questa serie di dirsi tutto. Alcuni segreti devono rimanere, anche per il pubblico, ma credo che moltissime donne potranno provare empatia per questi personaggi”.
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