Si intitola Zemanlandia il notevole film-documentario di 55 minuti del giovane regista pugliese Giuseppe Sansonna prodotto da ShowLab dedicato a Zdenek Zeman, il rude/bonario, rigoroso e taciturno allenatore di calcio boemo approdato dopo lunghe esperienze al Sud all’inizio degli anni ’90 alla guida della squadra del Foggia (e successivamente della Lazio e della Roma) e destinato a sconvolgere gli equilibri del mondo italiano del pallone: prima con il suo calcio generoso fatto di “gioco a zona”, pressing, fuorigioco e modulo 4-3-3 insegnato a calciatori all’epoca sconosciuti messi in grado con duri allenamenti di tenere testa a club e campioni super blasonati – e in seguito con le sue rivelazioni da testardo e scomodo “uomo contro” sul doping e la corruzione dilaganti.
Accanto all’amatissimo Zeman, protagonista di una lunga intervista-confessione (“filmare il volto di Zeman era un sogno della mia adolescenza”, confessa Sansonna) un altro personaggio decisivo del filmato in onda domenica 11 ottobre alle ore 22 su ESPN Classic e in programma a novembre al Festival del Cinema Indipendente di Foggia, si rivela Pasquale Casillo, il vulcanico imprenditore napoletano soprannominato “il re del grano”, presidente del Foggia Calcio dell’epoca e protagonista col tecnico praghese di stagioni esaltanti interrottesi bruscamente per le proprie disavventure giudiziarie iniziate nel 1994 e concluse due anni fa con l’assoluzione.
“Si tratta di due personaggi ‘cinematografici’ diametralmente opposti tra loro ma uniti da qualcosa di intangibile e misterioso”, spiega Sansonna, testimone diretto da adolescente del culto del pubblico dello stadio foggiano “Zaccheria” nei confronti di Zdenek Zeman: “l’allenatore serio, ombroso e filosofeggiante con l’impermeabile alla Bogart e lo sguardo freddo di Clint Eastwood (soprannominato “il muto” durante le interminabili partite di tressette con i magazzinieri) e il presidente fragoroso ed estroverso, un incontenibile affabulatore che sembra provenire direttamente da un film di Scorsese, si ritrovano a rievocare fianco a fianco su un divano (sfoderando versioni contrastanti di uno stesso evento, come le coppie impossibili della migliore commedia all’italiana…) quelle stagioni gloriose. Ricordi nostalgici e commossi vengono anche da calciatori allora giovanissimi lanciati da Zeman come Signori, Rambaudi, Di Biagio oltre che da tifosi, dirigenti, massaggiatori e testimoni vari di un’era irripetibile che generò una sorta di estasi collettiva, alternati ad epiche immagini di repertorio di gare combattute allo spasimo e gonfie di passione sana e pulita, subito prima che il calcio soccombesse di fronte agli interessi del business…
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