SPELLO – Tra gli ospiti d’eccezione al festival del cinema spicca Andrea Arru, giovane attore sardo nato il 18 agosto 2007 a Ploaghe. La sua carriera artistica inizia nel mondo della moda, sfilando per marchi prestigiosi come Ferrè e Armani sin da bambino.
Il debutto cinematografico avviene nel 2020 con Glassboy, dove interpreta Pino, un ragazzo affetto da una rara malattia che sogna la libertà e l’avventura. Nello stesso anno, partecipa al film Calibro 9, sequel del celebre poliziottesco italiano, interpretando il figlio di un agente di polizia.
Nel 2023, veste i panni di un giovane Diabolik nel film Diabolik – Chi sei?, prequel che esplora le origini del celebre ladro creato dalle sorelle Giussani. Sempre nel 2023, è protagonista in Eravamo bambini, un dramma che affronta temi di vendetta e traumi infantili.
Nel 2024, Arru recita in Il ragazzo dai pantaloni rosa, basato sulla storia vera di Andrea Spezzacatena, un adolescente vittima di cyberbullismo, dove interpreta Christian Todi, un ruolo significativo che mette in luce le difficoltà dell’adolescenza.
Giovanissimo, lei ha già interpretato un’icona dei fumetti come Diabolik e recitato nel sequel di un cult come Calibro 9 di Toni D’Angelo. Una carriera all’insegna del genere?
“Avevo parecchia pressione addosso, lavorare così giovane con Barbara Bouchet, Marco Bocci, tutti attori rodati. Ma sicuramente mi ha formato, così come essere Diabolik. Non conoscevo i fumetti più di tanto, ma i Manetti Bros. mi hanno introdotto a un tipo di lavorazione più simile a quella di un film americano, certamente un’esperienza che mi ha fatto crescere”.
Altro grande successo Il ragazzo dai pantaloni rosa, dove interpreta il ruolo di un bullo…
“Un ruolo difficile, a cui abbiamo voluto, con la regista, dare sfumature più profonde di quelle che si attribuiscono a un semplice cattivo. Mi sono confrontato molto con la regista e con la vera madre di Spezzacatena”.
Ci sono momenti frustranti nel suo lavoro?
“Bisogna insistere tanto e abituarsi a prendere porte in faccia. E’ una cosa normale. Molti ragazzi si demoralizzano, ma io lo faccio da quasi 10 anni e so come funziona. E’ il lavoro più bello del mondo, fa viaggiare col corpo e con la testa e conoscere tante persone. Ma bisogna presentarsi bene. Non solo saper recitare, ma inviare filmati ben fatti, con inquadrature e luce decenti. Si impara man mano…”
Un sogno nel cassetto e qualche rimpianto.
“Lavorare con Brad Pitt. Perfino il mio cane si chiama Brad. Forse se tornassi indietro studierei dizione prima”.
Qualche progetto per il futuro?
“Non posso parlarne ancora, ma aspettatevi una bomba”.
L'attrice è al festival di Spello come ospite e giurata. Ci racconta della sua carriera e un ricordo del regista di Non essere cattivo, scomparso nel 2015
Il suo debutto cinematografico è avvenuto nel 2019 con Il giorno più bello del mondo di Alessandro Siani, seguito da La dea fortuna di Ferzan Özpetek. Poi l'iconico Mimì, il principe delle tenebre e il successo de Il ragazzo dai pantaloni rosa. L'attrice si racconta ai microfoni di CinecittàNews
Il sottosegretario alla Cultura è intervenuta alla conferenza stampa di presentazione del XIV Festival del Cinema Città di Spello, in programma dal 7 al 16 marzo. "All'inizio di marzo apriremo il nuovo bando del 2025 per i festival", ha annunciato Borgonzoni
L’intervista al compositore, che a Spello riceve il Premio Carlo Savina 2024: “La cosa che forse gli ‘invidio’ di più è la sua grande capacità di orchestratore nell’ambito del grande cinema”. La cerimonia di premiazione è sabato 18 marzo alle 17