Nel rione di Trastevere a Roma, in via San Cosimato 7, nasceva Alberto Sordi, il 15 giugno di 100 anni fa.
Con Aurelia, Giuseppe e Savina, componevano il quartetto dei figli di Pietro, insegnante di musica e orchestrale dell’Opera di Roma, e Maria Righetti, maestra elementare.
Altro quartetto, quello delle nascita centenarie: con Federico Fellini, Tonino Guerra e Franca Valeri (31 luglio), Alberto Sordi in questo 2020 festeggia anche lui il secolo dalla nascita, e in occasione di questo compleanno, stamattina, presso la Protomoteca del Campidoglio di Roma, una prima celebrazione, alla presenza delle istituzioni, delle figure apicali della Fondazione a lui dedicata, oltre che degli amici e colleghi Carlo Verdone e Christian De Sica, ed Edoardo Pesce, che ne ha interpretato una parte della biografia nel film tv Permette? Alberto Sordi, diretto da Luca Manfredi.
“L’amore per Sordi è sempre grande, da parte di Tutti, soprattutto della gente comune: Sordi è un bene culturale e artistico del nostro Paese. Siamo felici di essere in Campidoglio: nel 2000, per festeggiare gli 80 anni, il sindaco Rutelli – in una giornata quasi da Oscar – lo nominò sindaco di Roma per un giorno”, dichiara la Fondazione – di cui Italo Ormanni è presidente – in apertura di festeggiamenti dal Comune capitolino.
La sindaca della Capitale, Virginia Raggi, dopo i saluti istituzionali, parla di: “Un personaggio che continua ad accompagnarci nelle nostre storie quotidiane, questo ce lo dicono i moltissimi biglietti venduti per la visita della sua casa-museo. Ha saputo raccontare Roma in maniera magistrale: è stato una parte importante della nostra città e della nostra identità”. La sindaca, oltre che rappresentante istituzionale e concittadina di Sordi, è anche co-protagonista di un murales di Harry Greb, street artist che ha dedicato il proprio “tributo ad Alberto Sordi proprio in via San Cosimato a Trastevere. Nel murale è ritratta in una famosa scena di Un americano a Roma, ma stavolta in compagnia della sindaca Virginia Raggi, con cui fare un ipotetico giro in moto per la città, mostrando che c’è ancora tanto da fare”, dichiara l’artista in una nota.
Prima delle parole di Raggi, in una dichiarazione ufficiale, sono state diffuse quelle del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: “Il suo talento, la sua comicità originale, i personaggi che ha mirabilmente interpretato nella lunga carriera, sono parte dell’immaginario degli italiani e suscitano tuttora interesse e simpatia. È stato un simbolo del cinema italiano. Ha lasciato l’impronta su pagine significative della sua storia, dando vita a scene che sono rimaste leggendarie. I suoi esordi nel mondo dello spettacolo non gli risparmiarono sacrifici e difficoltà. Ma con tenacia e passione è riuscito a conquistare la popolarità e le sue maschere sono divenute rappresentative di un costume che cambiava. La vena artistica di Sordi ha trovato espressione, oltre che nel cinema, nella radio, nel teatro, nella televisione. Con i suoi film più celebri ha conquistato il pubblico internazionale, diventando così un ambasciatore della commedia italiana. Il cinema lo annovera tra i suoi grandi. Le grandi figure del cinema possono essere d’esempio e di stimolo per chi oggi raccoglie il testimone di questa sfida, che fa vivere i sogni, che racconta la società, che interpreta i sentimenti e che è parte viva della cultura di un Paese”.
Poi, di nuovo nella Protomoteca, il ricordo vivo e affettuoso degli amici, prima che colleghi, Christian De Sica, che: “Non lo considero un attore, ma uno di famiglia. Alberto è stato rivoluzionario, ha rivoluzionato la comicità nel nostro Paese: è stato un grande e questi italiani sono un po’ in estinzione. Io devo molto a lui, mi sono molto ispirato ad Alberto, e mi ha molto aiutato, per cui lo ringrazio ancora oggi. Prima di morire mi ha regalato un paio di gemelli, che ancora conservo”. Carlo Verdone continua, e afferma che: “Noi siamo degli spettatori incantati, essere più grandi di Sordi non è possibile. Ha completamente capovolto le regole dell’accademia, se n’è completamente fregato dei tempi recitativi, e ha imposto un suo modo, futurista quasi: nei suoi primi film non mantiene mai le regole delle sue pause canoniche. Ha creato un personaggio unico e in più aveva una faccia, un viso, una maschera, unica”, ripresa da Edoardo Pesce, che di recente ha interpretato con maestria un Sordi ante successo popolare, quello degli anni giovanili in cui, sodale di un altrettanto sconosciuto Federico Fellini, sognava il cinema: “E’ un mostro vero e proprio, con i tempi (comici) era micidiale. Come Petrolini, creano quasi degli archetipi che durano nel tempo anche per altri attori, c’è quasi una linea sordiana. Creano dei precedenti, questi artisti”.
Il film tv con Pesce andava in onda la scorsa primavera, quando anche la mostra “Alberto Sordi 1920-2020”, nella storica villa dell’attore e al Teatro dei Dioscuri, doveva essere aperta al pubblico: è stato annunciato che sarà visitabile dal 16 settembre 2020 al 31 gennaio 2021, dopo l’annullamento dell’inaugurazione lo scorso marzo. Nel verde di Caracalla, in piazzale Numa Pompilio, la villa è uno scenario che permette ai visitatori di immergersi nella vita quotidiana, tra le passioni e i segreti della sua dimensione privata. L’esposizione, che non ha precedenti, si snoda tra i vari ambienti della casa e del giardino per illustrare la lunga carriera e la vita dell’attore attraverso documenti inediti, oggetti, abiti, fotografie, video, curiosità. Oltre alla villa, il Teatro dei Dioscuri ospiterà una seconda sezione, con un importante focus su “Storia di un italiano”, il programma tv degli anni ‘70, a cui Sordi era particolarmente affezionato.
Per questo eccezionale compleanno è stato emesso dalle Poste Italiane un francobollo, valido per la posta ordinaria. La vignetta mostra un suo ritratto: in alto la sua firma, preceduta dalla consueta dedica che Sordi era solito scrivere a chi gli chiedeva un autografo: “Caramente…”.
La mini serie debuttava il 19 dicembre 1964, in prima serata su Rai Uno: Lina Wertmüller firma la regia delle 8 puntate in bianco e nero, dall’originale letterario di Vamba. Il progetto per il piccolo schermo vanta costumi di Piero Tosi, e musiche di Luis Bacalov e Nino Rota
Il capolavoro con Gene Wilder è uscito il 15 dicembre 1974: mezzo secolo di follia e divertimento targato Mel Brooks
Il 14 dicembre 1984 usciva nelle sale un film destinato, molto tempo dopo, a diventare cult
Il 10 dicembre 1954 esplode il mito popolare di Alberto Sordi, l’Albertone nazionale. È la sera della prima di Un americano a Roma