‘Dreams (Sex Love)’ chiude la trilogia su sesso e amore

BERLINO – Johanne, una giovane studentessa, sviluppa un forte legame emotivo con una delle sue insegnanti, una donna che le apre le porte della sua casa e la ascolta con attenzione. Nel suo diario segreto, Johanne trascrive pensieri e sentimenti legati a questa prima esperienza d’amore. Ma quando sua madre e sua nonna scoprono il diario, emergono tensioni e domande profonde, portandole a riflettere sulle loro stesse esperienze e sui sogni che hanno accantonato. Tra generazioni diverse si accende un dibattito intimo e intenso su identità, amore e libertà personale.

In attesa di uscire in sala in Italia  il 13 marzo con I Wanted Cinema, alla Berlinale in anteprima mondiale e premiato con l’Orso d’oro, il film norvegese Dreams (Drømmer) di Dag Johan Haugerud.

Il film è parte  della trilogia “Sex, Dreams, Love”, un progetto cinematografico che esplora le molteplici sfaccettature delle relazioni contemporanee in un mondo ancora intriso di pregiudizi, in cui essere se stessi può risultare complicato. Scritto e diretto da Haugerud, si addentra nelle radici dell’identità femminile attraverso la storia di Johanne.

Il cast vede protagonisti Ane Dahl Torp, Selome Emnetu, Ingrid Giæver, Anne Marit Jacobsen ed Ella Øverbye.

“Con questa trilogia – afferma il regista Haugerud – volevo dimostrare che tutti noi possiamo adottare nuove modalità di pensiero e di comportamento sociale. Non è poi così difficile, perché cerco solo di ricordare la mia giovinezza e come mi sentivo quando mi sono innamorato per la prima volta. E quindi si trattava fondamentalmente di questo, cercare di rientrare dentro me stesso e ricordare. È un processo profondamente personale e nostalgico. Cercare di ritrovare quelle prime sensazioni d’amore—quando tutto sembra nuovo, travolgente e totalizzante—può essere sia bello che difficile. E’ diverso da persona a persona, o tra ragazzi e ragazze. Come per la politica, ciò che accade intorno a lei nel mondo, il luogo in cui vive, la sua generazione, il suo rapporto con la madre e la nonna, fanno tutte parte della vita quotidiana che sta vivendo, quindi in un certo senso fanno anche parte della storia d’amore. E penso che, se vuoi creare un personaggio complesso—cosa che, sì, abbiamo cercato di fare—tutti questi elementi abbiano un certo peso. Si tratta poi di trovare il giusto equilibrio. Ma credo sia interessante mostrare tutti questi aspetti in una persona”.

In una scena, la protagonista rifiuta di fare terapia. Ma non si tratta di un attacco specifico contro la disciplina.

“Perché la protagonista – continua il regista – sente che si sta cercando di definire la sua mentalità in un modo che non riconosce, e vuole mantenere il controllo sulla propria vita, quindi probabilmente la terapia non fa per lei. Lei sente di costruire la propria vita in un certo senso attraverso la scrittura, perché da un lato c’è l’esperienza vissuta, ma poi, quando inizi a scriverla, diventa qualcosa di diverso. La trasformi—non mi piace usare la parola “storia”—ma, sai, la sua vita diventa qualcos’altro, qualcosa che ha costruito. Può risultare un po’ migliore, un po’ più bella forse, oppure gli aspetti più oscuri possono diventare ancora più crudi, ma credo che scrivere significhi sempre ricostruire la propria vita. E penso che per molte persone possa essere un processo utile per la propria identità, così come lo è la letteratura”.

Circa l’assenza sostanziale di personaggi maschili: “Non sentivo il bisogno di inserirne molti in questo dramma – dice – Si tratta di una ragazza che si innamora e delle reazioni di sua madre e di sua nonna.

Gli altri due capitoli della trilogia, Love (in concorso ufficiale alla 81ª Mostra del Cinema di Venezia) e Sex (già presentato alla Berlinale 2024), arriveranno successivamente nei cinema italiani tra fine aprile e giugno 2025, sempre con I Wanted Cinema.

“Questi film – chiude il regista –  sono stati scritti per questi attori specifici, che appaiono in film diversi. E li ho scritti, credo, abbastanza di getto. Poi abbiamo fatto domanda per il finanziamento della trilogia e siamo stati molto fortunati a ottenerlo. Quindi li abbiamo girati uno dopo l’altro. Dal momento che nessuno di noi lo aveva mai fatto prima, non sapevamo davvero cosa aspettarci. Alcuni dicevano che sarebbe stato troppo difficile. Ma sì… non so se fosse particolarmente difficile, tutte le produzioni cinematografiche lo sono, quindi non saprei dire se questa lo fosse più del solito”.