Da Cannes a Locarno sulla 2 cv. “Lo stiamo toccando con mano, il cinema italiano all’estero riconquista spazi uno dopo l’altro”. Maurizio Sciarra è felicissimo in questa giornata d’agosto che ha regalato il Pardo d’oro al suo Alla rivoluzione sulla due cavalli riportando il premio in Italia a ventun anni da Maledetti vi amerò di Marco Tullio Giordana. Tanto contento da gettarsi dietro le spalle anche le polemiche sul verdetto. Il suo film è piaciuto a sei giurati su otto, il cileno Skarmeta ne parlava con emozione e convinzione come di “un’avventura in cui tre giovani sensibili ai temi della politica condividono le gioie della liberazione e del ritorno della democrazia in Portogallo anche attraverso il sesso. Un film allegro, ben lontano da tante opere noiose e ombelicali”. Laura Morante, dissidente con Emilie Deleuze, correggeva il tiro: “avrebbe fatto la sua strada anche senza i premi, ma non ho niente contro la 2 cv e condivido la sensazione che il cinema italiano stia benissimo” (leggi il resoconto di tamtam).
E il regista che dice. Due premi se li aspettava?
I premi sono quattro: il Pardo d’oro, il Pardo di bronzo all’attore Andoni Gracia, il Primo premio della giuria dei giovani e la menzione speciale della giuria Cicae, la confederazione internazionale dei cinema d’arte e d’essai europei.
Tanto meglio. Cosa ha conquistato, secondo lei, gli spettatori internazionali?
Ieri con venti americani discutevamo del film. Tutti mi dicevano che parla di sentimenti e ideali – l’amicizia, il viaggio – in modo diretto e sincero.
È amareggiato dalle polemiche in giuria?
È normale che una giuria si divida, che una parte sia a favore e una contro. Laura Morante è una persona intelligente e di cuore, oltre che una bravissima attrice. Per me l’importante sono i quattro premi.
Avete già avuto riscontri positivi dai compratori esteri?
Raitrade sta lavorando benissimo sul film. E già a Siena, dove grazie a Italia Cinema il film è stato proposto a sessanta buyers internazionali, la risposta fu estremamente positiva.
Pensate di anticipare l’uscita nelle sale italiane?
Non credo. L’uscita il 2 novembre è stata studiata dalla Lantìa che ha sviluppato una strategia appassionata e intelligente per distribuire Alla rivoluzione sulla due cavalli.
Guardiamo indietro: è stato difficile chiudere produttivamente il film?
L’attenzione dello Stato è stata fondamentale per questo film, che considero il frutto di politica che ha portato noi autori a riconsiderare il rapporto con il pubblico. Dal fondo abbiamo avuto 5 miliardi su 7 di costo totale.
La “2 cv” era in concorso con altri due film italiani, “Dervis” e “Non è giusto”, totalmente diversi? Un’anomalia o una ricchezza?
Apprezzo questa diversità. Finalmente parliamo lingue diverse, usiamo tecniche diverse, tocchiamo temi diversi. Il cinema italiano è un universo complesso.
Qual è la domanda più strana che le hanno fatto qui a Locarno?
Un giornalista della tv russa ha chiesto a me e agli attori qual era il nostro rapporto con l’Internazionale…
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