Addio a Virna Lisi

Aveva vinto al Festival di Cannes il Premio per la migliore interpretazione femminile di La Regina Margot di Patrice Chéreau. Di recente aveva recitato nella commedia di Cristina Comencini Latin Lover


E’ morta per un male incurabile l’attrice Virna Lisi, nome d’arte di Virna Pieralisi, nata a Ancona nel 1936. Aveva vinto al Festival di Cannes il Premio per la migliore interpretazione femminile nel ruolo di Caterina de’ Medici nel film francese La Regina Margot di Patrice Chéreau. Nel 2009 l’attrice aveva ricevuto il premio alla carriera ai David di Donatello. E nell’aprile del 2014, dopo dodici anni di assenza, era tornata sul set cinematografico, recitando nella commedia di Cristina Comencini Latin Lover, ancora inedita, in uscita a marzo 2015.

Nata ad Ancona l’8 novembre del 1936, si trasferì a Roma, dopo aver vissuto a Jesi, con suo padre Ubaldo, commerciante di piastrelle di marmo, e con tutta la famiglia. Qui la giovane e bellissima Virna è scoperta dal cantante e attore Giacomo Rondinella (amico di famiglia dei Pieralisi), che le fa conoscere il produttore cinematografico Antonio Ferrigno, che la mette sotto contratto all’età di quattordici anni nonostante l’iniziale contrarietà di suo padre; inizia così a muovere i primi passi nel cinema, adottando lo pseudonimo Virna Lisi. Nella prima metà degli anni ’50 recita in numerosi film del genere strappalacrime, diretti da registi come Carlo Borghesio, Giorgio Pastina e Luigi Capuano. Viene poi scritturata in commedie di successo come Le diciottenni di Mario Mattoli (di cui è protagonista accanto a Marisa Allasio) e Lo scapolo di Antonio Pietrangeli del 1955 con Alberto Sordi, mentre l’anno successivo riesce finalmente a dare prova anche delle sue capacità drammatiche in La donna del giorno, di Francesco Maselli, in cui interpreta una ragazza che si affaccia al successo grazie alla pubblicità, pagandone le conseguenze. Curiosamente due anni dopo, proprio grazie alla pubblicità arriva la grande popolarità: il dentifricio Chlorodont la scelse infatti per interpretare i propri sketch all’interno della storica rubrica tv Carosello, il cui slogan, “con quella bocca può dire ciò che vuole”, ottenne immediato successo e divenne un vero e proprio tormentone di quegli anni.

Il 25 aprile del 1960 Virna Lisi sposa l’architetto romano Franco Pesci (allora presidente dell’A.S. Roma) da cui ha avuto un figlio, Corrado, nato nel luglio del 1962. Il marito, dopo 53 anni insieme, è morto il 23 settembre del 2013.

Dopo il matrimonio, l’attrice annunciò il suo ritiro dalle scene per dedicarsi alla famiglia, ma dopo un anno, spinta anche dal marito, tornò in attività, ricominciando dagli sceneggiati Rai. Al cinema è protagonista di numerose commedie all’italiana di successo come ad esempio Sua Eccellenza si fermò a mangiare di Mario Mattoli in cui affianca Totò, Ugo Tognazzi e Raimondo Vianello e Un militare e mezzo di Steno con Aldo Fabrizi e Renato Rascel o Il giorno più corto di Sergio Corbucci, in cui recita accanto ad altri 88 grandi attori italiani.

Inizia a lavorare in Francia e ottiene molto successo, recitando in Eva di Joseph Losey, assieme a Jeanne Moreau e Stanley Baker, Il delitto Duprè e Il tulipano nero entrambi diretti da Christian-Jaque (il secondo interpretato insieme ad Alain Delon), e in un film della saga dell’agente segreto Francis Coplan (versione francese di James Bond). Nello stesso periodo rifiuta proprio la parte della bond-girl nel film 007, dalla Russia con amore (1963) al fianco di Sean Connery, parte che comunque venne assegnata ad un’altra attrice italiana Daniela Bianchi. In seguito dichiarò di essersi pentita di aver rifiutato il ruolo. 

