CANNES – Era uno dei film meno attesi di questo Festival di Cannes, eppure Aquarius, del brasiliano Kleber Mendonca figlio ha saputo imporsi come una delle opere più convincenti del concorso, e anche come uno dei casi politici di questa edizione. Ben posizionato nella griglia dei voti di Screen International (è terzo dopo Toni Erdmann e Paterson) Aquarius ha ricevuto recensioni lusinghiere con la storia di Clara, straordinaria sessantenne con un passato ricco di musica, amore e impegno sociale, che continua a combattere per la sua libertà contro una società immobiliare che vorrebbe toglierle la casa in cui ha costruito la sua esistenza.
Sonia Braga è assoluta protagonista di questo racconto che la vede passare dal ruolo di pasionaria a quello di amante occasionale (di un gigolò). “Clara – ha detto l’attrice di Donna Flor e i suoi due mariti e Milagro – mi ha dato l’occasione di dire cosa penso della vita, perché la sua filosofia è la libertà. Clara ha talmente tante qualità che mi piacerebbe essere lei, una donna che trova la forza di ritrovare la vita”. D’altra parte, come sottolinea il regista, “Aquarius è film sulla resistenza, sulla sopravvivenza e sull’energia liberata dall’atto di provare a sopravvivere. Quando si combatte per difendersi si fa fatica, ma si ricava anche energia. Racconto la storia di una donna, ma anche del Brasile e delle cose che accadono ora in questo paese. I nostri problemi oggi sono più reali, per noi oggi è dura, ma la democrazia deve continuare”.
In questo momento, infatti, proprio il cineasta e la sua troupe stanno portando la loro battaglia di resistenza sulla Croisette: ieri sulla Montée des Marches e poi in sala, il cast ha esposto dei cartelli con scritto “Il Brasile sta subendo un colpo di Stato” e “Non siamo più una democrazia”, riferendosi all’impeachment contro la presidente Dilma Roussef. “Bisogna far sapere alla gente che in Brasile sta succedendo qualcosa perché il racconto sui nostri media non è oggettivo”. “Le persone nel nuovo governo sono corrotte – gli ha fatto ecco Sonia Braga – devono andarsene. Sarà una transizione molto dolorosa per la nostra democrazia”.
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