7 ottobre 2024, la rassegna stampa  

La Sapienza della Golino. 883, niente di leggendario e tutto godibilissimo. Pappi Corsicato e le donne che non si arrendono mai. Nel paese di 'Iddu'. Il Muto ci parla. Neuromarketing: l’efficacia del video

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LA SAPIENZA DELLA GOLINO
Per Valeria Golino “è un anno speciale: ha presentato a Cannes da regista la sua serie L’arte della gioia dal romanzo di Goliarda Sapienza, a Venezia da attrice il film Maria di Pablo Larraín in cui interpreta la sorella di Maria Callas/Angelina Jolie e da produttrice Nonostante di Valerio Mastandrea. La sua nuova sfida è ancora nel nome di Sapienza, sta girando il nuovo film di Mario Martone Fuori incentrato sulla sua vita”, scrive Claudia Catalli su “La Stampa”, nell’intervista all’attrice/regista/produttrice. Rispetto a Sapienza, ricorda che “a 18 anni avevo lavorato con lei come coach sul film di Citto Maselli Storia d’amore (che le valse la sua prima Coppa Volpi, ndr). Poi ho scelto di girare un’intera serie sul suo L’arte della gioia, perché la sua protagonista Modesta è un unicum della letteratura italiana, un femminile poco edificante con i grandi difetti che in genere si attribuiscono agli uomini, perché i grandi antieroi sono sempre uomini. E oggi sono felice di interpretare Goliarda e di lavorare con Mario, mi sento impaurita ma contenta”. Da una donna simbolo a un’altra, Maria Callas alias Angelina Jolie, che Golino ammette “conosco meno, ma… è un’attrice generosa, ascolta molto l’altro, mi ha sorpreso nei giorni in cui abbiamo lavorato insieme … Ci sono registi con cui puoi fare anche venti scene dimenticabili, e registi come Pablo Larraín per cui puoi fare solo una scena e lui sa renderla efficace”. Per Golino, Jolie “dà l’idea di essere una donna molto elusiva … ma con me … si è dimostrata vibrante … E un’artista che ama stare con le donne, una donna di donne”. E, ancora, Catalli domanda: “da regista e produttrice come vive questo momento complesso per il cinema italiano?”: “Io ho lavorato tutta l’estate e iniziato a girare un nuovo film, però è chiaro che è un momento preoccupante per tutti, anche per chi come me non è stato toccato direttamente da questa problematica. Il tax credit era una cosa molto importante per la nostra industria, metterlo in pericolo così è rischioso per tutta l’industria, per la possibilità di lavorare noi e di far venire anche produzioni di altri Paesi a lavorare da noi”.

883, NIENTE DI LEGGENDARIO E TUTTO GODIBILISSIMO

“La vera sorpresa, la più forte, è che intorno alla sesta/settima puntata (sono otto in tutto) della serie che racconta la funambolica storia degli 883, il successo non è ancora arrivato. Il che ha numerose positive implicazioni. La prima è che nel racconto non c’è alcuna prosopopea, anzi, quasi fino alla fine rimane la storia di due ragazzi qualsiasi, incredibilmente qualsiasi, due simpatici e sfigati ragazzi di provincia, di Pavia, che si sbracciano, attraversano umilianti bocciature a scuola, delusioni sentimentali, prese in giro, scetticismi di ogni genere da parenti e amici. La differenza la fanno perché ci credono”, scrive Gino Castaldo su “la Repubblica”, riferendosi a Hanno Ucciso l’Uomo Ragno, serie Sky dall’11 ottobre. Il giornalista continua spiegando che “a metà della quinta puntata c’è ancora la mamma che massacra il giovane Max Pezzali perché ha abbandonato l’università, e ora vorrebbe mollare il lavoro di autista alla Croce Rossa solo perché a Milano un signore molto preveggente di nome Claudio Cecchetto ha visto in un provino di una canzone intitolata Non me la menare, un possibile futuro radioso. Ma prima dell’incontro fatale succede di tutto, anzi non succede niente, se non scaramucce e divertenti storielle di ragazzi, e questo è il bello, Pezzali prima da solo, poi insieme a Mauro Repetto, cercano di farsi strada tra sale di videogiochi, tra cui la Jolly Blue, che poi diventerà famosa grazie a loro, si arrangiano, si barcamenano, ma hanno una visione, contro tutto e tutti e si battono per imporla. A dire il vero anche dopo l’incontro fatale con Cecchetto, perfino dopo l’uscita di Hanno ucciso l’uomo ragno, Pezzali continua per un po’ a guidare l’autoambulanza della Croce Rossa e coi primi soldi guadagnati si compra una impresentabile macchinina giallino chiaro. La serie … di leggendario non ha assolutamente nulla. Ed è per questo godibilissima”.

PAPPI CORSICATO E LE DONNE CHE NON SI ARRENDONO MAI

“Non ricerco la pura oggettività. Nei ritratti degli altri trasfondo anche il mio, amo gli artisti in cui mi riconosco e i temi che mi piace analizzare. Non sono asettico né didattico”, dichiara Pappi Corsicato a Francesco Palmieri su “Il Foglio”. Corsicato “…non è un regista consegnato a un genere ma predilige alcuni temi ricorrenti, dall’esplorazione delle relazioni umane all’arte contemporanea. L’ultimo impegno dietro la macchina da presa s’intitola Inganno: una serie tv in sei episodi che andrà in onda su Netflix dal 9 ottobre e ha per protagonista una sessantenne (Monica Guerritore) che s’innamora di un ragazzo dell’età dei suoi figli. La sceneggiatura non l’ha scritta lui, però lo ha appassionato perché gli ripropone un certo archetipo femminile che ha raccontato altre volte”. Si tratta, infatti, di una donna “dalla forte personalità, vorrei dire quasi maschile, che anche quando perde o rischia di perdere non si lascia sconfiggere. Mi affascinano le donne che ci provano sempre, anche se devono affrontare un sacrificio per uscire da una situazione umana in cui non si riconoscono più … Quel che m’interessa da sempre è la possibilità di cambiare nella vita, o almeno di provarci”.

