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“INADATTO”, SCUOLA DI TREVISO RINVIA IL RAGAZZO DAI PANTALONI ROSA
Dalla vicenda reale di Andrea Spezzacatena, vittima di bullismo e poi suicida nel 2012, dal romanzo omonimo della mamma, Il ragazzo dai pantaloni rosa è diventato film, in anteprima alla recentissima Alice nella Città: il film nei giorni scorsi è stato interrotto per fischi e commenti omofobi, momento in cui la platea era composta da adolescenti della Capitale, con la mamma Teresa che ha postato: “Ancora oggi, 12 anni dopo. Ancora oggi, anche se morto”, e la polemica non si spegne, come si legge sul “Corriere della Sera” – e come viene ripresa da più d’una testata – perché la scuola media ‘Serena’ di Treviso ha deciso di non inviare più 150 suoi alunni alla visione del film; la dirigente scolastica Anna Durigon, ha spiegato: “Non abbiamo cancellato ma solo rimandato. Una decisone maturata dopo che alcuni genitori ci hanno fatto notare che il film poteva non essere adatto a tutti i ragazzi. Ci è sembrato, dunque, più prudente mandare prima qualche nostro docente a vederlo per capire se può essere visto da ragazzi così giovani”. La scelta ha suscitato critiche da parte di diverse associazioni. “Un film non ha mai fatto male, l’omofobia sì”, ha detto Paola Marotto del Coordinamento Lgbte di Treviso. Per il sindaco, Mario Conte, “è un errore non far vedere il film ai ragazzi e provvederemo noi a organizzare la proiezione. Bullismo e depressione vanno affrontati nelle scuole”.
ELENA SOFIA RICCI: “VOLEVO FARE PSICHIATRIA”
E’ la serata del ritorno della poliziotta Teresa Battaglia, alias Elena Sofia Ricci, intervistata da Adriana Marmiroli su “La Stampa”. Teresa Battaglia è una commissaria e profiler dal carattere impossibile, la serie è ambientata a Udine: dopo i Fiori sopra l’inferno, che un paio di anni fa aveva convinto quasi 5 milioni di telespettatori, ora il personaggio ideato da Ilaria Tuti (Longanesi) torna con un secondo caso, Ninfa dormiente, in onda da stasera su Rai 1 per tre serate, “e pensare che Elena Sofia Ricci non voleva neppure interpretarla”. “Perché disse no e perché ci ha poi ripensato?”, domanda la giornalista: “Già troppe le poliziotte televisive, e tutte brave. Verdiana mi disse: ‘Leggi il romanzo’. Una scoperta: Teresa era davvero unica. Ruvida, scontrosa, sarcastica, ma anche così umana. Con i demoni del suo passato lei convive e combatte”. Marmiroli continua: “Teresa è una profiler, una studiosa e un’osservatrice della psiche umana. E lei?”: “Da ragazza ho pensato di fare psichiatria. Ma è una specializzazione di medicina e avrei dovuto fare gli esami di quella facoltà, tra cui anatomia: non ci sarei mai riuscita. Così ho deciso di approcciarmi in altro modo, partendo da me, diventando io paziente. Ho fatto annidi analisi”. Infatti, “Per molti attori recitare è una forma di analisi. Condivide?”: “Io invece penso che senza non sarei riuscita altrettanto bene nel mio lavoro. La psicoterapia mi ha arricchita come persona e ha arricchito le mie capacità espressive, spronandomi a scegliere personaggi che non fossero solo noiosissime ripetizioni di me stessa. Odio la noia e adoro invece aprire lo scrigno dei miei misteri”.
GIULIANA DE SIO: “IO, ETERNA INSICURA”
“La verità è che sono un’eterna insicura, a 19 anni già andavo dallo psicanalista ma non è servito Oggi sono una donna sola. La mia famiglia? Inesistente”, queste le parole di Giuliana De Sio intervistata da Chiara Maffioletti sul “Corriere”. Il cinema arriva per De Sio sin da bambina, tra dramma famigliare e sogno: andava al cinema tutti i giorni perché “avevo la fortuna di averne uno nel mio palazzo e mia madre, malata di alcolismo, mi dava i soldi del biglietto. La cassiera mi conosceva e mi faceva vedere anche i film vietati. Erano ore bellissime, che passavo con Gassman, Volonté, Sordi, Mastroianni”. Poi d’improvviso il successo, a 18 anni: “Ero fidanzata con Haber, mi ha spinta verso questa carriera. Si vanta di riconoscere i talenti, lo fa anche collezionando opere d’arte e alcune sono diventate quotate. Mi aveva convinta e in poco tempo ho fatto diversi film, diventando famosa. Lui poi rosicava, ma se lo dico si offende … Comunque sia, non ero pronta al successo, mi vedevo brutta, incapace”. L’11 novembre riceverà il Premio della Critica da parte dell’associazione nazionale dei critici di teatro: “Sono felice. Sono attestati che danno forza, se no si sprofonda nell’insicurezza”. Un’affermazione a cui Maffioletti rilancia: “Lei? Ha un’immagine così forte e si sente insicura?”: “È un’immagine a cui non crede più nessuno. Mi ponevo in quel modo, da donna dura, per darmi un tono, specie dopo aver attraversato gli inferni che ho attraversato. Io di me non ci ho capito proprio niente. Mi ritengo una disadattata che si adatta. Sono spaesata e non mi hanno aiutata gli analisti, gli amici o la famiglia, che non ho avuto … Io e mia sorella (Teresa De Sio, ndr) non abbiamo avuto accudimento. E fa sorridere che ora a teatro, nello spettacolo Cose che so essere vere diretto da Valerio Binasco (domani debutterà al Franco Parenti di Milano, fino al 3 novembre), interpreti una madre iper accudente”.
