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La notizia nettamente più ripresa dai quotidiani di oggi riguarda il Torino Film Festival, che ha presentato ieri il programma della sua 42ma edizione, la prima diretta da Giulio Base. La parola chiave è “star” per sottolineare i grandi ospiti internazionali che saranno presenti: da Sharon Stone a Jude Law, da Ron Howard a Emmanuelle Béart. “Meno polvere cinefila, più polvere di stelle. Il Torino Film Festival, all’edizione 42, vuol saldare la sua antica anima autoriale al glam” esordisce Valerio Cappelli de “Il Corriere della Sera”.
Manca una settimana a uno degli eventi cinematografici dell’anno: l’uscita de Il Gladiatore II di Ridley Scott, sequel del cult con Russell Crowe. Nell’intervista di Roberto Croci su “La Repubblica – Il Venerdì”, il regista racconta di come l’attore avrebbe voluto tornare nel sequel, ma che per lui il personaggio di Massimo “era morto, morto, super morto. E morto doveva rimanere”. Nonostante siano passati 25 anni, Scott continua a limitare il più possibile l’uso di CGI: “Mi costa meno usare il legno che il blu screen. Quando giro sono molto frugale, voglio risparmiare il più possibile per usare i soldi in altri modi. Per esempio per il rinoceronte all’interno del Colosseo: lo avevo in mente già vent’anni fa, solo che allora sarebbe costato una follia”.
Sempre su “Il Venerdì”, Paola Jacobbi intervista Massimo Cantini Parrini uno dei costumisti italiani più premiati, con cinque David di Donatello e due candidature all’Oscar. Vedremo il suo lavoro dal 21 novembre nel film Le déluge. Gli ultimi giorni di Maria Antonietta di Gianluca Jodice con protagonista Melanie Laurent. “Prima di vestire un personaggio, io incontro una persona. – racconta Cantini Parrini facendo riferimento al suo rapporto con gli attori e le attrici (recentemente ha “vestito” anche Angelina Jolie in Maria) – Ed è importantissimo ascoltare quello che ha da dirmi, cercare di sentire anche la sua visione. Bisogna saper essere un po’ sarti e un po’ psicologi. Gli attori lavorano con il loro corpo e lo conoscono, punti deboli compresi. Noi dobbiamo esaltare il meglio e coprire i difetti, esattamente come un tempo facevano le sarte e gli stilisti quando realizzavano gli abiti su misura”.
La copertina de “Il Corriere della Sera – Sette” è dedicata a Berlinguer. La Grande Ambizione di Andrea Segre. Dopo un pezzo di apertura firmato da Walter Veltroni, troviamo l’intervisto a Elio Germano firmata Enrico Caiano. L’attore sottolinea la sua distanza dal personaggio che interpreta nel film: “io resto un cavallo pazzo. Posso riconoscere la superiorità e la fatica positiva del compromesso politico ma purtroppo sono un po’ più sanguigno come carattere e faccio fatica… Ci sono persone che hanno la capacità di ascoltare e mediare. Io purtroppo no, ma non farei l’artista se sapessi controllare i miei… sfinteri”.
La serie del momento, invece, è indubbiamente l’Original Sky The Day of the Jackal con l’attore premio Oscar Eddie Redmayne. Su “La Stampa”, Claudia Catalli riporta le sue dichiarazioni sul perché abbia scelto di interpretare un serial killer: “Primo, ero fan dell’originale. Secondo, mi stimolava interpretare un uomo che di fatto è un attore, si cala di continuo in identità diverse, cambiando look, lingue e fisicità. Terzo, finalmente interpreto un personaggio contemporaneo: ho quasi sempre recitato in film d’epoca”.
Un’altra serie Sky che, però, si è appena conclusa con una prima stagione di grande successo è Hanno Ucciso L’uomo Ragno – La leggendaria storia degli 883. Ancora su “La Stampa” troviamo l’intervista di Francesca D’Angelo al co-protagonista Matteo Oscar Giuggioli, interprete di Mauro Repetto, con cui l’attore ammette di non avere mai parlato. “Mi hanno riferito che è molto contento ma non ci siamo mai parlati, né durante né dopo la serie tv. – dichiara – In compenso ci ha contattato Fiorello per farci i complimenti. In quell’occasione gli ho confessato la mia grande paura: ero terrorizzato di aver calcato troppo la mano. Il rischio di scadere nella macchietta era dietro l’angolo. Lui mi ha rincuorato: Tranquillo, Mauro era pure di più”.
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