Al Premio Monicelli la Street Art di ZED1

Dopo le web serie a Grosseto è protagonista una sezione dedicata alle arti visive che si ispira allo spirito libero e antagonista del regista scomparso ed è curata da Chiara Rapaccini


Continuano le iniziative legate al Premio Mario Monicelli realizzato dalla Fondazione Grosseto Cultura e curato da Mario Sesti e Jacopo Mosca. Dopo le web serie, a Grosseto è protagonista la Street Art, una sezione dedicata alle arti visive che si ispira allo spirito libero e antagonista del regista scomparso ed è curata da Chiara Rapaccini, artista e ultima compagna di Mario Monicelli e da Mauro Papa del Cedav (Centro Documentazione Arti Visive).

L’artista che è stato prescelto attraverso la “Call for Artist” è ZED1 e si inaugura il 13 giugno l’opera realizzata dall’artista e ispirata a tematiche legate ai film e al pensiero di Mario Monicelli. Dai primi di giugno ZED1 si è stabilito a Grosseto per creare un murale lungo il muro compreso tra il carcere circondariale e il bastione mediceo del Cassero senese.
Marco Burresi in arte ZED1 è un artista polivalente che riesce a passare con disinvoltura dalla parete alla tela, dalla grafica pubblicitaria a quella per importanti brand dell’abbigliamento. Nel 2013, con la mostra RAP!, di Chiara Rapaccini nella sconsacrata Chiesa dei Bigi di Grosseto furono allestite le  irriverenti opere diell’artista. 

In occasione del centenario della nascita del grande regista toscano, la sezione Arte del Premio esce dalla Chiesa dei Bigi e si rivolge al mondo della street art. Lo scopo è stato quello di decorare una superficie muraria collocata in un luogo dall’importante valore simbolico, perché mette in relazione l’ottocentesco carcere di Grosseto con uno dei più antichi monumenti della città: il Cassero senese medievale.
In pieno centro storico, il murale – oggi deturpato da interventi grafici e pittorici privi di qualsiasi senso estetico o concettuale – rappresenta una zona della città particolarmente visibile ma scarsamente frequentata, quindi paradossalmente “marginale” e bisognosa di una riqualificazione creativa.
La vocazione pubblica dell’intervento è valorizzata inoltre dal coinvolgimento della comunità residente, che potrà collaborare con l’artista partecipando alla progettazione del murale e discutendo le reali possibilità di espressione di una nuova generazione che – sosteneva Monicelli – più della classe politica deve essere responsabile del cambiamento del paese. 

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