JAMES FRANCO, LA GUERRA LO RIPORTA IN SALA
Hey Joe di Claudio Giovannesi, in anteprima alla Festa del Cinema di Roma, “riflette sulle conseguenze dei conflitti. Li combattono gli uomini ma colpiscono donne e bimbi” scrive Pedro Armocida su “Il Giornale”. Il film comincia nel ’44 ma “subito dopo si sposta all’inizio degli anni ’70 in New Jersey. Qui il personaggio di Dean Barry un veterano americano con uno stress post traumatico di ben tre guerre, interpretato da un immenso James Franco, riceve una lettera non recapitata da decenni in cui viene a sapere che la donna con cui ha avuto una fugace relazione 25 anni prima a Napoli è morta e gli ha lasciato un figlio di nome Enzo. Non ci penserà due volte per decidere di tornare in Italia per conoscerlo. “Credo che – spiega l’attore e regista – per quanto uno sia caduto in disgrazia o sia vecchio c’è sempre l’opportunità di cambiare la propria vita aiutando qualcuno”.
GORMITI, LA NUOVA SERIE LIVE ACTION
Da tempo sono un “fenomeno della cultura pop, i Gormiti” che tornano alla ribalta con Gormiti – The New Era, oggi su Rai2, dal lunedì al venerdì, alle ore 18.50 e in boxset su RaiPlay, come si legge sul “Messaggero”. La serie sarà poi trasmessa dal 4 novembre, tutti i giorni, alle ore 8.10 e 18.20, anche su Rai Gulp. “Questa nuovissima produzione ad alto budget della Rainbow di Iginio Straffi porta sul piccolo schermo la prima trasposizione in live action con straordinari effetti speciali in CGI di uno dei prodotti più iconici degli ultimi quindici anni. Gormiti – The New Era è stata girata in lingua inglese e interamente in Italia, in location esclusive mai utilizzate come set per una serie tv, come le Grotte di Frasassi e il Tempio del Valadier. Tra le altre località diventate set troviamo il borgo fantasma di Craco, in provincia di Matera, la Casa Madre dei Mutilati di Guerra nel centro storico di Roma, la Valle del Sorbo alle porte di Roma”.
DEPARDIEU, ACCUSE DI VIOLENZA SESSUALE: LA PRIMA UDIENZA
È “QN” a ricordare le accuse di violenza sessuale mosse a Gerard Depardieu, per cui in data odierna ricorre la prima udienza. Si legge: “Sono una ventina le donne che lo accusano di reati sessuali ma sarà solo per due di loro che oggi l’attore francese Gerard Depardieu, varcherà per la prima volta l’aula di un tribunale. La star, 75 anni, “intende comparire al processo”, anche se questo potrebbe svolgersi in sua assenza, ha fatto sapere il suo avvocato, Jeremie Assous. I due casi di cui dovrà rispondere sono quello di Amelie, 53 anni, decoratrice per il cinema, che in una videointervista pubblicata dal giornale d’inchiesta Mediapart, raccontò l’aggressione sessuale che avrebbe subito da parte dell’attore nel 2021 sul set di Les Volets verts, un film di Jean Becker: “Non volevo che il mio silenzio andasse a beneficio di un presunto stupratore”. Su quello stesso set, un’altra donna, Sara (nome di fantasia), 33 anni, assistente alla regia, ha denunciato i comportamenti molesti e sessisti dell’attore. Almeno la prima donna ha assicurato che l’incidente è avvenuto davanti a diversi testimoni, tra cui le stesse guardie del corpo di Depardieu, che lo hanno portato via dalla scena. (n/b)
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