Antonio Catania, dal dolce all’amaro della vita

L'attore siciliano, insieme a Rosaria Russo, Ennio Fantastichini e Emilio Solfrizzi, è il protagonista de 'Il pasticciere', opera seconda di Luigi Sardiello, in sala il 31 ottobre con Microcinema


LECCE. “I topoi del noir ci sono tutti: il protagonista che entra nell’identità di un altro; la grande truffa finanziaria; la comparsa di una donna sensuale e ambigua vissuta come opportunità e minaccia; il tarlo del sospetto che agisce in maniera subdola e progressiva; i fili della trama che si chiudono intorno al protagonista; il finale a sorpresa”. Luigi Sardiello, alla sua opera seconda dopo Piede di Dio, non può dire altro della trama de Il pasticciere, essenzialmente un noir che incrocia diversi generi e che in anteprima nazionale apre stasera il Festival del cinema europeo.
Evento speciale dopo il debutto internazionale in concorso al Festival di Annecy e la prossima partecipazione a Terra di cinema, festival competitivo, in programma a Parigi fino al 21 aprile, che propone un selezione di titoli italiani recenti.

Antonio Catania è Achille, un pasticciere diabetico, segnato da un trauma infantile che l’ha spinto a essere apatico e spettatore della propria vita. Il padre gli ha insegnato l’arte dolciaria, un mondo che governa con precisione, ingredienti perfetti e ricette segrete. Un confortevole e appagante rifugio finché un giorno Achille è costretto a intraprendere un viaggio inatteso, verso una destinazione misteriosa dove incontra personaggi pericolosi. Una zona di frontiera, tra il bene e il male, nella quale sarà costretto a scegliere, riprendendo a modo suo, in un finale imprevisto, la propria vita.

Con il regista tornano a lavorare Antonio Catania, questa volta protagonista dopo il cammeo precedente in Piede di Dio (2009), e Emilio Solfrizzi, qui una breve apparizione nei panni del padre del pasticciere. E tornano Rosaria Russo, nella parte di Angela la moglie dell’avvocato e faccendiere Ennio Fantastichini, e Antonio Stornaiolo un indefinito ‘dottore’.
“Mi sono comportato come un allenatore di calcio che, quando cambia squadra, si porta appresso i giocatori preferiti e affini, ma ho evitato di ricreare ruoli troppo simili – spiega il regista – La faccia poi di Catania mi sembrava adatta per questo Candide che si trova in una trama losca. Ho voluto inoltre Fantastichini per un ruolo non solo da caratterista, ma per un cattivo, da lui interpretato diverse volte, con in più sfumature nascoste, una sua anima celata”.

L’idea originaria di Sardiello era quella di raccontare un ingenuo, la prosecuzione del personaggio di Piede di Dio, là un buono adolescente qui invece di mezza età, che improvvisamente si trova alle prese con una situazione più grande di lui. Achille è un innocente che fa i conti con il lato oscuro della vita. “La pasticceria è venuta dopo, dovendo dare un mestiere al personaggio. E’ la professione che metaforicamente meglio rappresenta questa ingenuità con i suoi bianchi, con i suoi colori molto saturi e decisi. Soprattutto con la sue dosi esatte nella fase di preparazione dei dolci: il mestiere perfetto che viene intaccato”.

Di nuovo un personaggio nello stesso tempo comico e malinconico, come il protagonista di Piede di Dio. “Un comico inconsapevole perché, una volta calato nelle situazioni più compromettenti e più a lui lontane come accade ad Achille che si ritrova in un percorso noir di morti e delitti, si creano delle frizioni comiche. Ed è malinconico perché Achille, abituato ad essere spettatore della propria vita, deve decidere se diventare protagonista o no e non più spettatore fino alla fine, anche se lui in qualche modo ci prova”.

In scena sono andati i dolci di una rinomata pasticceria leccese, ‘Natale’, Inoltre il regista ha utilizzato un vero pasticciere della cittadina pugliese di Leverano sia come consulente, sia come controfigura nella preparazione dei dolci. “Soprattutto m’interessava l’approccio psicologico di questo mestiere, che è molto affascinante ed è differente da quello dei cuochi. Il pasticciere in particolare è la quintessenza infatti della precisione. All’inizio del film c’è una scena in cui Achille sbaglia di un’inezia la quantità di zucchero e subito butta via tutto l’impasto. Nella pasticceria c’è questa ossessione che rischia a volte di diventare anche un po’ ottusa, come quella degli ingenui”.

Il film è stato girato in Puglia (Porto Cesareo, Leverano e Sternatia), in Basilicata (Parco del Pollino) e poi in Istria. Dopo l’inizio pugliese, il film continua infatti in questa terra di nessuno, di confine, che non viene mai citata direttamente. “Un non luogo, anche se ci sono dei riferimenti geografici dai quali si può capire dove siamo: tra Italia, Slovenia e Croazia, in cui si parlano lingue diverse”.

Il pasticciere, che uscirà presto in sala con Microcinema, è prodotto dalla Bunker Lab di Alessandro Contessa in associazione con Cinestars, e il sostegno del MiBAC, di Rai Cinema, che ha preacquistato i diritti televisivi del film, Apulia Film Commission, Regione Basilicata e BCC San Marzano di S. Giuseppe. E prossimamente dovrebbe entrare nella promozione del film la Lucana Film Commission.

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