ADDIO CITTO
Su tutti i quotidiani trova spazio la scomparsa del regista 92enne Citto Maselli. Molte testate gli dedicano addirittura un doppio spazio: sul “Corriere della Sera” Paolo Mereghetti lo ricorda con un pezzo intitolato “Il regista militante”, e Renato Franco intervista Ornella Muti, che lo definisce “un pezzo d’arte”; su “La Repubblica”, troviamo un pezzo di Alberto Crespi e un’intervista di Alessandra Vitali a Walter Veltroni, secondo cui Maselli “univa l’introspezione e la lotta”; così come su “La Stampa”, possiamo leggere il pezzo di Fulvia Caprara e l’intervista di Adriana Marmiroli a Valeria Golino, che deve tutto al regista che le fece vincere una Coppa Volpi, nonostante il suo “caratteraccio neanche troppo democratico”. Su “Domani”, Teresa Marchesi titola “Il cinema politico di Maselli criticava la realtà per cambiarla”, Pedro Armocida su “Il Giornale” affianca al nome dell’autore tre oggetti simbolo: “falce, cinepresa e carrello”, mentre Claudia Casiraghi su “La Verità” lo definisce “il comunista mai diventato ex”.
L’OPERA PRIMA DI BEPPE FIORELLO
Al fianco della scomparsa di un regista, troviamo la nascita di uno nuovo: Beppe Fiorello, la cui opera prima Stranizza d’amuri viene celebrata su moltissime testate. A Valerio Cappelli del “Corriere della Sera”, il neo-regista rivela che, per quanto ispirato a un fatto di cronaca, il suo “non è un film politico ma poetico, non è investigativo o di denuncia, ma di pura immaginazione”. A Beatrice Bertuccioli de “Il Giorno” racconta dell’omaggio a Franco Battiato, “la colonna sonora della mia adolescenza”, mentre con Marta Occhipinti de “La Repubblica Palermo” approfondisce il tema dell’omosessualità, centrale nel film: “Nessun amore nasce coraggioso. Gay, lesbiche, trans non sanno che ci vuole coraggio per amare qualcuno. È la società che ci costringe a essere coraggiosi per portare avanti il nostro amore”. Giulia Bianconi su “Il Tempo” riporta le dichiarazioni relative alle motivazioni dell’autore: “Ho sentito di essere in qualche modo co-responsabile della mentalità siciliana che ha insabbiato questa storia”.
MICHAEL FASSBENDER
Su il “Corriere della Sera Style Piccoli” Giovanna Grassi intervista a tutto tondo Michael Fassbender che nei prossimi mesi sarà protagonista di diversi film tra cui Killer di David Fincher e, soprattutto, Next Goal Wins di Taika Waititi, film che racconta l’incredibile storia vera della Nazionale di calcio della Samoa che uscirà tra aprile e maggio. “Il mio allenatore – racconta l’attore parlando del suo personaggio – è al centro di questa commedia sportiva che è stata preceduta da un documentario di culto fra gli sportivi”.
MICHELLE PFEIFFER
Sempre su il “Corriere della Sera Style Piccoli” troviamo un’intervista alla diva Michelle Pfeiffer di Alessandra De Tommasi in cui si ripercorre la carriera dell’attrice a partire dal suo ultimo ruolo in Ant-Man and the Wasp: Quantumania. “La preparazione è stata faticosa, -rivela – ma grazie a disciplina e allenamento – e con l’aiuto di un gruppo fortissimo di controfigure – mi sono lanciata anche nelle scene che richiedevano una preparazione atletica maggiore, il che è stato divertente. Janet è una mamma tosta, anche se avevo dimenticato quanto fosse scomodo un costume”.
IL NUOVO LIBRO DI QUENTIN TARANTINO
Stefano Giani su “Il Giornale” dedica un articolo a Cinema Speculation, il nuovo volume scritto dal regista Quentin Tarantino, appena uscito nelle edicole italiane con La nave di Teseo, si tratta del “suo racconto di una vita attraverso i titoli e le persone con cui ha condiviso le emozioni di una sala buia. Con il valore aggiunto di una narrazione – tutt’altro che paludata anzi spesso irriverente – infarcita dai ritratti di tanti personaggi tratteggiati da uno che con loro ha stretto contatti diretti”.
WILLEM DEFOE
In occasione dell’arrivo su Netflix dell’acclamato film di Robert Eggers The Lighthouse, su “Panorama” Francesco D’Errico intervista l’attore Willem Defoe, uno che “piace quando fa il cattivo”. “Se non sei un bello convenzionale non sanno che parti affidarti, – spiega Defoe – così ti danno quello del cattivo. Agli inizi ne ho interpretati a dozzine. Fare questi ruoli è difficile perché a volte rischi di andare sopra le righe, mentre se ti attieni al copione puoi sembrare troppo meccanico. Però i personaggi folli sono divertenti”.
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