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“L’horror è stata la prima passione della mia vita, iniziata intorno ai 5-6 anni. La musica è arrivata dopo, intorno ai 13-14”, rivela a Fabrizio Accattino su ‘La Stampa’ il regista e sceneggiatore – già frontman del Tiromancino – che il 1 agosto sarà di nuovo in sala con il suo The Well. “Da bambino mio padre mi portò al Luna Park dell’Eur. C’era il tunnel dell’orrore, un lungo drago nella cui bocca si entrava con un trenino. Fu un’esperienza spaventosa sia a livello visivo che acustico, da cui rimasi scioccato e affascinato. Lì sono entrato in contatto per la prima volta con l’immaginario dell’orrore”.
Tutte le pagine di spettacolo danno conto della prematura scomparsa del regista di Pomigliano D’Arco. Sul ‘Mattino’ un intenso articolo di Valerio Caprara con richiamo in prima ripercorre la filmografia del protagonista dell’ “unica autentica rivoluzione del cinema napoletano del 1980”, sempre rimasto lontano da scuole, correnti e mode, che “con la sua genialità ha influenzato tutti i registi e gli sceneggiatori che negli anni successivi hanno rimodellato il dna cinematografico partenopeo”. 40 anni dopo “in Blues metropolitano si ritrovano le atmosfere della new wave musicale e del post rock di Daniele Esposito De Piscopo, che avrebbe dettato legge nel prosieguo del fine secolo”.
“Paolo (Sorrentino, ndr) cambia la percezione del tuo lavoro, del cinema, ti arricchisce tantissimo”, racconta a Giovanni Bogani su ‘Quotidiano Nazionale’ la protagonista di Parthenope (a ottobre in sala), sul set al fianco del Premio Oscar Gary Oldman. “Abbiamo provato a lavorare sullo sguardo di Parthenope. E sento che Paolo ha capito delle cose di me”. (…) “Come Napoli, Parthenope è una donna libera, una donna forte, che non riesci mai ad afferrare”. E su Oldman: “È stato un sogno lavorare con lui, un incontro anche umanamente straordinario”.
Sul ‘Messaggero’ Riccardo De Palo dedica un articolo al primo romanzo della 59enne superstar di Matrix e Il piccolo Buddha, riportando passi di una sua intervista rilasciata al New York Times in occasione del lancio di The Book of Elsewhere, da domani in libreria in lingua inglese. “Mi sono detto: come sarebbe creare un personaggio immortale? E se avesse ottantamila anni? E se venisse da un gruppo tribale a cui gli dei hanno donato un bambino capace di poteri soprannaturali?” (…) “Forse non capisco la violenza del mondo. Non capisco perché, anche se sappiamo che tutti faremo la stessa fine, ci uccidiamo per questioni che sono, se ci facciamo caso, assolutamente marginali”.
“In fatto di qualità e di cose ad alta ambizione, Apple Tv+ sta in pratica bullizzando la concorrenza”, scrive Antonio Dipollina nella rubrica ‘Multischermo’ su ‘la Repubblica’, prima elogiando esplicitamente la piattaforma, quindi la serie tratta dal romanzo di Laura Lippman e interpretata da Natalie Portman, “fuoriclasse di suo, qui alla sua prima serie tv”. La donna del lago – continua il critico – è “di categoria superiore e, in fatto di serie simili, va a inserirsi in una top ten di sempre, e forse si sta larghi. (…) Tutto è tagliato in una modernità di racconto neo-noir che rispetta i codici ma va soprattutto oltre”.
Sul ‘Quotidiano Nazionale’ Annamaria Lazzari intervista il managing director dell’azienda lombarda specializzata in servizi tecnici per eventi, scenografie e contenuti multimediali, passata in dieci anni da 6 a 28 milioni di euro di fatturato. “La nostra forza rispetto ai competitor è quella di riuscire ad allestire e disallestire set con la tecnologia della Virtual Production in qualunque location individuata dalla casa di produzione”.
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