Mercoledì 12 giugno, la rassegna stampa

Le interviste a Valeria Golino e Salvo Ficarra. Riccardo Milani sulla chiusura della scuola protagonista di 'Un mondo a parte', il docu su Kevin Spacey e la "resistenza del fantasy" in 'House of the Dragon'


Ogni mattina CinecittàNews vi presenta un panorama delle notizie con cui i media seguono il mondo dell’audiovisivo

Golino: “Amo i miei attori”

Sul Corriere della Sera l’intervista di Valerio Cappelli Valeria Golino, in sala da domani con la seconda parte della sua serie da regista L’arte della gioia, tratto dal romanzo di Goliarda Sapienza. “L’ho conosciuta al tempo del mio primo film, nel 1986” racconta Golino. “Cercava il bello ovunque. Io non l’ho capita, ero troppo giovane ed è il mio rimpianto. C’è qualcosa in Modesta che mi riguarda, Goliarda mi dava dei buffetti sulla guancia e mi diceva la stessa cosa. Un po’ come Valeria Bruni Tedeschi, nei panni della principessa madre della suora Jasmine Trinca, che a Modesta dice: ma che nome brutto che hai, che aggettivo deprimente. Così io non riuscivo a capire Goliarda, non mi sembrava un complimento, modesta non si dice a una ragazza”.

Ficarra senza Picone

Impegnato in un omaggio teatrale dedicato a Giorgio GaberSalvo Ficarra (“Senza Picone”) racconta l’incontro con il cantautore in un’intervista a Emilia Costantini sul Corriere della Sera. “Gaber sarà mortificato dalla mia interpretazione che, nonostante la mia devozione nei suoi confronti, rovinerà sicuramente la sua immagine, e forse mi manderà per punizione un raffreddore”. Nei progetti iniziali, nel progetto era coinvolto anche Valentino Picone. “Aveva altri impegni, con suo grande rammarico, perché noi due, nelle nostre tournée, viaggiando in macchina, abbiamo sempre ascoltato le sue canzoni: una vera fissazione da molto tempo”.

Chiude la scuola di Un mondo a parte

Protagonista del film di Riccardo Milani con Antonio AlbaneseUn mondo a parte, la scuola del paese abruzzese “senza alunni” chiude i battenti. “Con zero nuovi iscritti, la scuola muore” scrive Valeria Teodonio su La Repubblica. “Nel film di Milani il problema della chiusura si risolve grazie all’arrivo di bambini migranti, soprattutto rifugiati provenienti dall’Ucraina. Che alla fine permettono alla scuola di restare aperta. Nella vita reale queste soluzioni non sono sempre possibili”. Il regista ha dichiarato di provare “Un dispiacere grande” per la notizia: “Così si fa fatica ad avere occhi sul futuro”.

Un’estate senza Barbenheimer

Su Il Foglio, Mariarosa Mancuso riflette sulle condizioni di salute del box office 2024, con all’orizzonte un’estate priva dell’appeal di un fenomeno come il “Barbenheimer”, dominatore dell’anno precedente. “I numeri del Memorial Day 2024 -primo giorno dell’estate cinematografica americana, che a differenza della nostra è stata sempre ricca di titoli e incassi – erano molto al di sotto delle previsioni” scrive Mancuso, che parla anche della “franchise fatigue”. “Potrebbe voler dire che le previsioni erano ottimiste e speranzose, dopo l’estate del 2023 – con due titoli eccezionali come “Oppenheimer” di Christopher Nolan e “Barbie” di Greta Gerwig, che hanno riportato nelle sale anche chi aveva perso l’abitudine dopo la pandemia. Oppure è crisi, da non sottovalutare”.

Un docu sull’ombra di Kevin Spacey

Le violenze di Kevin Spacey in una serie tv. L’articolo di Francesca Scorcucchi sul Corriere della Sera racconta Spacey Unmasked, in arrivo venerdì su Discovery+. Oltre ai conoscenti dell’attore, il documentario propone anche le testimonianze delle vittime del suo comportamento predatorio. “Tutti hanno un racconto dell’orrore” racconta Scorcucchi. “Un collega sul set di House of Cards, un compagno di scuola, una maschera dell’Old Vic, il teatro londinese di cui l’attore, due volte premio Oscar, era direttore artistico. Randy, fratello maggiore, racconta le violenze sessuali inflitte dal padre, filonazista e suprematista bianco, con il silenzio colpevole della madre”.

House of the Dragon e la resistenza del fantasy

“Restare appesi in qualche modo, sulle ali del drago, al mega successo di quelle stagioni nelle quali, parlando di serie, c’era il Trono e poi, molto dopo, c’era il resto”. Così Antonio Dipollina per La Repubblica su House of the Dragon, prequel di Game of Thrones in arrivo con una nuova stagione dal 17 giugno. “Il fantasy come genere – prosegue Dipollina – che in teoria non sarebbe più di moda o assai ridimensionato, torna sotto forma di compensazione (del tipo: mi è piaciuta tanto, raccontami un’altra storia). Il dubbio più pesante è che anche quell’epopea sia già entrata nel tunnel della nostalgia, uno dei più infidi e attrattivi”.

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