ANICA e ANEC sul DPCM: “Al più presto riapertura programmata”

L'associazione dell'industria scrive: "Ci impegneremo perché il provvedimento abbia carattere assolutamente temporaneo: dopo questa fase, si deve giungere a una riapertura programmata"


In un comunicato dell’ANICA si legge: “Abbiamo appreso della decisione, molto dolorosa, come ribadito dallo stesso ministro Franceschini, della chiusura delle sale cinematografiche. Comprendiamo, con senso di responsabilità, la necessità di garantire prima di tutto la salute e la sicurezza dei cittadini attraverso la limitazione degli spostamenti delle persone. Ci sembra però decisivo sottolineare la centralità e l’importanza del cinema in sala come esperienza di arricchimento culturale e sociale, che appartiene ai bisogni necessari e irrinunciabili di una società che vuole vivere e non solo sopravvivere. Ricordiamo che le sale cinematografiche hanno scrupolosamente applicato in questi mesi protocolli severi, elaborati grazie alla collaborazione tra istituzioni e associazioni di categoria, riuscendo così a garantire la sicurezza degli spettatori e trasformando le sale in luoghi a contagio zero. I distributori, in particolari quelli italiani, hanno strenuamente resistito continuando a programmare film anche contro ogni logica economica, nell’incertezza assoluta di fronte ai diversi e improvvisi provvedimenti che hanno reso vana qualsiasi forma di pianificazione. Ci impegneremo perché il provvedimento abbia carattere assolutamente temporaneo: dopo questa fase, fatta di sacrifici complessi ed economicamente dolorosi, si deve giungere al più presto ad una riapertura programmata, con la piena collaborazione tra il governo, le istituzioni ed esercenti, distributori e produttori”.

Un sentito appello a prevedere interventi urgenti a tutela delle sale cinematografiche, necessarie per la sopravvivenza dei lavoratori e il rilancio delle imprese, è stato rivolto da Mario Lorini, presidente dell’ANEC (Associazione Nazionale Esercenti Cinema) al presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte e al Ministro per i Beni e le Attività culturali e per il Turismo, Dario Franceschini.

“Alla luce del nuovo DPCM – si legge nella lettera – siamo ad esprimere forte preoccupazione e disapprovazione anche per l’impatto devastante che questo ulteriore stop avrà sulle sale cinematografiche. In questo momento la priorità collettiva è comprensibilmente rivolta alla salvaguardia della vita e della salute della popolazione, ma è di assoluta importanza fugare il dubbio che la chiusura del comparto dello spettacolo non sia dovuto a criticità legati alla sicurezza che è invece in grado di garantire con livelli altissimi, ma sia un agnello sacrificale immolato per salvare altri settori che continuano, per il momento, a poter operare in regime di normalità, seppur con limitazioni. Nei 5 mesi trascorsi dalla ripartenza, abbiamo più volte e invano, richiesto un sostegno per una forte campagna di comunicazione per la ripartenza, e i dati di contagio nelle sale cinematografiche confermano la assoluta e massima sicurezza degli ambienti per i lavoratori e gli spettatori. La capacità di garantire distanziamento in sala durante gli spettacoli, negli accessi e nei deflussi, la misurazione della temperatura, i posti assegnati e il tracciamento di ogni cliente, fanno dei cinema uno dei posti più sicuri che fino ad oggi sono in attività”.

L’Anec chiede, dunque, nella lettera inviata al Ministro e al Premier Conte, una forte azione del governo e del Ministero preposto così da difendere la sala cinematografica, sostenendo e premendo per l’uscita sugli schermi di tutti i film già pronti, senza soluzioni diverse o deroghe che penalizzino l’uscita in sala. Inoltre, l’invito è quello di istituire sin da subito un tavolo così da concordare tutte le iniziative per la ripartenza, per la tutela dell’immagine della sicurezza dei luoghi di spettacolo e la miglior forma di comunicazione per la rapida ripresa dell’attività delle sale cinematografiche.Misure congrue e immediate a sostegno delle imprese e dei lavoratori, a ristoro del periodo di chiusura e nel segno della ripartenza “momento che dovrà vedere il massimo impegno da parte del governo facendo anche tesoro delle criticità che hanno rallentato la riapertura in estate – scrive Lorini – E’ purtroppo sotto gli occhi di tutti come il cinema non possa ripartire aspettando il prodotto filmico proveniente dall’estero, ma può fare affidamento unicamente sulle numerose produzioni nazionali, sostenute proprio con denaro pubblico”.

“Purtroppo, la chiusura imposta da lunedì 26 ottobre, per il comparto degli esercenti cinematografiche, vanificherebbe tutto il lavoro fin qui svolto dalle singole imprese per riavvicinare il pubblico alle sale, luoghi di assoluta sicurezza. Per l’Anec occorre, quindi, lavorare subito a un piano di ripartenza, che dovrà avvenire al termine di questo periodo di 4 settimane, e che vede nell’immediata riapertura il periodo di maggior appeal di tutto l’anno, le festività natalizie: Compromettere anche questo momento  – conclude il Presidente Lorini – significherebbe condannare a morte definitivamente l’intero comparto delle sale cinematografiche con tutte le aziende e i lavoratori addetti”.

26 Ottobre 2020

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