Ogni mattina CinecittàNews vi presenta un panorama delle notizie con cui i media seguono il mondo dell’audiovisivo.
SALVATORES, IL FALLIMENTO DI CASANOVA
Pino Farinotti su “Libero” definisce Il ritorno di Casanova, ultimo film in ordine di tempo di Gabriele Salvatores, con Toni Servillo e Fabrizio Bentivoglio “ambizioso ma perdibile … nel confronto con i precedenti affonda inesorabilmente”. Per l’autore dell’articolo “Salvatores gira un film nel film nel film, una serie di scatole cinesi non semplici da seguire. Si salva coi riferimenti a Fellini, col suo Casanova e con 8 ½ dove Marcello-Guido ossessionato dai suoi tormenti, non riesce a fare un film. Salvatores cerca in tutti i modi, con acrobazie registiche, con l’uso intermittente del bianco e nero, di emanciparsi da quei modelli. Ma lo sforzo non gli riesce. Nonostante il supporto di due fuoriclasse come Fabrizio Bentivoglio (Casanova) e Toni Servillo (Bernardi) il film è stato accolto tiepidamente dalla critica e non entrerà nel cartello dei ricordabili. Del resto non è mai stato semplice creare qualcosa quando sussistevano dei precedenti inalienabili”.
FEBBRE ALL’ASTA
Un’asta per aggiudicarsi l’abito bianco che fu di John Travolta per Tony Manero ne La febbre del sabato sera, così si legge su “la Repubblica”. É uno dei costumi più famosi della Storia del cinema: il completo indossato è stato venduto per 260mila dollari, dopo una contesa di 15 minuti. Il prezzo di partenza era di 100mila dollari.
BENVENUTI: “CENCI E NUTI LE PERSONE PIU’ IMPORTANTI DELLA MIA CARRIERA”
Emilio Marrese su “la Repubblica” intervista Alessandro Benvenuti che con Athina Cenci e Francesco Nuti sono stati I Giancattivi: “noi tre da operatori culturali abbiamo fatto un lavoro politico e sperimentale”. “Nuti – fa notare il giornalista – è su una carrozzella dal 2006, Athina è tornata da poco a parlare dopo un ictus che le ha tolto la parola per 15 anni. Che effetto le fa?”. “Profondo dispiacere. Athina qualche volta l’ho sentita, invece sono anni che non ho più contatti con Francesco. È una storia che si è compiuta con grande dolore”. “Avevate rotto in modo piuttosto traumatico dopo il film Ad ovest di Paperino del 1981”. “Con Francesco c’era già stato un riavvicinamento. Aveva prodotto il mio Benvenuti in casa Gori, sognavamo di fare Aspettando Godot insieme e resterà un sogno. Ma le cose non accadono per caso. Il modo di vivere modella il tuo dolore e il tuo pensiero”. “Che intende dire?”. “La vita non si insegna a nessuno. Ci sono strade che uno imbocca più o meno coscientemente e gli altri non possono farci nulla. Il fisico dipende da come lo tratti. Si dice destino, ma in qualche modo questo destino dipende da noi”. “Cosa le resta?”. “L’affetto per quel pezzo di strada fatto assieme. Valori e ricordi antichi, pesanti, buoni e negativi. Sono quel che sono grazie a loro. Athina e Francesco sono state le persone più importanti nella mia carriera”.
MORETTI E IL SOL DEI FORI IMPERIALI
Il sol dell’avvenire riempie i cinema e le pagine dei giornali e su “La Stampa” Fabrizio Accattino porta il lettore “sul set” del film di Moretti, in tour per accompagnare l’opera nella sale, occasione in cui ne racconta la nascita o il dietro le quinte: la scena più travagliata è stata quella finale, con la parata di elefanti e circensi. “Non l’ho girata l’ultimo giorno, ma tre settimane prima di concludere le riprese, per non incappare nella parata del 2 giugno ai Fori Imperiali. In sceneggiatura è prevista solo la presenza della ragazza che interpreta mia figlia in abiti anni Cinquanta, il suo fidanzato ambasciatore polacco e il produttore francese. Così la giro. Dopo però mi dico: perché non far tornare tutti i personaggi del film? Chiamo il produttore e glielo dico. ‘Dobbiamo tornare a via dei Fori Imperiali?’, mi chiede. ‘Eh, sì’, gli rispondo io. La rigiriamo. Il 21 giugno le riprese finiscono e il giorno dopo vado in moviola a montare. Durante l’estate penso: ‘Perché far venire soltanto i personaggi di Il sol dell’avvenire e non tutti quelli dei miei precedenti film?’. Telefono al produttore e gli espongo il problema. ‘Un’idea emozionante’, mi fa lui. ‘Ma dobbiamo tornare ai Fori Imperiali?’. ‘Eh, sì’, gli rispondo. Allora richiamo gli attori di Ecce bombo, Palombella rossa, II caimano, La stanza del figlio. Anche se stavo già montando, mi interrompo e torno sul set per girare nuovamente. Tornando a casa la sera mi batto una mano sulla fronte. Porca miseria! Mi sono dimenticato di chiamare Giulia Lazzarini di Mia madre. Prendo il cellulare e scrivo al produttore: ‘In ginocchio ti chiedo la possibilità di fare un’altra integrazione al finale’. Due minuti di gelo, poi mi risponde: ‘Ti confesso che per un attimo c’ero cascato’. Gli ho dovuto spiegare che non era uno scherzo. E siamo tornati ai Fori Imperiali”.
SHAKESPEARE, UNA SERIE SULLA VITA DEL BARDO
Il “Corriere della Sera” riporta “Variety”: lo scrittore di Peaky Blinders Steven Knight sta sviluppando con l’attrice Sarah Lancashire una serie televisiva basata sulla vita del drammaturgo e poeta inglese William Shakespeare (1564 -1616). La fiction, ha spiegato Knight, “racconterà come il figlio di un guantaio divenne il più grande narratore della storia e di come il suo genio sopravvisse e prosperò in un’epoca di turbolenze e terrore, pericolo e malattia”. Un progetto, ha sottolineato Knight, “che mi sta particolarmente a cuore”. La fiction vuole essere il primo resoconto completo della passione, delle persone e della politica che hanno reso il “cigno di Avon” il drammaturgo più famoso del mondo.
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