Fa il suo debutto nel mondo dell’animazione e dei film per famiglie la Sony Pictures Animation con un lungometraggio d’avventura a sfondo ecologista, Boog & Elliot: a caccia di amici, storia di animali selvatici in conflitto tra il mondo umano e il mondo della natura. A Roma è arrivato per la presentazione del film l’eclettico coregista e sceneggiatore Anthony Stacchi, che ha al suo attivo film come Curios Gorge, Antz e James e la pesca gigante
Da cosa prende spunto il film?
L’idea è stata proposta dal vignettista Steve Moore che pubblica su numerosi quotidiani ‘In the Bleachers’: una striscia giornaliera spesso costruita su caccia e cacciatori. L’ispirazione è venuta dal desiderio di esplorare la vita segreta degli animali, cercare di capire cosa fanno alle nostre spalle. Mi sono chiesto: “Cosa faranno tutto il giorno a mia insaputa il mio cane o il mio gatto. Guardano la Tv? Aprono il frigo? E soprattutto cosa pensano di me?”. Questo è il motivo per cui abbiamo inserito nel film tipologie diverse di animali che hanno un differente rapporto con l’uomo: il cagnolino e l’orso domestici ma anche animali selvatici che hanno con il genere umano solo un rapporto di cacciatori e prede.
Con l’avvento sempre più consistente del 3D l’animazione tradizionale è destinata a scomparire?
Generalmente tutta l’animazione 3D è in realtà basata sul 2D: un film animato inizia dalla creazione degli story board e dunque da un’illustrazione bidimensionale. Uno degli aspetti peculiari di Boog & Elliot è il modo in cui il film integra l’arte dell’animazione classica 2D con le conquiste tecnologiche e gli straordinari risultati possibili grazie al 3D. Per questo film infatti sono stati appositamente creati dalla divisione della Sony ‘Imageworks’ strumenti e programmi specifici per integrare al meglio le due tecniche d’animazione e dare a personaggi tridimensionali l’aspetto e il tono dell’animazione tradizionale.
Qual è il punto di forza di un film d’animazione di successo?
La storia è il cuore del film. Ci deve essere però sempre un elemento umano in cui potersi identificare. In Boog & Elliot ad esempio il ranger Beth è una mamma che deve accettare l’idea che il proprio figlio si allontani e l’orso Boog è un bambino che cerca il proprio posto nel mondo. Tutti i film che hanno avuto successo, come Toy Story e Shrek, hanno questo nucleo emotivo e di proiezione forte.
Nel mercato dell’animazione non c’è troppa concorrenza?
Rispetto alle altre grandi case di produzione come Disney o Pixar non parlerei di concorrenza o di battaglia ma al massimo di sfida. Il mercato comunque non è saturo: i lungometraggi d’animazione di oggi colmano un vuoto produttivo che c’è stato per molto tempo, quello dei film destinati alle famiglie. E ricoprono comunque una minima parte del mercato cinematografico contemporaneo.
Il suo film d’animazione preferito?
Prediligo due film entrambi non molto conosciuti: il russo Tale of Tales e My Neighbor Totoro del grande Hayao Miyazaki.
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