NEL PAESE DI IDDU

Castelvetrano, paese natale di Matteo Messina Denaro, l’Iddu del film di Grassadonia e Piazza, quale palco per la proiezione, si legge su “Libero”: “La decisione è destinata a suscitare forti polemiche. Il film Iddu, che prende ispirazione dal rapporto epistolare tra Matteo Messina Denaro e Catello, interpretato da Toni Servillo (nella realtà Antonio Vaccarino), verrà proiettato a Castelvetrano (30mila abitanti in provincia di Trapani), paese natale del boss. Dopo il “no” del figlio di Vaccarino, Salvatore, a proiettare la  pellicola nel suo cinema Marconi (l’unico in città) ,il sindaco Giovanni Lentini lo farà proiettare al teatro Selinus. Come hanno scritto ‘Il Giornale di Sicilia’ e ‘La Gazzetta del Sud’, all’interno del teatro comunale è stato effettuato un sopralluogo tecnico che ha dato esito positivo alla possibilità di proiettare il film. Dalla distribuzione fanno sapere che al momento non è stata ancora decisa la data della proiezione. Se ne saprà di più probabilmente nelle prossime ore. Salvatore Vaccarino ha annunciato, intanto, che nel giorno in cui verrà proiettato Iddu al Selinus, lui nel suo cinema proietterà il docufilm Falcone e Borsellino, il fuoco della memoria”.

 IL MUTO CI PARLA

“…lì abitano molte delle nostre radici” e “lì” è il Cinema Muto, quello celebrato alle Giornate di Pordenone, di cui scrive Stefano Giani su “Il Giornale”. Quest’anno il focus è sull’Uzbekistan e “abbiamo dato uno sguardo alla Russia prima che diventasse Unione sovietica e all’Uzbekistan che vedrà esibirsi l’orchestra tipica di quella repubblica per mostrare che la cinematografia russa non è soltanto Ejzenstejn o Vertov”, spiega il direttore del Festival, Jay Weissberg; mentre anche l’America Latina “è un’altra delle nostre importanti scoperte e proposte per questa edizione. Il Festival svolge un lavoro di archeologia cinematografica che serve a ridare visibilità a opere sepolte dalla polvere del tempo … Sono opere brevi, oggi le definiremmo poco più che corti ma offrono un quadro del cinema delle origini in Cile, Colombia, Messico, Perù, Argentina, Brasile … I luoghi che si credevano impermeabili alla settima arte. Invece, allora come oggi, il cinema era un fenomeno di moda con i suoi protagonisti e i volti celebri che per molti di noi ora sono autentici sconosciuti”. Per il Direttore, “oggi noi siamo il frutto della nostra Storia anche se ciò che ci ha preceduto non è stato sempre lusinghiero”.

NEUROMARKETING: L’EFFICACIA DEL VIDEO  

“Sensori a caccia di stati d’animo per realizzare il video perfetto” titola il pezzo di Giampaolo Colletti su “Il Sole 24 Ore”. Seppur il “video” in questione non sia puramente cinema, l’opportunità potrebbe essere sfruttata anche a fine cinematografico. “Una ricerca YouTube rivela le componenti per conquistare l’attenzione mappando le emozioni degli utenti: per i brand è l’ultima frontiera delle metriche di misurazione delle performance”. Il focus è concentrato sul “marcare la distanza tra i video comuni e quelli più performanti”, è lì che “ci sono le emozioni. D’altronde cosa ci spinge a guardare un contenuto multimediale in particolare rispetto a una pluralità di scelte che è infinita? A rispondere, provando a dissipare le nebbie sugli orientamenti di un consumatore multitasking connesso, ci pensa la neuroscienza. Questa disciplina aiuta a svelare il segreto per aumentare l’engagement con i video e la soglia di attenzione sempre più labile. Ecco, in ballo ci sono le emozioni messe sotto analisi dalle tecniche del neuromarketing. È quanto emerge anche dallo studio pionieristico ‘Why We Watch 2.0’ condotto da YouTube. L’indagine ha intervistato 12mila fruitori di video in Europa, Medio Oriente e Africa ed è stata realizzata con l’azienda di consulenza neuroscientifica Neuro-Insight misurando le risposte neurologiche non coscienti dei partecipanti mentre guardano contenuti video su YouTube e utilizzando il metodo Steady State Topography: si individua così l’attività neurale in diverse aree del cervello legate all’intensità emotiva, alla rilevanza personale, alla memoria globale e a quella dei particolari. Di fatto si tratta di uno studio di imaging cerebrale che aiuta a comprendere la profondità del coinvolgimento emotivo degli spettatori, il modo in cui i temi e le idee creano legami duraturi e come i contenuti vengano registrati nella memoria”. Per Francesca Mortari, direttore YouTube Spain & Italy: “oggi è possibile avere insight sull’impatto emotivo dei contenuti video, identificando gli elementi che suscitano maggiore interesse, coinvolgimento e memorabilità e che permettono quindi di ottimizzare la creazione di video in grado di creare connessioni più profonde con il pubblico”. (n/b)

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07 Ottobre 2024

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