Ogni mattina CinecittàNews vi presenta un panorama delle notizie con cui i media seguono il mondo dell’audiovisivo.
Inevitabilmente, anche oggi gli Oscar popolano i quotidiani di tutta Italia. Difficile districarsi in un oceano di notizie tutte simili. L’argomento più discusso sembra essere la prevedibile sconfitta di Matteo Garrone a favore di Jonathan Glazer, con il suo La zona d’interesse. Dopo quelle di Massimo Ceccherini, molto criticate le parole di Stefania Sandrelli, che ha scritto su Instagram: “So perché quel film vincerà”, alludendo alle tematiche legate all’Olocausto. Parole che non sono piaciute al “Corriere della Sera”, dove leggiamo gli interventi di Renato Franco e poi di Massimo Gramellini, secondo cui l’errore della popolare attrice sarebbe di non considerare che il film non parla di ebrei, ma di “una famiglia che vive a ridosso di un lager senza curarsene”. A loro si aggiunge l’opinione di Aldo Grasso, che critica la diretta di Matano su Rai 1 definendola una “gara di banalità”.
In mezzo a tanti articoli che ripercorrono la serata degli Oscar, proviamo a concentrarci sulle opinioni. Di certo forte quella di Natalia Aspesi, su “La Repubblica”, che parla di “Ritorno del maschio”, sottolineando come con la vittoria di Oppenheimer si siano superate “le ultime crudeli richieste del MeToo”.
Su “La Stampa” Igiaba Scego racconta al pubblico uno dei film meno conosciuti dal pubblico italiano American Fiction, vincitore dell’Oscar per la Miglior sceneggiatura non originale. Un film che non parla “di woke culture o politicamente corretto, ma di quella sofferenza nera che conoscevo così bene”. La giornalista afrodiscendente trasla il discorso del film alla situazione culturale italiana dove “le voci nere sono poche”.
Su “Il Messaggero” si decide di concentrarsi su due premiati in qualche modo “Rock”. Ilaria Ravarino racconta la figura di Robert Downey Jr. che con l’Oscar al Miglior attore non protagonista ottiene il riscatto dopo una vita difficile fatta di “droga e carcere”. Mentre Mattia Marzi scrive del Prodigio del pop” Billie Eilish, vincitrice ad appena 22 anni del suo secondo Oscar.
Per trovare qualcosa di diverso bisogna andare a pescare nell’edizione di Palermo de “La Repubblica” dove troviamo un’intervista a firma Mario Di Caro alla figlia di Damiano Damiani, Sibilla, a quarant’anni esatti dall’uscita de La piovra, serie tv cult: “Mio padre fu uno dei primi a fare il cinema d’impegno civile, era abituato avendo già sfondato una barriera ma contro La piovra ci fu una cordata”.
Su “Il Tempo” troviamo anche un’intervista di Giulia Bianconi a Fabio Volo, che torna a doppiare per la quarta volta il protagonista della saga Kung Fu Panda, nelle sale dal 21 marzo. “È il personaggio più autobiografico che abbia mai fatto. – dichiara Volo – Nella sua voce cerco di mettere il mio vissuto. Po è un bambinone coraggioso, che non conosce cattiveria”.
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