Dalla metà degli anni ’60 cominciò a comparire anche in pellicole d’autore. Fu Milena, la cassiera del bar per cui perde la testa il ragionier Bisigato, interpretato da Gastone Moschin, in Signore & signori (1966) di Pietro Germi, premiato con la Palma d’oro al Festival di Cannes. Nello stesso periodo venne chiamata a Hollywood, firmò un prestigioso contratto in esclusiva di sette anni con la Paramount e si trasferì con il marito e il figlio a Los Angeles. Il suo primo film hollywoodiano fu la commedia Come uccidere vostra moglie del 1965, con Jack Lemmon e la regia di Richard Quine, che fu il maggiore incasso americano della stagione 1965-66: rimase negli annali la scena in cui la Lisi usciva dalla torta di compleanno di Lemmon con indosso solo un bikini. Sembrava l’inizio di una sfolgorante carriera negli Stati Uniti per l’attrice marchigiana, ma lo star system hollywoodiano le impose regole troppo restrittive, relegandola, nei suoi successivi film americani (in cui ebbe modo di lavorare al fianco di grandi attori come Frank Sinatra, George C. Scott e Tony Curtis) al ruolo della bambola sexy, bionda e svampita, in cui non si sentiva affatto realizzata e valorizzata. Nel 1968 le fu assegnato il ruolo di protagonista per il film Barbarella diretto da Roger Vadim, ma Virna rifiutò d’interpretarlo e se ne tornò in Italia, rescindendo il contratto con la Paramount (per cui dovette pagare una cospicua penale) dopo appena tre anni e quattro film realizzati: il ruolo di protagonista di Barbarella com’è noto rifiuto fu assegnato a Jane Fonda. Nello stesso periodo rifiutò pure di apparire nuda sulla copertina di Playboy.Questo fu inoltre il periodo in cui Frank Sinatra si innamorò dell’attrice, ma lei – sposata – rifiutò nettamente le sue avance.

Tornata a Roma alla fine degli anni ’60 riprende a lavorare a pieno ritmo, in Italia, Francia, Germania,Gran Bretagna e anche in alcune produzioni hollywoodiane girate in Europa. A metà degli anni ’70, dopo aver interpretato, accanto a Franco Nero, il ruolo di Suor Evangelina nei film Zanna Bianca e Il ritorno di Zanna Bianca diretti da Lucio Fulci e l’episodio La canarina assassinata dello sceneggiato televisivo Rai Philo Vance decise di diradare gli impegni per dedicarsi maggiormente al marito e al figlio.Tornò pienamente in attività alla fine dello stesso decennio, interpretando una serie di ruoli più maturi e impegnativi, nei quali rivelò una straordinaria capacità di interprete, senza mostrare alcun disagio nell’apparire invecchiata e, spesso, imbruttita per esigenze di copione: nel 1977 recitò la parte di Elisabeth Nietzsche in Al di là del bene e del male di Liliana Cavani, grazie al quale fu premiata con il Nastro d’argento come miglior attrice non protagonista. Successivamente prese parte, nel 1979, al film Ernesto di Salvatore Samperi, interpretando la madre del protagonista, seguito da Bugie bianche di Stefano Rolla e soprattutto da La cicala di Alberto Lattuada del 1980: questo film, in particolare, le valse un David di Donatello come migliore attrice protagonista. Per sostenere questo ruolo fu costretta a ingrassare di sette chili.

Negli anni ’80 fu tra i protagonisti del film Sapore di mare di Carlo Vanzina, che le fece vincere il David di Donatello e il Nastro d’argento come miglior attrice non protagonista. Recitò in un film di Gianni Amelio, I ragazzi di via Panisperna, nel ruolo della madre di Ettore Majorana ricevendo ottime critiche, e nello stesso anno fu anche la protagonista della commedia Buon Natale… buon anno di Luigi Comencini, film per cui fu candidata sia al David di Donatello sia al Nastro d’argento (vincendo quest’ultimo) come miglior attrice protagonista.

L’ultima parte della sua carriera è forse la più straordinaria. Bellissima anche nella piena maturità arriva di nuovo al successo internazionale nel ’94 con il ruolo di Caterina de’ Medici nel francese La Regina Margot di Patrice Chéreau, che la scelse dopo avere scartato Giulietta Masina e dopo il rifiuto di Monica Vitti. Il film, tratto dal romanzo omonimo di Alexandre Dumas padre, fu presentato al Festival di Cannes, ottenendo il Premio della giuria e il Prix d’interprétation féminine, vinto proprio dall’attrice. Ma Virna Lisi ottenne anche la candidatura ai David di Donatello, il Premio César e il Nastro d’argento, come migliore attrice non protagonista.

Nel 1995 prese parte con un piccolo cameo nel ruolo di se stessa alla commedia Cento e una notte diretta da Agnes Varda. Nel 1996 tornò a recitare in Italia con un altro film tratto da un romanzo: questa volta un ruolo da protagonista in Va’ dove ti porta il cuore di Cristina Comencini, basato sul libro omonimo di Susanna Tamaro. Il film, ancora una volta, le valse il Nastro d’argento come miglior attrice protagonista e la candidatura ai David di Donatello per la stessa categoria, ma qui ottenne un premio speciale per il prestigio della sua carriera. Lavorando molto per la televisione, nel 2002 fu diretta di nuovo da Cristina Comencini ne Il più bel giorno della mia vita a fianco di Margherita Buy, Luigi Lo Cascio, Ricky Tognazzi e Sandra Ceccarelli e per questo film si aggiudicò il suo sesto Nastro d’argento.

Nel 2009 ha ricevuto il David di Donatello alla carriera. Era anche Commendatore dell’ordine al merito della Repubblica italiana. Nell’aprile del 2014, dopo dodici anni di assenza, era tornata su un set cinematografico, recitando ancora in una commedia di Cristina Comencini, Latin Lover, ancora inedito.


18 Dicembre 2014

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