Uscirà il 23 novembre in 550 copie distribuite da Medusa Anche se è amore non si vede, la nuova commedia pre-natalizia di Salvo Ficarra e Valentino Picone con Ambra Angiolini, Diane Fleri e Sascha Zacharias. Commedia sentimentale degli equivoci, il quarto film del duo, e il terzo anche da registi, dopo Nati stanchi, Il 7 e l’8 e La matassa, racconta l’amicizia di di Salvo e Valentino, che portano in giro per Torino – c’è il sostegno della Film Commission – turisti stranieri con il loro pullman, ma soprattutto parla dei loro rapporti con le donne. Il troppo dolce Valentino ha una relazione con Gisella (Ambra Angiolini), che da otto anni ricopre di attenzioni morbose, a base di regali, cuoricini, anniversari e feste a sorpresa. Il single impenitente Salvo ha perso invece la testa per Natascha, guida turistica non proprio referenziatissima con la passione per l’Africa e un fidanzato fedifrago. Mentre Sonia (Diane Fleri) è l’amica di sempre appena tornata dall’America insieme al fidanzato yankee, gelosissimo e non troppo intelligente. Occasione per lanciare una sfida agli americani, “invadenti” e “invasori” che si conclude con scazzottata alla Bud Spencer & Terence Hill.
Confida Ambra Angiolini, esattamente al contrario del suo personaggio nel film, l’insofferente hostess Gisella, “se trovo uno che, come fa Picone, mi regala un set di piatti con la nostra foto abbracciati, non lo mollo più”. Ficarra invece ha tutt’altra visione dell’amore: “Le grandi storie, per fortuna, finiscono, altrimenti, alla fine, ci si sposa”.
Ancora Ambra racconta che “Ficarra e Picone sono sensibili con le loro attrici. C’erano scene dove si sarebbe potuto vedere molto di più e invece loro dicevano ‘c’è troppo sedere, copritela!'”. L’attrice elogia un atteggiamento verso le donne “incredibile per il momento storico” e li paragona a Ferzan Ozpetek con cui ha lavorato in Saturno contro. Mentre Ficarra ha spiegato la scelta di un linguaggio sobrio, senza parolacce: “Le abbiamo tolte perché non servivano, ci sono occasioni dove la parolaccia è giusta, come ne I soliti idioti, che fanno benissimo a metterle, e altre dove non è necessaria. Il prossimo film lo faremo solo di parolacce”.
Comunque sulla qualità del loro lavoro, i due attori e registi siciliani, insieme da quando, nel ’93, si conobbero in un villaggio vacanze a Taormina, non stanno troppo a filosofeggiare. “Facciamo quello che ci riesce meglio”, dice Picone, mentre Ficarra precisa: “A noi piace solo raccontare storie, non facciamo certo trilogie impegnate. La nostra missione è solo quella di intrattenere il pubblico un’ora e mezzo. E non è facile”. Continua l’attacco alla politica, partito da un’intervista rilasciata a ‘Sette’. “Parlavamo solo di casta e del fatto che oggi più che mai in Italia le persone che incontri in genere sono sempre meglio dei politici”, dicono con un sorriso. Ma pochi giorni fa avevano detto: “Nei palazzi del potere non sono all’altezza della gente che sta fuori. Non è qualunquismo, è la constatazione di un decadimento del concetto di cosa pubblica e i palazzi del potere ne sono la massima espressione”. In questo periodo storico c’è imbarazzo per i comici, perché la realtà supera la satira. “Non puoi fare la pernacchia perché già la fa Bossi, non puoi fare il rutto, non puoi alzare il dito medio. Fanno tutto loro”, dice Ficarra. “Prima se facevi una battuta su Andreotti lui mica ti rispondeva, lui era l’istituzione”. E conclude: “Questi ci vogliono rubare il pane. Noi siamo precari della comicità, loro sono professionisti, c’hanno il posto fisso da comici”. Tutto questo, ora, sembra già preistoria. Tanto che i due correggono il tiro in corso d’opera: “Monti? Speriamo. E’ che le cose normali, così di colpo, dall’oggi al domani, ci fanno un po’ impressione”.
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